venerdì 26 settembre 2014

San Michele segna gli eletti col sigillo della predestinazione - 26 settembre

I. Considera come S. Michele Arcangelo ama, tal­mente i suoi devoti che ottiene loro la predestina­zione. La Chiesa lo chiama Signifero di salute: - Michael, salutis Signifer - non solamente perchè porta la Croce, segno della nostra Redenzione e sal­vezza, ma anche perchè Egli suggella in maniera invisibile le anime elette, perchè non siano colpite dalla dannazione. Tale lo descrive S. Giovanni nel­l'Apocalisse, quando lo vide scendere dall'Oriente col sigillo di Dio in mano, e gridare ai quattro Angeli che dovevan far danno alla terra ed al mare, di non far alcun male fino a quando non avesse se­gnato i servi di Dio in fronte. Egli segna gli eletti col sigillo della predestinazione. Come l'Anticristo segna i suoi seguaci, così l'Arcangelo Michele segna i predestinati. Prega il S. Arcangelo che imprima anche sulla tua fronte il segno della predestinazione.
II. Considera come S. Michele, essendo più vici­no al trono di Dio, riceve dalla Santissima Trinità le grazie che deve comunicare alle anime elette per conseguire l'eterna predestinazione. Come spiega San Bonaventura, ci mette ostacoli nel male, oppure resistenze ai nostri nemici, ne respinge gli sforzi, ci illumina ed eccita alla penitenza, prega ed ottiene le grazie, rinforza, conferma e conforta nell'eserci­zio delle virtù, rivela i misteri del cielo, infiamma i cuori di celesti desideri, porta le nostre buone o­pere e meriti nel cospetto di Dio, ed introduce gli eletti nel cielo. A S. Michele non manca la potenza di farci vincere il mondo, la carne, il demonio, che sono i tre nemici della nostra anima. Al suo co­mando ubbidisce tutto il creato, come già in cielo Dio volle trionfare su Lucifero per suo mezzo. Se la Chiesa dice che la preghiera di S. Michele conduce gli eletti al Cielo, chi mai l'ha invocato e non si è salvato?
III. Considera, o cristiano, che una delle maggiori angustie che desola il cuore dell'uomo, per quanto giusto egli sia, è appunto il non sapere con cer­tezza di appartenere al numero de' predestinati. Ora, se è certo che vi è un decreto di predestinazione, se è certo che il numero degli eletti è fissato, altret­tanto è incerto per l'uomo se il suo nome sia scritto o no nel libro della vita. Iddio ha riservato a sè una tale conoscenza, e senza una speciale rivelazione non si può sapere con certezza di fede. Per tal motivo si legge nelle vite dei Santi,,per quanto consumati nella virtù ed adorni della più eroica santità, che tremavano a tal pensiero. Tra gli altri segni però che i Teologi danno per una morale certezza della predestinazione, c'è appunto una speciale devozione a San Michele Arcangelo: Egli è l'aiuto delle anime elette. Se