Celebriamo, o dilettissimi, la festa della Passione del
Signore, questa festa tanto desiderata che il mondo intero vede sempre venire
con gioia. Nei trasporti della nostra allegrezza non ci è permesso mantenere il
silenzio e benché sia difficile parlare spesso e in maniera degna della stessa
solennità appartiene ai doveri di un pastore, in questa circostanza, fare
ascoltare al suo popolo gli accenti della sua voce paterna. Questo ammirabile
sacramento della Misericordia divina è soggetto inesauribile e mai si potrebbe
terminarlo perché mai si riuscirebbe a trattarlo sufficientemente. Ceda quindi
alla Gloria di Dio la nostra debolezza che sempre si scopre inadeguata
nello spiegare le opere della Sua Misericordia. Stentiamo con l’intelligenza,
siamo ottusi nello spirito, difettiamo nell’eloquio: è vantaggioso per noi non
poter comprendere in tutta la sua grandezza la maestà di Dio.
Il profeta dice: Cercate il Signore e vi farà forti,
ricercate sempre il Suo volto (Ps.104,4) perché nessuno deve avere la
presunzione di credere che egli ha perfettamente approfondito ciò che cerca di
conoscere né deve cessare di avvicinarsi alla verità cessando di cercarla. Fra
tutte le opere di Dio che formano l’oggetto della nostra ammirazione ve ne è
uno che più della Passione del Signore sia al di sopra delle forze della nostra
intelligenza e meriti maggiormente le nostre riflessioni? Per spezzare le
catene del genere umano che era divenuto schiavo dopo la sua fatale
prevaricazione Gesù Cristo ha nascosta al crudele demonio la potenza della sua
divina maestà e gli ha contrapposta l’infermità della condizione umana. Perché
se questo nemico crudele e superbo avesse potuto penetrare la saggezza della
divina Misericordia egli avrebbe cercato piuttosto di addolcire e calmare
lo spirito dei Giudei anzichè ispirare loro un odio ingiusto per timore di
perdere la schiavitù di tutti i peccatori mentre perseguitava la libertà di
Colui che nulla gli doveva.,
La sua stessa malizia lo ha ingannato: egli ha fatto
condannare il Figlio di Dio al supplizio che ha rigenerato tutti i figli degli
uomini; egli ha versato il sangue innocente che è stato il prezzo della
riconciliazione del mondo e che è servito da bevanda salutare all’umanità. Il
Signore ha sofferto il genere di morte che Lui stesso aveva scelto. Egli ha
permesso che uomini forsennati mettessero su di Lui le loro mani empie e
concorressero così con il loro stesso crimine al compimento dei suoi piani di
salvezza. E la Sua bontà verso i suoi carnefici fu così grande che dall’alto
della croce egli pregava il Padre di non vendicarlo e di perdonare loro la Sua
morte.
S.LEONE MAGNO
Sermo 11 de Passione Domini
Breviario Romano, Mattutino, Letture del II Notturno
Gesù davanti a Caifa
Duccio di Buoninsegna, Siena, Museo dell'Opera del Duomo
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