giovedì 28 marzo 2013

Il Tempo di Passione preparazione prossima al mistero pasquale. - San Leone Magno

Dilettissimi, non ignoriamo che tra tutte le solennità cristiane il mistero pasquale è il principale e per accoglierlo degnamente, come si deve, tutte le istituzioni degli altri tempi costituiscono una preparazione.
I giorni presenti però, esigono più degli altri la nostra devozione, perché, come sappiamo, sono prossimi a quel mistero sublimissimo della divina misericordia. Giustamente in questi giorni sono stati stabiliti dai Santi Apostoli i digiuni, affinchè, partecipando in comune alla croce di Cristo, anche noi apportiamo il nostro contributo a quanto egli ha fatto per noi. In proposito San Paolo dice: Se soffriamo con Lui, saremo con Lui glorificati (Rm.8,17). Certa e sicura è la speranza della beatitudine promessa quando si partecipa alla passione del Signore.

A nessuno, dilettissimi, è negata la partecipazione a questa gloria a motivo delle condizioni di una epoca, quasi che la tranquillità e la pace non abbiano occasione di esercitare la virtù. Infatti l’Apostolo asserisce: Tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù sperimenteranno la persecuzione (2 Tim. 3,12). Perciò mai manca la tribolazione e la persecuzione, se mai vien meno la pratica della pietà. Il Signore stesso nei suoi insegnamenti afferma: Chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me (Mt.10,38). E dobbiamo essere certi che queste parole non riguardano soltanto i discepoli di Cristo, ma tutti i fedeli e tutta la Chiesa, la quale ascolta la via della salvezza per mezzo di quelli che erano presenti.

Dunque, come in ogni tempo si deve vivere con pietà, così in ogni tempo si deve portare la croce. Giustamente si dice che ognuno deve portare la propria croce, perché ognuno la sopporta secondo le proprie capacità e misure.
La persecuzione ha un nome solo ma la causa della lotta non è una sola; per lo più vi è maggior pericolo quando si è occultamente insidiati che quando il nemico è manifesto. Giobbe, ammaestrato dall’alterna vicenda dei beni e dei mali in questo mondo diceva: Non è forse tentazione la vita dell’uomo sulla terra? (Gb. 7,1). Infatti, l’anima fedele non solo è ostacolata quando ha dolori e tormenti del corpo, ma anche è soggetta a grave malattia quando, sebbene nelle incolumità delle membra, è illanguidita dal piacere carnale. Ma siccome la carne brama cose contrarie allo spirito, e lo spirito desidera cose contrarie alla carne, l’anima razionale viene armata con la croce di Cristo; così, quando è sollecitata dalle dannose cupidigie, non acconsente, poiché è trafitta con i chiodi della continenza e con il timore di Dio.

Dominica I Passionis 
S.LEONE MAGNO
Sermo 9 de Quadragesima
Breviario Romano, Mattutino, Letture II Notturno




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