domenica 30 novembre 2014

Buon Avvento - Patrizio Righero

Aspettiamo il treno.
Aspettiamo una mail.
Aspettiamo il week end.
Aspettiamo il bel tempo.
Aspettiamo i risultati di un esame.
Aspettiamo una telefonata.
Aspettiamo un lavoro.
Aspettiamo un figlio.
Aspettiamo la ripresa economica.
Aspettiamo una buona notizia.
Aspettiamo una risposta.
Aspettiamo un amico.
Aspettiamo un’occasione.
Aspettiamo che le cose tornino a posto.
Aspettiamo qualcosa di nuovo.
Aspettiamo la pace.
Aspettiamo che Dio venga a trovarci
qui
in mezzo a tutto questo casino
che ci fa perdere il gusto della vita.
Aspettiamo.
Ti aspettiamo
Signore.
Buon avvento!

Patrizio Righero


domenica 16 novembre 2014

Prima Domenica d'Avvento 2014

Prima domenica di Avvento, rito ambrosiano. Sei sono le domeniche in rito ambrosiano che preparano il Natale. Una strada tracciata dalla luce di piccole candele rosse.



La prima candela la dedichiamo alle famiglie alluvionate fra Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.... tutta l' Italia. Persone che hanno perso il frutto delle loro fatiche, hanno perso tutto. Altre che stavano mettendo mano a qualche progetto e tante altre già provate dalla crisi del lavoro. Una luce per non perdersi.Una luce per sperare.

venerdì 7 novembre 2014

La tattica di Satana per arrestare il tuo cammino spirituale - Don Vincenzo Carone

La strategia di satana è questa: vuole convincerti a interrompere periodicamente la successione delle opere buone. Prima di spingerti verso il peccato, deve distaccarti da Dio, e per distaccarti da Dio deve assonnare la preghiera, la prudenza e l´esercizio delle virtù cristiane. Con ostinazione caparbia satana ti presenta le tentazioni della carne, specialmente la golosità, la pigrizia e la lussuria. Quando riesce a scardinare la tua volontà decisa, tu cominci a pregare distrattamente, la Messa diventa una presenza passiva e la comunione un pezzettino di pane qualsiasi. Cominciano cosi a riaffiorare le antiche fragilità come per es. la critica, la mormorazione, il perdere tempo, la pigrizia, la gelosia, l´invidia, l´avidità degli sguardi, il risveglio delle passioni, e soprattutto comincia a rivivere il tuo amor proprio. Per un certo tempo determinato della tua resistenza le fragilità si manifestano in forma quasi impercettibile, ma costante, per cui non ti rendi minimamente conto che stai perdendo colpi nella perseveranza nel bene. Siccome sono piccolissime cose quasi impercettibili, hai l´impressione che si tratti di bagatelle: distrazioni volontarie nella preghiera (quelle involontarie non invalidano al preghiera), preoccupazioni inutili, leggerezza nel guardare persone che ti richiamano il piacere della carne senza che siano tentazioni vere e proprie, raffinatezza nel cibo, sonno prolungato, facile linguaggio a sproposito, eleganza nel vestire, esuberanza nel comportamento, scambio di simpatia con persone che non ti trasmettono certamente le virtù cristiane, svogliatezza, apatia e fredda apertura a tutto quello che ti piace. Per lungo tempo non ti rendi conto che queste cose impercettibili stanno sgretolando la tua vita spirituale. Per tutti noi è piacevole scivolare in questo mondo dove le fragilità sono tante, satana però le confeziona a piccole dosi. La preghiera debole e distratta risveglia lentamente quelle passioni contro le quali hai combattuto con coraggio e determinazione, l´amore a Dio e al prossimo va spegnendosi lentissimamente. L´ira contro chi t fa del male diventa istintiva e violenta, la concupiscenza appare sempre più naturale e sempre meno da condannare. Se non vuoi cadere in questa trappola devi conservare il ritmo della preghiera giornaliera, la meditazione contemplata fatta sempre bene e l´esercizio delle virtù cristiane. Persevererai fino alla fine nell´amore a Dio e al prossimo, e vivrai sempre sereno e nella gioia, non andrai mai più indietro, non andrai più avanti, andrai in alto verso il Cielo dove Qualcuno ti aspetta.
Riflessioni di Don Vincenzo Carone.


giovedì 6 novembre 2014

Il simbolo della fede. Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo

Il simbolo della fede

Nell'apprendere e professare la fede, abbraccia e ritieni soltanto quella che ora ti viene proposta dalla Chiesa ed è garantita da tutte le Scritture. Ma non tutti sono in grado di leggere le Scritture. Alcuni ne sono impediti da incapacità, altri da occupazioni varie. Ecco perché, ad impedire che l'anima riceva danno da questa ignoranza, tutto il dogma della nostra fede viene sintetizzato in poche frasi.
Io ti consiglio di portare questa fede con te come provvista da viaggio per tutti i giorni di tua vita e non prenderne mai altra fuori di essa, anche se noi stessi, cambiando idea, dovessimo insegnare il contrario di quel che insegniamo ora, oppure anche se un angelo del male, cambiandosi in angelo di luce, tentasse di indurti in errore. Così «se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che abbiamo predicato, sia anàtema!» (Gal 1, 8).
Cerca di ritenere bene a memoria il simbolo della fede. Esso non è stato fatto secondo capricci umani, ma è il risultato di una scelta dei punti più importanti di tutta la Scrittura. Essi compongono e formano l'unica dottrina della fede. E come un granellino di senapa, pur nella sua piccolezza, contiene in germe tutti i ramoscelli, così il simbolo della fede contiene, nelle sue brevi formule, tutta la somma di dottrina che si trova tanto nell'Antico quanto nel Nuovo Testamento.
Perciò, fratelli, conservate con ogni impegno la tradizione che vi viene trasmessa e scrivetene gli insegnamenti nel più profondo del cuore.
Vigilate attentamente perché il nemico non vi trovi indolenti e pigri e così vi derubi di questo tesoro. State in guardia perché nessun eretico stravolga le verità che vi sono state insegnate. Ricordate che aver fede significa far fruttare la moneta che è stata posta nelle vostre mani. E non dimenticate che Dio vi chiederà conto di Ciò che vi è stato donato.
«Vi scongiuro», come dice l'Apostolo, «al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose, e di Cristo Gesù, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato» (1 Tm 6, 13), conservare intatta fino al ritorno del Signore nostro Gesù Cristo questa fede che vi è stata insegnata.
Ti è stato affidato il tesoro della vita, e il Signore ti richiederà questo deposito nel giorno della sua venuta «che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il re dei regnanti e Signore dei signori; il solo che possiede l'immortalità, che abita una luce inaccessibile, che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere» (1 Tm 6, 15-16). Al quale sia gloria, onore ed impero per i secoli eterni. Amen.


(Catech. 5 sulla fede e il simbolo, 12-13; PG 33, 519-523)
Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo




- Per ricevere a due mani dalla Divina Provvidenza, bisogna dare a quattro mani ai poveri -
San Luigi Guanella