venerdì 31 maggio 2013

31 MAGGIO - VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Dal Vangelo secondo Luca ( 1,39-56) 
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore ». 

Breve commento

La celebrazione di questo mistero, singolarmente ricco di doni di grazia, nel quale la beata Vergine Maria, avvolta nell'ombra dello Spirito Santo e portando nel grembo il Verbo divino, visitò Elisabetta, ricorre più volte nella liturgia romana, in particolare il 31 maggio. La beata Vergine Maria, nella visita alla cugina Elisabetta, adombra il mistero della salvezza in cui Dio «ha visitato e redento il suo popolo»; e al tempo stesso è «tipo» della Chiesa, che, «sostenuta dai tuoi sacramenti, con la luce e la forza del tuo Spirito» visita l'umanità intera perché «riconosca nel Cristo il Salvatore. Ricordando questo mistero mariano, la beata Vergine Maria è celebrata come: - nuova Figlia di Sion, che porta nel suo grembo («in mezzo a te») il Signore, Re d'Israele; — arca della nuova alleanza, che, concepito il Verbo, reca «alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia»; - creatura nuova plasmata dallo Spinto Santo, la quale, «fecondata dalla rugiada celeste», diede al mondo il frutto apportatore della salvezza, Cristo Gesù; - Madre di Dio, riconosciuta tale da Elisabetta, la madre del Precursore, «nel saluto profetico» da lei pronunciato «illuminata dallo Spinto»; Madre di Dio, che interamente si offre al mistero della redenzione; - donna santa, che, dopo l'annunzio dell'Angelo, e tutta dedita alla realizzazione dei beni della salvezza, e magnifica Dio in un canto di lode traboccante di riconoscenza; Donna santa che eccelle «nel premuroso gesto della sua carità (Prefazio) e giustamente è detta beata «per aver creduto alla salvezza promessa» (Prefazio, cfr Alleluia, Lc 1, 45); Donna alla cui umiltà Dio ha guardato e che tutte le generazioni esalteranno. 

Preghiera 
O Dio, salvatore di tutti i popoli, che per mezzo della beata Vergine Maria, arca della nuova alleanza, hai recato alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia, fa' che docili all'azione dello Spirito possiamo anche noi portare Cristo ai fratelli e magnificare il tuo nome con inni di lode e con la santità della vita. Per Cristo nostro Signore.

Fioretto
Oggi farai visita ad una persona anziana o ammalata, ove ti tratterrai per fargli compagnia o dargli una mano. Se conosci donne che sono in attesa di un bambino sarebbe bello poterle fare una visita e metterti a disposizione per ogni necessità.


giovedì 30 maggio 2013

30 MAGGIO . MARIA VERGINE REGINA DELL'UNIVERSO

dal Libro del profeta Isaia 
Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno delle sovranità ed è chiamato: "Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace"; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre;
questo farà lo zelo del Signore.

Breve commento
Al mistero della beata Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione al Figlio suo, Re di tutti i secoli: «L'Immacolata Vergine (...) - afferma il Concilio Vaticano II - finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell'universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti (cfr Ap 19,16) e il Vincitore del peccato e della morte» (LG 59). Come il regno di Cristo «non e di questo mondo» (Gv 18,36), così la potestà regale di Maria non riguarda l'ordine della natura, ma quello della grazia. La Chiesa invoca giustamente l'intercessione della beata Vergine, perché i fedeli conseguano «la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli». 

Preghiera
O Padre, che ci hai dato come nostra madre e regina la Vergine Maria, dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio, per sua intercessione donaci la gloria promessa ai tuoi figli nel Regno dei Cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fioretto
Oggi mediterai sui novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso. Ti dedicherai soprattutto alla riflessione sul mistero della vita eterna, sul santo paradiso, dove ad attenderci è anche la Madre di Dio e Madre nostra.



mercoledì 29 maggio 2013

29 MAGGIO - MARIA VERGINE MADRE E MEDIATRICE DI GRAZIA

«La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Poiché ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da vera necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita». 
La beata Vergine madre e mediatrice di grazia, poiché il Padre, «nel mirabile disegno del suo amore» (Colletta; cfr Prefazio), l'ha costituita madre e collaboratrice del Redentore (cfr Colletta, Prefazio). 
La Vergine Maria e madre di grazia, poiché ha portato nel suo «grembo purissimo (...). Cristo vero Dio e vero uomo» (Antifona d'ingresso) e ci ha donato lo stesso «Autore della grazia» (Colletta; cfr Alleluia). 
La Vergine Maria è mediatrice di grazia, poiché e stata socia di Cristo nel procurarci la grazia più grande, la redenzione cioè e la salvezza, la vita divina e la gloria che non ha fine (cfr LG 61). 
Nel formulario la «mediazione» della beata Vergine viene giustamente interpretata come «provvidenza d'amore» (Prefazio): «di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace» (Prefazio). 

Preghiera

O Dio, che nel mirabile disegno del tuo amore hai voluto che Maria desse alla luce l'Autore della grazia e fosse in modo singolare associata all'opera della redenzione, per la potenza delle sue preghiere, donaci l'abbondanza delle tue grazie e guidaci al porto della salvezza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fioretto

Oggi ti farai portatore o portatrice di grazia per gli altri, condividendo la preghiera, la riflessione sulla parola di Dio, mediante la Lectio divina che farai insieme agli altri in famiglia, in comunità o da sola.


martedì 28 maggio 2013

28 MAGGIO - MARIA VERGINE, FONTE DELLA SALVEZZA

Dal libro del profeta Ezechièle (47, 1-2.8-9.12)
In quei giorni, l'angelo mi condusse in visione all'ingresso del tempio del Signore e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro. Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orien­tale, scendono nell'Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà.

Breve commento
La beata Vergine apparve nel 1854 a santa Maria Bernardetta Soubirous e fece sgorgare una sorgente d'acqua. Con questo titolo mariano vengono celebrate: - la maternità divina della beata Vergine, poiché per mezzo di lei il Signore Dio, ci ha donato una «fonte di vita»; Maria «generò dal grembo verginale il Verbo fatto uomo, Gesù Cristo, fonte d'acqua viva». Egli è in realtà il vero tempio di Dio (cfr Gv 2, 21), dal quale scaturiscono le acque di salvezza che risanano tutto ciò che bagnano (cfr. Ez 47,1-2.8-9.12); egli invita gli assetati a venire a lui e a bere (cfr Gv 7,37), invita cioè coloro che credono in lui a ricevere il dono dello Spirito Santo (cfr Gv 7,39); egli è la roccia (cfr 1 Cor 10, 4) colpita dalla lancia da cui «subito uscì sangue e acqua» (Gv 19, 25-37); - la maternità spirituale della santa Chiesa: essa che è provvida madre, estingue la sete dei fedeli, offrendo loro «le acque pure e salutari che sgorgano dal costato del Redentore» che essa «offre a tutti gli uomini con i sacramenti», soprattutto nel banchetto eucaristico. In questo sacramento i fedeli attingono con gioia «alle sorgenti del Salvatore» (cfr Is 12,3) e «i santi misteri» diventano per loro «fontana d'acqua viva che zampilla fino alla vita eterna»; - l'effusione dello Spirito Santo, che nella Scrittura viene spesso indicata con l'immagine dell'effusione delle acque. La fonte da cui sgorga l'acqua è Cristo stesso, «attingendo costantemente a questa fonte di vita possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito», e per i sacramenti da lui istituiti, gli uomini, sono colmati dello Spirito. 

