Il Signore Gesù, dopo aver predetto ai suoi discepoli le
persecuzioni che avrebbero dovuto soffrire dopo la sua partenza,
soggiunse: Queste cose non ve le ho dette fin da principio
perché ero con voi. Adesso, però, vado a colui che mi ha mandato (Gv
16, 5). La prima cosa da vedere qui è se precedentemente aveva o no già
predetto le persecuzioni. Gli altri tre evangelisti dimostrano chiaramente che
egli ne aveva parlato anche prima di venire alla cena (cf. Mt 24, 9; Mc 13,
9-13; Lc 21, 12-17); mentre, secondo Giovanni, egli ne parlò solo alla fine
della cena, quando disse: Queste cose non ve le ho
dette fin da principio perché ero con voi.
Si può risolvere la questione rispondendo che anche dagli
altri evangelisti risulta che egli era prossimo alla passione quando diceva
queste cose. Dunque non disse queste cose fin dal primo momento che era con
loro, perché ormai stava per partire e andare al Padre e perciò anche presso
gli altri evangelisti si trova la conferma che Gesù pronunciò queste
parole: Queste cose non ve le ho dette fin dal
principio. Ma come si salva la veracità del Vangelo secondo
Matteo, il quale afferma che il Signore preannunziò queste cose non solo a
Pasqua, poco prima della Cena e nell'imminenza della Passione, ma fin dal
principio, quando i dodici Apostoli vengono presentati con il loro nome e
inviati a compiere le opere di Dio (cf. Mt 10, 17)?
In che senso allora si devono intendere queste parole del
Signore: Queste cose non ve le ho dette fin dal
principio perché ero con voi? Non forse nel senso che egli
parla dello Spirito Santo, che sarebbe sceso sui discepoli per rendere a lui
testimonianza, quando essi avrebbero dovuto subire tutti questi patimenti e di
cui non aveva parlato fin dal principio perché egli era con loro? Questo
Consolatore o Avvocato (il greco Paracleto ha questi due significati) era
necessario dopo la partenza di Cristo, e perciò egli non ne aveva parlato fin
dal primo momento che era con loro e li confortava con la sua presenza. [Ma
essendo ormai sul punto di partire, era necessario che annunciasse la venuta
dello Spirito Santo, per mezzo del quale doveva essere riversata la carità nei
loro cuori rendendoli capaci di proclamare con fiducia la parola di Dio; e
così, mentre lo Spirito Santo avrebbe reso testimonianza a Cristo dentro di
loro, essi stessi gli avrebbero reso testimonianza, senza scandalizzarsi quando
i Giudei ostili li avessero cacciati dalle sinagoghe e li avessero uccisi
credendo con ciò di rendere culto a Dio. Perché la carità, che doveva essere
riversata nei loro cuori mediante il dono dello Spirito Santo (cf. Rm 5, 5),
sopporta tutto (cf. 1 Cor. 13, 7). Ecco dunque il senso completo delle sue
parole: egli voleva fare dei discepoli i suoi martiri, cioè i suoi testimoni,
per mezzo dello Spirito Santo: sostenuti dalla sua forza operante in loro, essi
sarebbero stati capaci di affrontare le più dure persecuzioni, e, infiammati da
quel fuoco divino, non si sarebbe raffreddato in loro l'ardore della
predicazione. Dunque: Vi ho detto queste cose
affinché, quando verrà l'ora, ve ne ricordiate che io ve l'ho detto (Gv
16, 4). Cioè, vi ho detto queste cose, non soltanto perché dovrete subirle, ma
anche perché, quando verrà il Paracleto e mi renderà testimonianza, non abbiate
a tacere per paura, ma mi rendiate, anche voi, testimonianza. Queste cose non ve le ho dette fin dal
principio perché ero con voi, e vi consolavo con la mia
presenza corporale sensibile, quale si conveniva a voi ancora bambini].
Sant'Agostino
Tractatus 94 in Joannem,
initio
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