dunque tu brami l'eterna salvezza, ama e venera con speciale affetto il celeste Serafino, procura di onorarLo con la santità di costumi: sfor­zati di venerarLo con la imitazione delle virtù, del­l'umiltà, mansuetudine, ubbidienza, purezza ed amo­re verso Dio ed il prossimo. Prometti di non far passar giorno senza riverirLo, invocarLo, ed onorar­Lo; Egli ti aiuterà nel difficile viaggio di questo mon­do, e poi introdurrà l'anima tua nel Paradiso.
APPARIZIONE DI S. MICHELE A S. GALGANO EREMITA IN SIENA
Al tempo dell'Imperatore Federico nacque in Sie­na un certo di nome Galgano, il quale era dedito alle dissolutezze. A lui apparve due volte S. Michele in sogno avvisandolo che cambiasse vita, e si facesse soldato di Cristo. Ripeté il S. Arcangelo la terza volta l'avviso; ma la madre ed i parenti tentarono di di­stoglierlo da questo intento, offrendogli per accasarsi una moglie molta bella e facoltosa. Persuaso da' suoi, cavalcò per andare a vedere la sua sposa; ma il ca­vallo ad un certo punto si arrestò e non volle più fare un passo avanti. Mentre Galgano premeva for­temente lo sprone affinché il cavallo proseguisse il cammino venne a conoscenza che un Angelo gli tratteneva il passo. A questo prodigio il cavaliere cambiò proposito e ritirandosi in una solitudine ivi condusse una vita celeste, in continui digiuni, au­sterità ed orazioni. E dopo un anno di vita rigorosa, fu chiamato alla gloria del cielo con udire queste dolci parole: «Basta oramai quello che hai faticato; tempo è già che tu godi il frutto di quel che hai se­minato». Ed allora subito spirò all'età di 33 anni nel 1181. La sua santità risplendette di molti miracoli in vita, ed in morte.
PREGHIERA
O potentissimo principe, amabile S. Michele, Vi lodo e Vi benedico per tanta potenza, di cui Dio Vi ha arricchito, e Vi prego di annoverarmi tra i vostri servi. Ottenetemi dal misericordioso Iddio la grazia di servirLo sempre fedelmente: assistetemi con la vostra protezione e fatemi forte specialmente con­tro le tentazioni dell'inferno, in modo che un giorno venga con Voi a godere per sempre Dio nel Paradiso.
SALUTAZIONE
Io Vi saluto, o S. Michele; imprimete nell'anima mia il segno dalla Predestinazione.
FIORETTO
Non parlerai male di nessuno; e se ti accorgerai di aver mancato ne farai pronta riparazione.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
Angelo, mio custode, amorevole guida che con miti rimproveri e con continue ammonizioni mi inviti a riscattarmi dalla colpa, ogni qualvolta per mia disgrazia vi sono caduto, ti saluto e ti ringrazio, insieme al coro delle Potestà destinate a frenare il demonio. Ti prego di svegliare l'anima mia dal letargo della tiepidezza in cui vive tutto­ra per resistere e trionfare su tutti quanti i nemici.
Angelo di Dio

fonte: preghieregesuemaria


domenica 21 settembre 2014

San Matteo - 21 settembre

Vndecimo Kalendas Octobris. Luna quarta. In Aethiopia natalis sancti Matthaei, Apostoli et Evangelistae; qui, Leui cognominatus, a Iesu uocatus ad sequendum, munus publicani seu uectigalium exactoris reliquit. Post Pentecosten, in ea regione praedicans, martyrium passus est. Huius Evangelium, Hebraeo sermone conscriptum, quo Iesum Christum, filium Dauid, filium Abrahae, Vetus Testamentum adimpleuisse praesertim proclamatur, ipso Matthaeo reuelante, inuentum est, una cum corpore beati Barnabae Apostoli, tempore Zenonis imperatoris.



mercoledì 17 settembre 2014

17 settembre - Impressione delle stimmate di San Francesco d'Assisi

Quintodecimo Kalendas Octobris. Luna tricesima. In monte Aluerniae, in Etruria, commemoratio Impressionis sacrorum Stigmatum, quibus sanctus Franciscus Assisiensis, Ordinis Minorum institutor, in suis manibus, pedibus et latere, mirabili Dei gratia, impressus fuit.


 Domine Iesu Christe, qui, frigescénte mundo, ad inflammándum corda Nostra tui amoris igne, in carne beatíssimi Francisci passionis tuae sacra Stigmata renovásti: concedere Propitius; ut eius et Meritis précibus crucem iugiter ferámus, et fructus dignos poeniténtiæ faciámus.



domenica 14 settembre 2014

Esaltazione della Santa Croce - 14 settembre

La croce, già segno del più terribile fra i supplizi, è per il cristiano l'albero della vita, il talamo, il trono, l'altare della nuova alleanza. Dal Cristo, nuovo Adamo addormentato sulla croce, è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa. La croce è il segno della signoria di Cristo su coloro che nel Battesimo sono configurati a lui nella morte e nella gloria. Nella tradizione dei Padri la croce è il segno del figlio dell'uomo che comparirà alla fine dei tempi. La festa dell'esaltazione della croce, che in Oriente è paragonata a quella della Pasqua, si collega con la dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul sepolcro di Cristo. (Mess. Rom.) 
Martirologio Romano: Festa della esaltazione della Santa Croce, che, il giorno dopo la dedicazione della basilica della Risurrezione eretta sul sepolcro di Cristo, viene esaltata e onorata come trofeo della sua vittoria pasquale e segno che apparirà in cielo ad annunciare a tutti la seconda venuta del Signore. 
La festa in onore della Croce venne celebrata la prima volta nel 335, in occasione della “Crucem” sul Golgota, e quella dell'"Anàstasis", cioè della Risurrezione. La dedicazione avvenne il 13 dicembre. Col termine di "esaltazione", che traduce il greco hypsòsis, la festa passò anche in Occidente, e a partire dal secolo VII, essa voleva commemorare il recupero della preziosa reliquia fatto dall'imperatore Eraclio nel 628. Della Croce trafugata quattordici anni prima dal re persiano Cosroe Parviz, durante la conquista della Città santa, si persero definitivamente le tracce nel 1187, quando venne tolta al vescovo di Betlem che l'aveva portata nella battaglia di Hattin.
La celebrazione odierna assume un significato ben più alto del leggendario ritrovamento da parte della pia madre dell'imperatore Costantino, Elena. La glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della croce e l'antitesi sofferenza-glorificazione diventa fondamentale nella storia della Redenzione: Cristo, incarnato nella sua realtà concreta umano-divina, si sottomette volontariamente all'umiliante condizione di schiavo (la croce, dal latino "crux", cioè tormento, era riservata agli schiavi) e l'infamante supplizio viene tramutato in gloria imperitura. Così la croce diventa il simbolo e il compendio della religione cristiana.
La stessa evangelizzazione, operata dagli apostoli, è la semplice presentazione di "Cristo crocifisso". Il cristiano, accettando questa verità, "è crocifisso con Cristo", cioè deve portare quotidianamente la propria croce, sopportando ingiurie e sofferenze, come Cristo, gravato dal peso del "patibulum" (il braccio trasversale della croce, che il condannato portava sulle spalle fino al luogo del supplizio dov'era conficcato stabilmente il palo verticale), fu costretto a esporsi agli insulti della gente sulla via che conduceva al Golgota. Le sofferenze che riproducono nel corpo mistico della Chiesa lo stato di morte di Cristo, sono un contributo alla redenzione degli uomini, e assicurano la partecipazione alla gloria del Risorto.

Autore: Piero Bargellini



mercoledì 3 settembre 2014

LITANIÆ DE SANCTA CRVCE

Kyrie eleison.
Christe eleison.
Kyrie eleison.
Pater sancte, audi nos.
Pater iuste, exaudi nos.
Pater de cælis Deus, miserere nobis.
Fili redemptor mundi Deus, miserere nobis.
Spiritus Sancte Deus, miserere nobis.
Sancta Trinitas, unus Deus, miserere nobis.

Crux, specula Patriarcharum et Prophetarum, defende nos.
Præconium Apostolorum, defende nos.
Corona Martyrum, defende nos.
Gaudium Sacerdotum, Defende nos.
Gloriatio Virginum, defende nos.

Crux potentia Regum, protege nos.
Ornamentum Ecclesiæ, protege nos.
Spes Christianorum, protege nos.
Arrha Christum adorantium, protege nos.
Gloria omnium Orthodoxorum, protege nos.

Crux corona nostra, salva nos.
Pacis firmamentum, salva nos.
Reseratrix Paradisi, salva nos.
Virga mirabilium Dei, salva nos.
Propugnaculum fidei, salva nos.

Crux vita Iustorum, adiuva nos.
Resurrectio mortuorum, adiuva nos.
Clavis regni cælorum, adiuva nos.
Procuratrix pauperum, adiuva nos.
Portus periclitantium, adiuva nos.

Crux signaculum castitatis, illumina nos.
Sanctimoniæ documentum, illumina nos.
Administratrix castitatis, illumina nos.
Palma immortalitatis, illumina nos.
Thesaurus omnium bonorum, illumina nos.

Crux consolatrix afflictorum, custodi nos.
Servatrix desperatorum, custodi nos.
Profligatrix hæresum, custodi nos.
Fuga tentationum, custodi nos.
Expugnatrix hostium, custodi nos.

Crux salus fidelium, tuere nos.
Ex membris Christi decorem accipiens, tuere nos.
Sanguine Christi nobilitata, tuere nos.
Tactu corporis Christi sanctificata, tuere nos.
Signum Filii Dei vivificum, tuere nos.

Crux datrix sanitatis, conforta nos.
Contractus libertatis, conforta nos.
Cæli alitudo, conforta nos.
Terræ profunditas, conforta nos.
Latitudo orbis terrarum, conforta nos.

Crux triumphatrix dæmonum, eripe nos.
Extinctio peccati, eripe nos.
Victoria mundi, eripe nos.
Victrix mortis, eripe nos.
Destructio inferni, eripe nos.

Ab omni malo, libera nos sancta Crux.
Ab omni peccato, libera nos sancta Crux.
A potestate diaboli, libera nos sancta Crux.
Ab omni incantatione et maleficio Daemonis, libera nos sancta Crux.
Ab insidiis inimicorum omnium, libera nos sancta Crux.
A peste, fame, et bello, libera nos sancta Crux.
Ab omni morbo, libera nos sancta Crux.
A fulgure et tempestate, libera nos sancta Crux.
A timore mortis, libera nos sancta Crux.
A subitanea et improvisa morte, libera nos sancta Crux.
In hora mortis, libera nos sancta Crux.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, parce nobis, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, exaudi nos, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.

Christe, audi nos.
Christe, exaudi nos.
Kyrie eleison.
Christe eleison.
Kyrie eleison.
Pater noster...
V. Et ne nos in ducas in tentationem.
R. Sed libera nos a malo.
V. Per lignum servi facti sumus,
R. Per lignum redempti sumus.
V. Fructus arboris seduxit nos.
R. Filius Dei redemit nos.
V. Per signum crucis de inimicis nostris,
R. Libera nos Deus noster.
V. Domine, exaudi orationem meam,
R. Et clamor meus ad te veniat.

Oremus. Respice, quæsumus, Domine, super hanc familiam tuam, pro qua Dominus noster Iesus Christus non dubitavit manibus tradi nocentium et crucis subire tormentum.

Perpetua nos, quaesumus, Domine, pace custodi, quos per lignum sanctæ Crucis redimere dignatus es.

Adesto nobis, Domine Deus noster, et quos sanctæ Crucis laetari facis honore, eius quoque perpetuis defende subsidiis.

Tueatur, quæsumus, Domine Deus, salutare signum Crucis populum deprecantem, et purificatum dignanter erudiat, ut et consolatione praesenti in omni sua tribulatione gaudeat, et sequendo, ad futura bona incessanter proficiat.

Deus, qui nos continua sanctæ Crucis commemoratione lætificat, præsta, quæsumus, ut cuius mysterium in terra cognovimus, eius redemptionis præmia in cælo mereamur. Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum, qui tecum et vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.

V. Domine, exaudi orationem meam,
R. Et clamor meus ad te veniat.
V. Benedicamus Domino.
R. Deo gratias.
V. Et fidelium animae per misericordiam Dei requiescant in pace.
R. Amen.