Preghiera
Guarda con bontà, o Padre, il popolo cristiano, che celebra le glorie di Maria sempre Vergine, dal cui grembo è scaturita la salvezza del mondo; fa' che, attingendo costantemente a questa fonte di vita, possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fioretto
Oggi curerai in modo singolare il tuo rapporto spirituale ed umano in famiglia o in comunità, dando esempio di disponibilità e santità di vita, che deve essere la preoccupazione costante del tuo essere cristiano e devoto di Maria.


lunedì 27 maggio 2013

RIFLESSIONI DEL MESE DI MAGGIO 27°GIORNO - GESÙ, FIGLIO DI FAMIGLIA

I. - «Ritornato a Nazareth con i genitori, Gesù visse fino ai trent'anni sottomesso a loro» (Lc 2). È tutto detto. Se un segno della sua dipendenza diretta dal Padre e della missione alla quale si pre­parava, volle dare alla madre e al padre adottivo, con il silenzioso sostare con i dottori della legge al Tempio, con loro se ne tornò a ca­sa in una obbedienza e sottomissione totale per una lunga giovinez­za.

II. - Possiamo immaginare con quali sentimenti ubbidiva e lavo­rava: prontezza, diligenza, amore e gioia. Quanto siamo lontani noi! E con spirito di penitenza... Perché no? Era venuto al mondo per meritarci la salvezza. Tutta la sua vita servì a questo, anche se sa­rebbe bastato un solo sospiro!

III. - E intanto «cresceva in età, sapienza e grazia presso Dio e gli uomini». I giovani d'oggi - forse anche quelli di ieri - cercano lavoro per farsi una posizione, raggiungere l'agiatezza. Nulla di ma­le, è un dovere anche questo. Ma è da lodare tanta gioventù che sa trovare spazio per servire il Signore direttamente o nel prossimo, e sono cristiani esemplari. La figura e la presenza della Madre nella famiglia di Nazareth dev'essere per tutti un richiamo. Per le madri perché sappiano co­me educare i loro figli; per i padri perché sappiano come trattare la loro sposa e vegliare sull'educazione e onestà dei figli; per i figli perché imparino rispetto, obbedienza, laboriosità, amore. Si rivol­gano a Maria, Vergine, Sposa, Madre sempre pronta a sostenere, ad aiutare, a consolare!

ESEMPIO: Santa Germana Cousin. - Ricoperta di cenci, smunta per la fatica e la fame, invano chiedeva una minestra e un paglieric­cio per la notte. Il suo posto era nella stalla con un tozzo di pane ammuffito. Eppur la si vedeva sorridente prendere sonno. Spesso maltrattata, la piccola era però sempre obbediente. Come si spie­ga? Ella aveva preso Maria per Madre e per sposo il suo Gesù. Cre­sceva in virtù tra le sue pecorelle, pregando. A ventidue anni fu tro­vata esanime nella sua stalla con un volto di paradiso. Abbiamo tut­ti da imparare da questa santa, non ultimi coloro che, a volte, in fa­miglia sono i carnefici dei buoni!

FIORETTO: Non disubbidire anche in piccole cose, oggi, a chi ha il compito di guidarti.

OSSEQUIO: Mostrati sempre gentile con tutti in famiglia, per crea­re un'atmosfera di pace e di gioia!

GIACULATORIA: So che voi siete Madre di Dio ma per mia Madre vi voglio anch'io!

PREGHIERA: Santi sposi Maria e Giuseppe, il vostro divin Figlio fu certamente la gioia della vostra vita per tanti anni, anche se all'oriz­zonte si stagliava sanguinante una croce... Mentre voi eravate tutti protesi all'educazione e formazione umana del vostro divin Figlio, questo Figlio divino educava voi, dall'intimo, alla perfezione di tut­te le virtù. Noi vi ammiriamo e ognuno, da parte sua, vuole essere esemplare nella propria famiglia. Otteneteci grazia.


Collegio Missionario Sacro Cuore Andria



I sette peccati contro l'Eucaristia

Perché sia salda la chiarezza della fede nella Presenza eucaristica e indiscussa la fedeltà a tale Presenza, ricordiamo la denuncia già fatta dei sette peccati contro la Santissima Eucaristia.

1. Non creder nella Messa come sacrificio, ma celebrarla solo come convito fraterno, come invito alla festa e alla gioia, non alla preghiera e di rin­graziamento e alla penitenza.

2. Negare la partecipazione all'offerta cruenta della Croce sacramentalmente ripresen­tata sull'altare nella celebra­zione di ogni messa.

3. Non credere che le parole della consacrazione produco­no la vera, reale, sostanziale presenza di Gesù Cristo sotto le specie eucaristiche, rite­nendo tale presenza solo simbolica.

4. Non curarsi di briciole e frammenti del pane consacra­to caduti durante la celebra­zione, non considerandoli più materia del sacramento.

5. Non inginocchiarsi durante la Consacrazione, né davanti al tabernacolo, poiché l'Ostia sarebbe solo un simbolo e non il vero Corpo di Cristo.

6. Giudicare superflua la Con­fessione sacramentale prima di comunicarsi, anche in stato di peccato mortale, perché sarebbe sufficiente amare Cristo, fidarsi dei suoi meriti e rimettersi alla misericordia del Padre. Con la conseguen­te moltiplicazione dei sacri­legi.

7. Ritenere che basti la recita del Confiteor per ottenere il perdono dei peccati mortali, dimenticando che Gesù ha detto ai suoi apostoli: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi" (Gv. 20)


domenica 26 maggio 2013

26 MAGGIO - SANTA MARIA MADRE DEL SIGNORE


DAL VANGELO DI LUCA

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

Breve commento
Tra i titoli con i quali nel Vangelo viene chiamata la beata Vergine, è eminente il titolo di «Madre del Signore», con il quale Elisabetta, la madre del Precursore, piena di Spirito Santo (cfr Le 1,41), la salutò: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1, 42). Con questo titolo si rende gloria al Padre per la divina maternità di cui «nella (sua) sapienza di amore» per opera dello Spirito Santo ha fatto dono alla beata Vergine: verso il suo Figlio - «grandi cose hai fatto in Maria Madre del Cristo tuo Figlio», - e verso il suo popolo - «le hai affidato un compito materno nella Chiesa» -. 

Preghiera
Guarda, Signore, il tuo popolo, riunito nella memoria della beata Vergine Maria; fa' che per sua intercessione partecipi alla pienezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fioretto

Sarai particolarmente attento alle ragioni del cuore che devono spingerti ad amare soprattutto coloro che non ti amano. Un cuore docile ti aiutare a perdonare e a comprendere gli altri anche quando sbagliano nei tuoi riguardi.



sabato 25 maggio 2013

L'anima mia esulti nel Signore. Dalla «Spiegazione dell'Ecclesiaste» di san Gregorio di Agrigento


Va', mangia con gioia il tuo pane, bevi con cuore lieto il tuo vino perché Dio ha già gradito le opere tue (Qo 9, 7).
Potremmo prendere queste parole come una sicura e sana norma di saggezza umana per la vita di tutti i giorni. Tuttavia la spiegazione anagogica ci porta ad una considerazione più alta, e ci insegna a considerare il pane celeste e mistico che è disceso dal cielo e ha portato la vita nel mondo.
Così pure bere il vino spirituale con cuore sereno significa dissetarsi di quel vino che uscì dal costato della vera vite, al momento della sua passione salvifica. Di essi così parla il vangelo della nostra salvezza: Avendo preso del pane, dopo averlo benedetto, Gesù disse ai suoi discepoli: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi in remissione dei peccati. Similmente prese anche il calice e disse: Bevetene tutti: questo è il mio sangue della nuova alleanza, sparso per voi e per molti in remissione dei peccati (cfr. Mt 26, 26-28).
Coloro dunque che mangiano questo pane e bevono questo mistico vino gioiscono ed esultano e possono esclamare a gran voce: Hai portato la gioia nel nostro cuore (cfr. Sal 4, 7).
A mio giudizio, è proprio a questo pane e a questo vino che si riferisce la Sapienza di Dio sussistente, cioè Cristo nostro salvatore, quando ci invita alla comunione vitale con se stesso, Verbo divino. Lo fa con le parole del libro dei Proverbi: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato» (Pro 9, 5).

Coloro ai quali viene rivolto questo invito, devono compiere opere di luce, in modo da avere le loro anime splendenti non meno della luce stessa, come dice il Signore nel vangelo: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5, 16).
Anzi in tal caso vedranno scendere sul loro capo anche l'olio, cioè lo Spirito di verità, che li proteggerà e li preserverà da ogni maleficio di peccato.



venerdì 24 maggio 2013

24 maggio 2013 - Maria Ausiliatrice dei Cristiani


Nono Kalendas Iunii. Luna terdecima. Festum in honorem Beatae Mariae Virginis sub titulo Auxilii Christianorum –

Fête de la Très Sainte Vierge sous le titre d'Auxiliatrice des Chrétiens –

Feast of Our Lady Help of Christians –

Festa di Maria Ausiliatrice dei Cristiani –

Fiesta de la Santísima Virgen bajo el título de Auxilio de los Cristianos.


L'immensa profondità di Dio – San Colombano abate


Dio è dappertutto; egli è immenso e dovunque presente, secondo quanto egli ha detto di se stesso: Io sono un Dio vicino e non un Dio lontano (cfr. Ger 23, 23).
Non cerchiamo dunque Dio come se stesse lontano da noi, perché lo possiamo avere dentro di noi. Egli dimora in noi come l'anima nel corpo, purché siamo suoi membri sani, siamo morti al peccato e immuni dalla corruzione di una volontà perversa. Allora abita veramente in noi, perché lo ha detto egli stesso: abiterò in essi e camminerò fra loro (cfr. Lv 26, 12).
Se noi siamo degni che egli abiti in noi, allora siamo vivificati da lui nella verità, come sue membra vive.
«In lui, come dice l'Apostolo, viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17, 28).
Chi mai, dico, potrà investigare la sublime essenza di Dio, ineffabile e incomprensibile?
Chi potrà scrutare i suoi altissimi misteri? Chi oserà dire qualcosa di colui che è il Principio eternamente esistente di tutte le cose create? Chi potrà vantarsi di conoscere Dio infinito, che tutto riempie di sé e tutti abbraccia, tutto penetra e tutto trascende, tutto comprende e a tutti sfugge?
Nessuno mai lo ha visto così com'è (cfr. Gv 1, 18). Nessuno pertanto presuma di investigare i misteri incomprensibili di Dio: che cosa sia, come sia, dove sia. Questi sono misteri ineffabili, inscrutabili, impenetrabili. Devi credere questo solo, però con tutta la forza del tuo cuore: che Dio è così, come è sempre stato e come sempre sarà, perché è immutabile.

Chi dunque è Dio? Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Dio.
Non cercare altro di Dio, perché volendo conoscere la misteriosa profondità di Dio, è necessario innanzi tutto investigare la natura delle cose. La conoscenza della Trinità infatti viene giustamente paragonata alla profondità del mare, secondo il detto del Sapiente: E l'immensa profondità chi potrà trovarla? (cfr. Qo 7, 24).
Come la profondità del mare è invisibile agli sguardi umani, così la divinità della Trinità si dimostra incomprensibile ai sensi dell'uomo. Se dunque qualcuno vuol conoscere quello che deve credere, deve rendersi conto che non potrà capire di più parlandone, che credendo. La conoscenza di Dio, infatti, quanto più viene discussa, tanto più sembra allontanarsi da noi.
Cerca perciò la conoscenza di Dio più alta, quella che non sta nelle dispute verbose, ma nella santità di una buona vita; non nel parlare, ma nella fede che sgorga dalla semplicità del cuore; non quella conoscenza che si ottiene mettendo insieme le opinioni di una dotta empietà.

Se cercherai colui che è ineffabile con le discussioni, egli «fuggirà da te più lontano» (Qo 7, 23) di quanto non fosse prima. Se invece lo cercherai con la fede, troverai la sapienza presso le porte della città, dov'è la tua dimora. Lì almeno in parte la potrai vedere; anche allora però potrai raggiungerla solo in parte, proprio perché è invisibile e incomprensibile. Dio è invisibile e tale dobbiamo crederlo, anche se è possibile averne qualche conoscenza da parte di chi ha il cuore puro.

Responsorio Sal 35, 6-7; cfr. Rm 11, 33
R. Signore, la tua grazia è nel cielo, la tua fedeltà sino alle nubi, * la tua giustizia è come i monti più alti, il tuo giudizio come il grande abisso.

Dalle «Istruzioni» di san Colombano, abate



giovedì 23 maggio 2013

23 MAGGIO - MARIA VERGINE DELLA MERCEDE


Dal libro di Giuditta (15,8-10; 16, 13-14)

In quei giorni, il sommo sacerdote Ioakìm, e il consiglio degli anziani degli Israeliti, che abitavano in Gerusalemme, vennero a vedere i benefici che il Signore aveva operato per Israele e inoltre per vedere Giuditta e porgerle il loro omaggio. Appena furono entrati in casa sua, tutti insieme le rivolsero parole di benedizione ed esclamarono al suo indirizzo: 
«Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d'Israele, tu splendido onore della nostra gente. Tutto questo hai compiuto con la tua mano, egregie cose hai operato per Israele, di esse Dio si è compiaciuto. Sii sempre benedetta dall'onnipotente Signore». 
Tutto il popolo soggiunse: «Amen!».

Breve commento
Con questo titolo mariano si fa poi memoria della beata Vergine che, essendo la serva del Signore (cfr Lc 1,38) ed avendo dedicato tutta se stessa all'opera del Figlio suo redentore (cfr LG 56), giustamente è riconosciuta come congiunta indissolubilmente «alla missione redentrice del Figlio (di Dio)». La beata Vergine è celebrata come: - nuova Giuditta: come l'antica Giuditta con grande coraggio, liberò il popolo dall'assedio di Oloferne, così Maria, lottando con l'antico serpente, procurò la salvezza al popolo d'Israele e a tutta la Chiesa; - profetessa della redenzione di Israele: fatta voce del suo popolo, magnifico il Signore perché, ricordandosi della sua misericordia, aveva soccorso Israele redimendolo dalla schiavitù del peccato; - compagna della passione di Cristo: la beata Vergine, che sin dall'«umiltà del presepe» fu accanto al Figlio come madre amorevolissima, stette salda sotto la croce «come generosa compagna della (sua) passione»; - piissima madre, che Dio misericordioso ci ha donato, e che «con materna sollecitudine» si china sui fratelli del suo Figlio che gemono nell'oppressione e nell'angoscia, perché, spezzati i ceppi di ogni schiavitù, riacquistino la piena libertà del corpo e dello spirito ; - nostra avvocata e celeste patrona: Maria «esaltata alla Gerusalemme del cielo» , intercede incessantemente per noi.

Preghiera
O Dio, Padre di misericordia, che hai mandato il tuo Figlio come redentore del mondo, concedi a noi, per intercessione di Maria, che veneriamo sotto il titolo della mercede, di custodire intatto il dono della libertà filiale, acquistato a prezzo della croce, per esserne araldi e promotori fra tutte le genti. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fioretto
Oggi aiuterai nel modo più immediato e conveniente una persona in difficoltà. Ti farai portatore o portatrice di una speranza vera in un futuro migliore, impegnando la tua persona a servizio della causa della solidarietà e della fraternità universale.


L'IGNORANZA DELLE SCRITTURE È IGNORANZA DI CRISTO - San Girolamo


Adempio al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo: «Scrutate le Scritture» (Gv 5, 39), e: «Cercate e troverete» (Mt 7, 7), per non sentirmi dire come ai Giudei: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture, né la potenza di Dio» (Mt 22, 29). Se, infatti, al dire dell'apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo.
Perciò voglio imitare il padre di famiglia, che dal suo tesoro sa trarre cose nuove e vecchie, e così anche la Sposa, che nel Cantico dei Cantici dice: O mio diletto, ho serbato per te il nuovo e il vecchio (cfr. Ct 7, 14 volg.). Intendo perciò esporre il profeta Isaia in modo da presentarlo non solo come profeta, ma anche come evangelista e apostolo. Egli infatti ha detto anche di sé quello che dice degli altri evangelisti: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annunzia la pace» (Is 52, 7). E Dio rivolge a lui, come a un apostolo, la domanda: Chi manderò, e chi andrà da questo popolo? Ed egli risponde: Eccomi, manda me (cfr. Is 6, 8).
Ma nessuno creda che io voglia esaurire in poche parole l'argomento di questo libro della Scrittura che contiene tutti i misteri del Signore. Effettivamente nel libro di Isaia troviamo che il Signore viene predetto come l'Emmanuele nato dalla Vergine, come autore di miracoli e di segni grandiosi, come morto e sepolto, risorto dagli inferi e salvatore di tutte le genti. Che dirò della sua dottrina sulla fisica, sull'etica e sulla logica? Tutto ciò che riguarda le Sacre Scritture, tutto ciò che la lingua può esprimere e l'intelligenza dei mortali può comprendere, si trova racchiuso in questo volume. Della profondità di tali misteri dà testimonianza lo stesso autore quando scrive: «Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere, dicendogli: Lèggilo. Ma quegli risponde: Non posso, perché è sigillato. Oppure si dà il libro a chi non sa leggere, dicendogli: Lèggilo, ma quegli risponde: Non so leggere»(Is 29, 11-12).
(Si tratta dunque di misteri che, come tali, restano chiusi e incomprensibili ai profani, ma aperti e chiari ai profeti. Se perciò dai il libro di Isaia ai pagani, ignari dei libri ispirati, ti diranno: Non so leggerlo, perché non ho imparato a leggere i testi delle Scritture. I profeti però sapevano quello che dicevano e lo comprendevano). Leggiamo infatti in san Paolo: «Le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti» (1 Cor 14, 32), perché sia in loro facoltà di tacere o di parlare secondo l'occorrenza.
I profeti, dunque, comprendevano quello che dicevano, per questo tutte le loro parole sono piene di sapienza e di ragionevolezza. Alle loro orecchie non arrivavano soltanto le vibrazioni della voce, ma la stessa parola di Dio che parlava nel loro animo. Lo afferma qualcuno di loro con espressioni come queste: L'angelo parlava in me (cfr. Zc 1, 9), e: (lo Spirito) «grida nei nostri cuori: Abbà, Padre» (Gal4, 6), e ancora: «Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore» (Sal 84, 9).

San Girolamo

Prologo al commento del Profeta Isaia, Nn. 1. 2; CCL 73, 1-3).



mercoledì 22 maggio 2013

Omaggio a Santa Rita da Cascia


Vndecimo Kalendas Iunii. Luna undecima. Cassiae in Vmbria, sanctae Ritae, uiduae, monialis ex Ordine Eremitarum sancti Augustini; quae, post saeculi nuptias, aeternum sponsum Christum unice dilexit –

À Cascia en Ombrie, sainte Rite veuve, moniale de l'Ordre des Ermites de saint Augustin. Dégagée des liens du mariage, elle aima uniquement le Christ, son éternel époux –

At Cassia, in Umbria, [in the year 1456,] the blessed Rita, a widow, a nun of the Order of Austin Hermits, who, after having been married in the world, loved only the Eternal Bridegroom Christ –

En Casia de Umbría, santa Rita, viuda, monja de la Orden de Ermitaños de san Agustín; la cual, muerto su marido, solamente amó al inmortal esposo Cristo –

A Cassia nell'Umbria, santa Rita, vedova, monaca dell'Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino, la quale, morto lo sposo terreno, dedicò tutto il suo amore a Cristo, lo sposo immortale.


Preghiera a santa Rita per la pace in famiglia




O Dio, autore della pace e custode amoroso della carità, guarda benevolo e misericordioso la nostra 
fa­miglia. 
Vedi, o Signore, come è spesso in discordia e come la pace si allontana da essa. 
Abbi pietà di noi. Fa' che ritorni la pace, perché tu solo ce la puoi con­cedere.

O Gesù, Re di pace, ascoltaci per i meriti di Ma­ria santissima, regina della pace, e anche per i meri­ti della tua serva fedele, santa Rita, che volesti far nascere da coloro che erano chiamati « i tuoi pacie­ri », e che arricchisti di tanta carità e dolcezza da es­sere angelo di pace ovunque vedesse discordia. E tu, cara santa, prega per ottenerci questa grazia dal Si­gnore sulla nostra famiglia e su tutte le famiglie in difficoltà.

SUPPLICA A SANTA RITA DA CASCIA NEL GIORNO DELLA FESTA, 22 maggio

O santa Rita da Cascia, tu sei stata nostra sorella nella vita terrena voluta dal amore del Padre, per la quale siamo tutti uniti sotto la stessa Provvidenza da un reciproco dovere di giustizia, e nella vita della grazia del Signore Gesù crocifisso e risorto, per la quale ci chiamiamo e siamo figli di Dio; tu hai accolto con riconoscenza la opera santificatrice dello Spirito Santo, e la Chiesa ora ti afferma glorificata nella eterna visione di Dio. Supplica la Trinità Santissima affinché diventiamo saldi nella fede, perseveranti nella carità e sempre confortati dalla speranza nelle promesse divine.
Intercedi per la Chiesa, affinché tutti e ovunque siamo fedeli testimoni del Vangelo e troviamo nella fede e nella carità le risposte sicure per noi stessi e per tutti gli uomini.
Intercedi per il Papa e i Vescovi, ai quali il Signore ha affidato il compito di dirigere e governare la Chiesa, affinché lo Spirito Santo sempre li assista nel insegnamento della verità e siano testimoni di fede e di carità davanti ai popoli ed alle nazioni. Intercedi per tutti i sacerdoti, i religiosi, e le religiose, affinchè, in unione con il Papa e i Vescovi, rispondano con perseverante fedeltà alla loro particolare vocazione alla santità e ai loro impegni missionari nel mondo. Intercedi per le vocazioni sacerdotali e religiose, affinchè aumenti il numero e la santità di coloro che si donano al servizio di Dio nei fratelli. Intercedi per le nostre famiglie, turbate dagli insegnamenti di tanti maestri, affinchè riconoscano un unico Maestro, Cristo, e una unica guida a Cristo, la Chiesa, e possano formarsi e crescere in vicendevole amore cristiano, unite, anche nel sacrificio, come Cristo è unito alla chiesa.
Intercedi per i fanciulli e i giovani, affinchè imparino la vera libertà nella verità del Cristo e sappiano crescere anche nella vita sociale con piena responsabilità cristiana, sorretti da una formazione forte e sicura, consapevoli del dono e del impegno battesimale. Intercedi per la pace, tu che hai patito le conseguenze del odio e hai dimostrato che la mansuetudine ed il perdono conquistano la terra nella vera giustizia. Intercedi per tutti i cristiani, affinchè si chiamino e siano fratelli, e, per il dono della stessa fede e della stessa Eucaristia, formino un solo ovile sotto un solo pastore, adunati nella unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

Padre nostro. . .Ave Maria. . . Gloria al Padre. . .


martedì 21 maggio 2013

21 MAGGIO - MARIA VERGINE MADRE DELLA SANTA SPERANZA


DALLA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AI ROMANI (5,1-5)
Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Breve commento
Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium, n.68, afferma che la beata Vergine «brilla ora sulla terra innanzi al peregrinante popolo di Dio, quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore» (cfr 2Pt 3,10). La Chiesa considerando la funzione della beata Vergine nella storia della salvezza, spesso la invoca “speranza nostra” e «madre della speranza»: si rallegra per la natività della beata Vergine Maria «che è stata speranza e aurora di salvezza per il mondo intero»; meditando sulla sua maternità salvifica canta supplice: «Ave, speranza nostra, in te vinta è la morte, la schiavitù è redenta, ridonata la pace, aperto il paradiso»; nel mistero della gloriosa Assunzione della Madre di Dio scorge come la speranza sicura della salvezza, che risplende dinanzi a tutti i fedeli attraverso le asprezze della vita. Con questo titolo, la Madre di Cristo è venerata: - perché alimentò continuamente la virtù della speranza nel corso della sua vita terrena; «ripose ogni fiducia» nel Signore e «attese nella speranza e generò nella fede il Figlio dell'uomo, annunziato dai profeti»; - perché, assunta in cielo, è divenuta «la speranza dei fedeli»; è l'«aiuto dei disperati» e assiste, ristora e consola tutti coloro che ricorrono a lei; - perché risplende dinanzi a tutti i figli di Adamo come «segno di sicura speranza e consolazione», «finché splenda glorioso il giorno del Signore». 

Preghiera
O Dio, che ci dai la gioia di venerare la Vergine Maria, madre della santa speranza, concedi a noi, con il suo aiuto, di elevare fino alle realtà celesti gli orizzonti della speranza, perché impegnandoci all'edificazione della città terrena, possiamo giungere alla gioia perfetta, mèta del nostro pellegrinaggio nella fede. Per Cristo nostro Signore.Amen.

Fioretto
Oggi alimenterai con la preghiera, il dialogo fraterno, la disponibilità verso gli altri il dono della speranza. Maria sia la guida di te in questa giornata in cui lavorerai spiritualmente per aprire il tuo cuore a Dio e sperare in un migliore avvenire per te e per gli altri.



La preghiera del mattino suggerita da Padre Giulio Maria Scozzaro


EFFICACE PREGHIERA DI GUARIGIONE E LIBERAZIONE

Immacolata Concepita senza peccato originale,
Madre di Dio e Onnipotente per Grazia,
Regina degli Angeli, Avvocata e Corredentrice
del genere umano,
ti supplico di non guardare le mie indegnità,
ma di volermi accogliere come tuo figlio
peccatore addolorato
e di non abbandonarmi mai.
AVE MARIA...

Madre mia e fiducia mia,
a chi altri potrò ricorrere per essere aiutato?
Tu sola sei la Mediatrice di tutte le Grazie,
Colei che nella Luce di Dio
distribuisce a chi vuole,
come vuole e quando vuole
i frutti della Redenzione
operata dal Tuo Dio e Figlio Gesù.
Tu puoi aiutarmi in tutte le mie necessità,
tu sola sei la Salute degli infermi,
tu sei l'unica Madre che vuol salvare
dalla dannazione eterna tutti i figli.
AVE MARIA...

Io ricorro a Te perché Gesù Ti ha eletta
Mediatrice di tutte le Grazie,
Ti ha dato autorità universale
sul mondo visibile ed invisibile,
Ti ha arricchita della Sua Divinità,
trattenendosi per nove mesi nel Tuo grembo.
AVE MARIA...

Io mi consacro incondizionatamente a Te
perché Tu faccia di me tutto ciò che vuoi.
Mi abbandono al Tuo Amore
di Madre del Signore Gesù,
supplicandoti di accogliere unitamente a me,
la mia famiglia, tutte le persone a me care
e coloro che si affidano alle mie preghiere.
AVE MARIA...

Invoco il Tuo aiuto e la Tua protezione sull'unica
Chiesa fondata dal Signore Gesù, quella Cattolica.
Tu sei Madre di questa Chiesa!
Per i poveri peccatori privi della Luce Divina
Ti chiedo di convertirli.
Sulle sante Anime del Purgatorio
rivolgi il Tuo sguardo
e conducile presto in Paradiso.
AVE MARIA...

Ti prego di sostenere,
proteggere e guidare sempre
la Tua Associazione Cattolica "GESÙ E MARIA",
di preservare da pericoli e difficoltà
tutti coloro che vi lavorano per la Gloria di Dio.
Di aiutare e custodire tutti gli associati
e quanti diffondono le pubblicazioni
e lavorano con amore
per far conoscere Gesù e Te.
AVE MARIA...

Tu sei stata Assunta in Cielo in Anima e Corpo
e sei viva e vera. Sei Onnipotente per Grazia
ed ascolti anche ogni mio sospiro
e ogni mio pensiero.
Sono assolutamente sicuro
che Tu adesso mi stai ascoltando,
Tu già conosci tutto di me
perché mai mi perdi di vista.
Tu mi sei stata sempre accanto,
ma io sono stato distratto.
Aiutami adesso e donami questa Grazia
a me necessaria
(chiedere la Grazia).
AVE MARIA...

O Madre Santissima, prostrato ai Tuoi piedi,
a Te che riversi come un fiume le Grazie di Gesù
e le distribuisci a coloro che Te le chiedono,
O Madre Santissima, prostrato ai Tuoi piedi,
a Te che riversi come un fiume le Grazie di Gesù
e le distribuisci a coloro che Te le chiedono,
per i Tuoi dolori, per i Tuoi meriti,
per la Tua obbedienza ed umiltà,
Ti chiedo in ginocchio di farmi questa Grazia
(chiedere la Grazia).
AVE MARIA...

Ti ringrazio o Madre mia,
l'amore che ho per Te
e l'affetto che Tu hai per me
mi danno certezza che Tu
questa Grazia me la farai.
Io devo vivere da vero e buon Tuo figlio,
pregare e perseverare ogni giorno,
ma la Grazia che Ti ho chiesto
-nonostante tutti i miei peccati-
me la farai (chiedere la Grazia).
Lo so, ne sono certo,
è l'amore che ho per Te a dirmelo
perché ho piena fiducia in Te,
credo fermamente nel Tuo amore per me.
SALVE REGINA...

CONSACRAZIONE DA RECITARE OGNI GIORNO
(con approvazione ecclesiastica)



lunedì 20 maggio 2013

LUCE CHE ILLUMINA OGNI UOMO – San Massimo il Confessore


La lampada posta sul candelabro è la luce del Padre, quella vera che illumina ogni uomo che viene al mondo (Gv 1,9), il Signore nostro Gesù Cristo.  [...]
 Chiamò lucerniere la santa Chiesa, perché in essa risplende la parola di Dio mediante la predicazione, e così, con i bagliori della verità, illumina quanti si trovano in questo mondo come in una casa, arricchendo le intelligenze con la conoscenza di Dio...
  Questa parola annunziata dalla Chiesa esige di essere posta sulla sommità del lucerniere, cioè all'apice dell'onore e dell'impegno di cui la Chiesa è capace. Infatti finché la parola è nascosta dalla lettera della legge come da un moggio, lascia tutti privi della luce eterna. Essa non può trasmettere la visione spirituale a chi non si sforzi di togliere il velo del senso materiale che trae in inganno e può addirittura fuorviare verso l'errore e la falsità. Invece va posta sul lucerniere della Chiesa. Ciò significa che la parola rivelata va intesa nel senso interiore e spirituale, spiegato dalla Chiesa stessa. Solo così potrà veramente illuminare ogni uomo che si trova nel mondo. Se infatti la Scrittura non viene intesa spiritualmente mostra solo un significato superficiale e parziale e non può far giungere al cuore tutta la sua ricca sostanza [...]
  Guardiamoci dunque dal porre sotto il moggio la lucerna, che accendiamo con la contemplazione e la pratica coerente della parola... Non riduciamo colpevolmente la indescrivibile vitalità della sapienza a causa della lettera; ma poniamo la luce sopra il lucerniere cioè sulla santa Chiesa, di modo che dall'alta cima di una interpretazione autentica ed esatta, mostri a tutti lo splendore della verità divina.

San Massimo il Confessore  
Risposte a Talassio, Quaest. 63, PG 90, 667-670


domenica 19 maggio 2013

Papa Francesco: vescovi e preti stiano alla larga da ricchezza e vanità.


«Lo spirito del carrierismo fa tanto male alla Chiesa».

Città del Vaticano, 15 maggio 2013 - «Quando un prete, un vescovo va dietro ai soldi, il popolo non lo ama e quello è un segno. Ma lui stesso finisce male…». Papa Francesco, prima dell’udienza generale, celebra messa a Santa Marta e spiega che San Paolo ricorda di aver lavorato con le sue mani: «Non aveva un conto in banca, lavorava!». Poi scandisce: «E quando un vescovo, un prete va sulla strada della vanità, entra nello spirito del carrierismo e fa tanto male alla Chiesa, fa il ridicolo alla fine, si vanta, gli piace farsi vedere, tutto potente… E il popolo non ama quello!». Sono la «ricchezza» e la «vanità» le due tentazioni dalle quali devono guardarsi vescovi e preti, dice. E chiede di pregare perché siano «pastori» e non «lupi».
I LUPI - Da tempo Bergoglio denuncia il carrierismo, la «mondanità spirituale», come il pericolo più grande della Chiesa. La sua riforma si fonda su un richiamo continuo allo spirito evangelico. «Alla fine un vescovo non è vescovo per se stesso, è per il popolo; e un prete non è prete per se stesso, è per il popolo». Il servizio proprio del pastore è «proteggere il suo gregge dai lupi», spiega nell’omelia a Santa Marta. «Quando il vescovo fa così crea un bel rapporto col popolo, come il vescovo Paolo lo ha fatto col suo popolo: c’è un amore fra di loro, un vero amore, e la Chiesa diventa unita». Per questo «noi abbiamo bisogno delle vostre preghiere», aggiunge, «perché anche il vescovo e il prete possono essere tentati».

TENTAZIONI – Le tentazioni sono quelle di cui scriveva Sant’Agostino, cita Papa Bergoglio: «La ricchezza, che può diventare avarizia, e la vanità». Quando un vescovo o un prete «si approfitta delle pecore per se stesso, il movimento cambia: non è il prete, il vescovo per il popolo, ma il prete e il vescovo che prende dal popolo». L’autore delle «Confessioni», ricorda il Papa, dice che costui «prende la carne per mangiarla alla pecorella, si approfitta; fa negozi ed è attaccato ai soldi; diventa avaro e anche tante volte simoniaco. O se ne approfitta della lana per la vanità, per vantarsi».

POVERI E UMILI – La conclusione di Francesco è ancora un invito a pregare per i proprio pastori «perché siamo poveri, perché siamo umili, miti, al servizio del popolo». Il Papa rimanda al capitolo 20 degli Atti degli Apostoli «dove Paolo dice: vegliate su voi stessi e su tutto il gregge. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé». Ed esclama ai fedeli: «Leggete questa bella pagina e leggendola pregate, pregate per noi vescovi e per i preti. Ne abbiamo tanto bisogno per rimanere fedeli, per essere uomini che vegliano sul gregge e anche su noi stessi, che fanno la veglia proprio, che il loro cuore sia sempre rivolto al suo gregge. Che il Signore ci difenda dalle tentazioni, perché se noi andiamo sulla strada delle ricchezze, se andiamo sulla strada della vanità, diventiamo lupi e non pastori. Pregate per questo, leggete questo e pregate». (corriere.it)

Fonte: http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_15/papa-vescovi_d4224aca-bd43-11e2-a017-98f938f31864.shtml




sabato 18 maggio 2013

18 MAGGIO - MARIA VERGINE, TEMPIO DEL SIGNORE

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (21, 1-5)

Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: « Ecco la dimora di Dio con gli uomini ! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate ». E Colui che sedeva sul trono disse: « Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Breve commento
Sotto l'immagine del «tempio» si celebra la maternità divina della beata Vergine Maria e la santità della sua vita. Maria santissima è chiamata «santuario» «preparato con arte ineffabile» da Dio per il Figlio suo singolare «tempio della gloria» di Dio, per «l'obbedienza della fede (...) nel mistero dell'incarnazione ». Altre immagini tratte dalla sacra Scrittura, il cui significato è pressoché identico a quello del «tempio» sono interpretate come figure della beata Vergine: dimora, nella quale abita Dio e che non potrà vacillare; casa del Signore, che Dio ha riempito con la sua presenza; casa d'oro, «adornata dei doni dello Spirito»; aula regale, «illuminata dal sole di giustizia», in cui abita il Re dei re; «città santa, allietata da fiumi di grazia»; «arca dell'alleanza, che porta, l'autore della nuova legge». 

Preghiera
O Dio, che nel grembo verginale di Maria hai preparato con arte ineffabile il santuario del Cristo tuo Figlio, fa' che custodendo integra la grazia del Battesimo, diventiamo tuoi adoratori in spirito e verità, per essere edificati in tempio vivo della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fioretto
Oggi trascorrerai, se è possibile, almeno un’ora nella chiesa parrocchiale, per pregare e partecipare ai vari riti liturgici. In alternativa ti dedicherai in casa o altrove ad un’ora di meditazione personale, nel silenzio più assoluto, con l’ausilio di una buona lettura spirituale.



venerdì 17 maggio 2013

17 maggio - Maria, Madre del Bell'Amore



DAL LIBRO DEL SIRACIDE

Io, come vite, produco germogli di grazia, e i miei fiori danno frutti di gloria e di rettitudine. Io sono la madre del bell'amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.

Breve commento
Nella Vergine Maria che è «tutta bella» e «senza macchia», si trovano, portate a perfezione, le egregie virtù delle donne dell'Antico Testamento: la bellezza e l'amore della Sposa, del Cantico dei Cantici; la bellezza e la saggezza di Giuditta; lo splendore e la grazia della Regina, sposa del Re messianico. La «via della bellezza» è il cammino della perfezione cristiana; i fedeli che la percorrono «insieme con Maria» sono aiutati «a progredire nella, via del santo amore» e si rivolgono a Dio, «perché ripudiando la turpitudine del peccato (si innamorino) della bellezza incorruttibile».

PREGHIERA
Guarda, o Padre, all'umile tua serva, la Vergine Maria, che sta davanti a te rivestita della gloria del tuo Figlio e adornata di ogni virtù e dono dello Spirito; per sua intercessione, concedi a noi di seguire ciò che è vero e giusto ai tuoi occhi, per giungere alla fonte dell'eterna bellezza e del santo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

FIORETTO
Oggi curerai in modo particolare la tua bellezza spirituale ed interiore. Eviterai trucchi, profumi e mezzi estetici che fanno risaltare la tua bellezza fisica o la mettono al riparo di giudizi negativi. Cerca la semplicità del cuore e del corpo, recuperando i sani principi morali del pudore e della vita interiore.



giovedì 16 maggio 2013

Il Santo Rosario e il dragone


"Figli prediletti, nella battaglia in cui ogni giorno siete impegnati contro Satana e contro il potente esercito del Male, oltre all'aiuto speciale che vi danno gli Angeli del Signore, avete bisogno di usare un'arma sicura e invincibile: quest'arma è la vostra preghiera. Con la preghiera voi potete sempre liberare un numero immenso di anime che Satana è riuscito a far prigioniere. La preghiera che lo prediligo è il Santo Rosario. Per questo, nelle mie numerose apparizioni, lo invito sempre a recitarlo, mi unisco a coloro che lo dicono, lo domando a tutti con ansia e preoccupazione materna. Perché il Santo Rosario è così efficace? Perché è una preghiera semplice, umile e vi forma spiritualmente alla piccolezza e alla semplicità di cuore. Oggi Satana riesce a conquistare ogni cosa con lo spirito di superbia e di ribellione a Dio e ha terrore di coloro che seguono la vostra Mamma Celeste sulla strada della piccolezza e dell'umiltà. Mentre questa preghiera è disprezzata dai grandi e dai superbi, essa viene recitata, con tanto amore e con tanta gioia dagli umili e dai fedeli che hanno accolto il mio invito.
La superbia di Satana sarà ancora vinta dall'umiltà dei piccoli e il Dragone rosso si sentirà definitivamente umiliato e sconfitto quanto lo lo legherò non servendomi di una grossa catena, ma di una fragilissima corda: quella del Santo Rosario.
E' una preghiera che voi fate insieme con Me. Quando mi invitate a pregare per voi, lo esaudisco la vostra domanda e associo la mia voce alla vostra, unisco la mia alla vostra preghiera. Essa diventa perciò sempre più efficace, Perché la vostra Mamma Celeste è la onnipotenza supplice. Quando io domando sempre ottengo, Perché Gesù non può mai dire di no a quanto gli chiede sua Madre.
Con la contemplazione dei suoi misteri, venite a comprendere il disegno di Gesù che si delinea in tutta la sua vita, dall'Incarnazione al compimento della sua Pasqua gloriosa e così penetrate sempre più nel mistero della Redenzione.
Col Rosario venite formati alla perfetta Gloria del Padre, attraverso la frequente ripetizione della preghiera che Gesù vi ha insegnato: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno". Venite pure formati alla perenne adorazione della Santissima Trinità con la recita del "Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo".
La vostra Mamma Celeste oggi vi domanda dì usare il Santo Rosario come l'arma più efficace per combattere la grande battaglia agli ordini della "Donna vestita di sole". Allora il potente Dragone rosso sarà tutto legato da questa catena, il suo margine di azione diventerà sempre più ridotto e alla fine potrà essere reso impotente e inoffensivo. Apparirà a tutti il miracolo del trionfo del mio Cuore Immacolato "

(La Madonna a don S. Gobbi, il 7/10/1983)

[Tratto da un testo di Don Pasqualino Fusco]



mercoledì 15 maggio 2013

Il rispetto umano

I. - Tu vorresti convertirti, ma non lo fai. Perché mai? Per ri­spetto umano. Tu ragioni così: se non vado più in quella casa, si so­spetta che il confessore me l'ha proibito; se abbandono quelle com­pagnie, si dirà che voglio ritirarmi in un eremo; se non partecipo a quei discorsi e battute argute, mi terranno per un debole di spirito; se mi si vede modesto, riservato, si dirà che son pieno di scrupoli. Insomma, sarò preso per un bigotto, per un baciapile, per un topo di sagrestia!

II. - È increscioso. Avresti genio di farti santo, ma temi il «che si dirà?»... Mi diranno un cafone, se lascio queste acconciature, questi vestiti alla moda forse un po' procaci invero...; e sarò segnato quale ipocrita se mi si vede troppo in chiesa, ai sacramenti, negli ospedali a visitare infermi, o nelle case dei poveri...

III. - Ma se tu arrossisci delle livree del Cristo crocifisso, egli un giorno arrossirà di te. L'ha detto! 

Ne va di mezzo non quattro giorni di vita, ma un'eternità! Egli ti dirà: «Non ti conosco! 
Via da me, ope­ratore d'iniquità! ». Debbo decidermi a far guerra al rispetto umano. Il rispetto uma­no è dei codardi, è dei vili. Non mi posso illudere di sentirmi al sicuro per qualche nascosta devozione a Maria. Io mi comporto esteriormente tutto al contrario di come si comportava Maria, la sola creatura umana che non avrebbe scandalizzato alcuno pur vestendo con decoro e ovunque si potesse trovare. 
La sua bellezza esteriore non era che riflesso della santità interiore, ed elevava lo spirito di chi la incontrava. Ma non è così per me! Ricorro allora a Maria per avere la forza di superare gli sguardi e giudizi umani.

ESEMPIO: San Pellegrino Laziosi. - Siamo a Forlì. Anno 1283. Una città delle Romagne, divisa, come altre, dalle fazioni dei Guelfi e Ghibellini. S. Filippo Benizzi si prodigava con forte parola e mira­coli a portare pace, ma quante ingiurie e percosse non ricevette. 

An­che il giovane Pellegrino ardì percuotere il santo. Ma pentitosi del mal fatto, andò a prostrarsi innanzi al Benizzi per chiedere perdo­no. Il santo gli disse: «Ringrazia il Signore che ti ha toccato il cuore. Va, prega la Madonna che ti ottenga la perseveranza». Vi andò, e seppur beffeggiato dai compagni di prima, egli si dà alla ricerca d'un asilo sicuro ove stare solo con Dio. Un giorno, in cattedrale, ha una visione, la Vergine gli dice: «Va a Siena e cerca di P. Filippo e pregalo che ti accetti nel mio ordine dei Serviti». 
Entrò così novizio in quell'ordine progredendo nella virtù. Ritornato a Forlì, visse da santo... E per questo lo veneriamo sugli altari.

FIORETTO: Fa una preghiera e un piccolo sacrificio perché qualche anima mondana riesca a superare il rispetto umano e si dia a vita cristiana più esemplare.

OSSEQUIO: Passando per via non ritrarti dall'inchinare il capo da­vanti a qualche immagine sacra che incontri, o a qualche chiesa.

GIACULATORIA: Per tutti i rei pregate Iddio. Son reo, purtroppo, o Madre, anch'io!

PREGHIERA: O Maria, non vogliamo tradire più la nostra fede cri­stiana! Ci mostreremo sinceri e forti senza arrossire con la nostra condotta e con la parola, se fosse il caso. Donaci, o Madre, grazia!


Fonte: Collegio Missionario Sacro Cuore Andria



martedì 14 maggio 2013

14 Maggio - Maria, Madre del Buon Consiglio. Il Rosario è la nostra preghiera


Dal Vangelo secondo Giovanni 
In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».

Breve commento

La beata Vergine è giustamente onorata sotto il titolo di «madre del buon consiglio»: ella è la madre di Cristo, che Isaia profeticamente chiamò «Consigliere mirabile»; visse tutta la sua vita sotto la guida dello «Spirito del consiglio», che la «avvolse»; «aderì intimamente all'eterno Consiglio di ricapitolare in Cristo tutte le cose» venne da Dio colmata dei doni dello Spirito Santo, fra i quali emerge «lo spirito della sapienza». La beata Vergine viene celebrata come madre e maestra che, arricchita del dono del consiglio, con animo colmo di gratitudine annunzia ciò che dice la Sapienza stessa: «A me appartiene il consiglio e la saggezza, mia e la prudenza, mia la fortezza»; e questi doni ella volentieri li elargisce ai suoi figli e discepoli, esortandoli a compiere anzitutto ciò che Cristo ha detto loro di fare.

Preghiera
Signore, tu sai quanto timidi e incerti sono i pensieri dei mortali; per intercessione di Maria, madre del buon consiglio, nel cui grembo verginale il Verbo si è fatto uomo, concedi a noi il tuo Spirito, perché ci faccia conoscere ciò che piace a te e ci guidi nei travagli della vita.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fioretto

Oggi valorizzerai i buoni e saggi consigli che le persone rette ti potranno dare; ma sarai anche tu strumento di buon consiglio a chi ti è vicino. Inoltre, sei hai responsabilità diretta in famiglia, a scuola, nel lavoro o dovunque eserciti un servizio farai in modo di dare i giusti consigli solo se richiesto e solo se ne vedi l’urgenza e l’opportunità del momento.





Il Rosario è la nostra preghiera

Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa. Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. In questa preghiera ripetiamo molte volte le parole che la Vergine Maria udì dall’Arcangelo e dalla sua parente Elisabetta. A queste parole si associa tutta la Chiesa. Si può dire che il Rosario è, in certo modo, un commento-preghiera dell’ultimo capitolo della Costituzione “Lumen Gentium” del Concilio Vaticano II, capitolo che tratta della mirabile presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa.

È la vita di Cristo
Sullo sfondo delle parole “Ave Maria” passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono nell’insieme dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, e ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso - potremo dire - il Cuore della sua Madre.

È la nostra vita
Il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità; le vicende personali e quelle del prossimo e, in modo particolare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno a cuore. Così, la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana.

È il nostro grazie
In queste ultime settimane ho avuto numerose prove di benevolenza da parte degli uomini di tutto il mondo. La mia gratitudine voglio tradurla in decine del Rosario, per poterla esprimere in preghiera, oltre che in modo umano; nella preghiera così semplice e così ricca che è il ROSARIO. Esorto cordialmente tutti a recitarlo.

Beato Giovanni Paolo II