venerdì 15 agosto 2014

15 agosto, Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati

Noi non possiamo tacere



Messaggio della Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana
15 agosto, Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati
Dal 14 al 18 agosto siamo chiamati ad accompagnare spiritualmente il Santo Padre nella sua visita in Corea del Sud, dove partecipa alla VI Giornata della Gioventù asiatica. 
Per le nostre comunità è un’occasione preziosa per accostare la realtà di quella Chiesa: una Chiesa giovane, la cui vicenda storica è stata attraversata da una grave persecuzione, durata quasi un secolo, nella quale circa 10.000 fedeli subirono il martirio: 103 di loro sono stati canonizzati nel 1984, in occasione del secondo centenario delle origini della comunità cattolica nel Paese. In questa luce si coglie la forza del tema che scandisce l’evento: “Giovani dell’Asia! Svegliatevi! La gloria dei martiri risplende su di voi: “Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui” (Rm 6,8). 
Sono parole che vorremmo potessero scuotere anche questa nostra Europa, distratta ed indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani. Se la mancanza di libertà religiosa – fondativa delle altre libertà umane – impoverisce vaste aree del mondo, un autentico Calvario accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione. Le loro chiese sono profanate: antiche reliquie, come anche statue della Madonna e dei Santi, vengono distrutte da un integralismo che, in definitiva, nulla ha di autenticamente religioso. In queste zone la presenza cristiana – la sua storia più che millenaria, la varietà delle sue tradizioni e la ricchezza della sua cultura – è in pericolo: rischia l’estinzione dagli stessi luoghi in cui è nata, a partire dalla Terra Santa. A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti, noi non possiamo tacere. L’Occidente non può continuare a volgere lo sguardo altrove, illudendosi di poter ignorare una tragedia umanitaria che distrugge i valori che l’hanno forgiato e nella quale i cristiani pagano il pregiudizio che li confonde in modo indiscriminato con un preciso modello di sviluppo. A nostra volta, vogliamo che la preoccupazione per il futuro di tanti fratelli e sorelle si traduca in impegno ad informarci sul dramma che stanno vivendo, puntualmente denunciato dal Papa: “Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli”. 
Con questo spirito invitiamo tutte le nostre comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera in occasione della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto) quale segno concreto di partecipazione con quanti sono provati dalla dura repressione. Per intercessione della Vergine Madre, il loro esempio aiuti anche tutti noi a superare l’aridità spirituale di questo nostro tempo, a riscoprire la gioia del Vangelo e il coraggio della testimonianza cristiana.

LA PRESIDENZA della Conferenza Episcopale Italiana 
Roma, 2 agosto 2014 
Fonte: www.chiesacattolica.it




Chiedo a tutti gli uomini di buona volontà di unirsi alle mie preghiere per i cristiani 


iracheni e per tutte le comunità perseguitate.


Papa Francesco





giovedì 14 agosto 2014

Assunzione al Cielo di Maria - 15 agosto 2014

Sapete qual è l’ultimo dogma della chiesa Cattolica? E quando è stato proclamato? L’ultimo dogma è proprio quello dell’assunzione di Maria, salita in Cielo anima e corpo, ed è stato proclamato da Papa Pio XII nel 1950.
Il dogma (verità di fede) non precisa però se la Madonna sia morta o non sia morta, lascia liberi; dice soltanto che è salita in cielo anima e corpo ed ha già il suo corpo glorioso perché non ha mai subito la corruzione del sepolcro, sorte che spetta invece a tutti noi. Ora però nel messaggio del 15 agosto 1981 la Madonna stessa avrebbe detto: “Mi chiedete della mia Assunzione: ebbene sappiate che io sono salita in Cielo prima di morire”. Questo, senza voler assolutamente precorrere il giudizio della Chiesa, mi rallegra moltissimo, perché a noi, quando eravamo bambini, al catechismo avevano sempre insegnato, che siccome la morte era entrata nel mondo a causa del peccato originale, la Madonna essendone preservata, era stata preservata anche dalla morte. Ed io vi ho sempre creduto fermamente.
Per la Madonna non ci fu quella tremenda lacerazione della separazione dell’anima dal corpo e non deve aspettare la fine del mondo per ritrovare il suo corpo glorioso: è salita in cielo anche col suo corpo e non solo in spirito.
Anche questo è un bellissimo trionfo della gloria, come avevamo già visto nella Trasfigurazione del Signore, in cui possiamo intravedere il nostro destino eterno. Infatti anche noi siamo chiamati ad essere abitati dalla gloria; la grazia non è altro che il germe della gloria, ma per noi ci sarà l’inevitabile discesa nel sepolcro prima di poter vivere in pienezza la realtà della gloria, cioè dell’inabitazione di DIO anche nel nostro corpo e non solo nell’anima.
Perché la vita eterna non sarà altro che questo: essere abitati dalla realtà divina, da questa densità di gloria che trasfigurerà anche il nostro corpo rendendolo totalmente spirituale, non più soggetto a nessuna limitazione della materia, e neppure sottoposto a leggi fisiche. Le proprietà dei corpi gloriosi sono: l’impassibilità (non soffriremo più), la sottigliezza (ci muoveremo con l’agilità del pensiero, spostandoci da un posto all’altro solo con il desiderio), l’immortalità (non moriremo più) l’invulnerabilità (non saremo più soggetti a nessun tipo di incidente).
La fine della vita di Maria Santissima - Assunzione per noi cattolici, e dormizione per i fratelli ortodossi – fu un trasporto di amore. Il suo desiderio di riunirsi al suo DIO e al suo Figlio fu così intenso che la trasportò davvero nel luogo di gloria. O meglio: l’irruzione della gloria e dell’amore divino furono così forti che la sua natura non resse più e volò dal suo Signore per un eccesso d’amore.
E’ la cosiddetta morte d’amore che descrivono tanti mistici. “O fiamma d’amor viva che soave ferisci l’anima mia, nel suo profondo centro se vuoi ormai finisci, rompi la tela a questo dolce incontro”. (San Giovanni della Croce – Fiamma viva d’amore – Strofa 1). E’ la morte il cui pungiglione non è il peccato, ma l’amore. Santa Teresina del Bambino di Gesù, dopo la terribile notte della fede, ebbe un’estasi che durò lo spazio di un Credo, in cui morì in un trasporto di amore divino. E se ne potrebbero citare tanti altri.
Se non fosse avvenuta la tremenda catastrofe del peccato originale anche Adamo ed Eva ( e noi al loro seguito) avrebbero potuto passare dal paradiso terrestre a quello celeste senza morire. Senza il peccato le facoltà spirituali che sono l’intelligenza e la volontà, sarebbero state più forti di quelle corporee e avrebbero avuto il predominio. Sarebbe bastato loro, per esempio, avere un forte desiderio della visione beatifica, che questo desiderio sarebbe bastato a farli “partire”. Mentre adesso, dopo il peccato, c’è come una frattura in noi e le nostre facoltà superiori non riescono più a dominare su quelle inferiori. La nostra volontà ha un bel volere cose belle e buone, ma sperimenta comunque malattia, invecchiamento e tante altre cose che non vorrebbe perché non è più padrona del proprio corpo.
Con l’Assunzione al cielo di Maria meditiamo questo stupendo mistero di gloria che sarà anche il nostro destino futuro, se saremo fedeli alla grazia e docili all’azione dello Spirito Santo in noi.

fonte:Vitae Fratrum


"Un segno grandioso apparve nel cielo: 
una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle."