“La causa della famiglia è la causa dell’uomo stesso e della civiltà”.
Reduce dai giorni del settimo Incontro mondiale del...le famiglie, Benedetto XVI ha terminato con questa affermazione l’udienza generale di stamattina in Piazza San Pietro, dove ha ricordato le esperienze vissute lo scorso fine settimana nel capoluogo lombardo. Alla fine dell’udienza, il Papa ha ricordato la Messa solenne che domani sera presiederà in Vaticano per la festa del Corpus Domini.
Grazie per avermi fatto vivere un momento “con le famiglie e per le famiglie”. Benedetto XVI comincia così, davanti alla folla dell’udienza generale, il tradizionale riepilogo dei ricordi e dei sentimenti. Poco più di 48 ore, ha detto, non hanno certo dissipato l’onda del “grande calore” che lo ha investito mettendo piede a Milano, le “strade gremite di gente”, le tante dimostrazioni di “sincera disponibilità ad accogliere e a testimoniare il ‘Vangelo della famiglia’”:
“Sì, perché non c’è futuro dell’umanità senza la famiglia; in particolare i giovani, per apprendere i valori che danno senso all’esistenza, hanno bisogno di nascere e di crescere in quella comunità di vita e di amore che Dio stesso ha voluto per l’uomo e per la donna”.
Echi di quanto affermato nelle varie tappe della visita sono risuonati nelle considerazioni offerte dal Papa alla catechesi. Specie la vicinanza alle famiglie in difficoltà – per la crisi economica, per il terremoto – immagini queste di filo rosso solidale tornato più volte durante gli eventi, dall’arrivo in Piazza Duomo, al concerto alla Scala, alla Messa al Parco di Bresso, definita una “grande cattedrale a cielo aperto”. Benedetto XVI ha ripetuto che “in Gesù di Nazareth Dio si fa vicino e porta la nostra sofferenza”. Così come è in famiglia, ha notato…
“…che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri; ed è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore la luce della pace perché illumini questo nostro mondo”.
Poi, Benedetto XVI ha rivisitato la tematica dell’Incontro mondiale, con la famiglia, il lavoro e la festa visti come termini di un’equazione dal risultato non sempre felice. A causa, ha affermato il Pontefice, di una “prepotenza degli impegni lavorativi” che oggi minaccia gli equilibri familiari e che richiede, da chi scrive le leggi a chi le applica, grande attenzione:
“La legislazione e l’opera delle istituzioni statali siano a servizio e a tutela della persona nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione, e dal riconoscimento dell’identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”.
Sull’altro versante, ha proseguito, la festa – e, particolarmente per i cristiani, la celebrazione della festa – deve essere salvaguardata da quella deriva “commerciale” stigmatizzata a Milano:
“Sì, perché non c’è futuro dell’umanità senza la famiglia; in particolare i giovani, per apprendere i valori che danno senso all’esistenza, hanno bisogno di nascere e di crescere in quella comunità di vita e di amore che Dio stesso ha voluto per l’uomo e per la donna”.
Echi di quanto affermato nelle varie tappe della visita sono risuonati nelle considerazioni offerte dal Papa alla catechesi. Specie la vicinanza alle famiglie in difficoltà – per la crisi economica, per il terremoto – immagini queste di filo rosso solidale tornato più volte durante gli eventi, dall’arrivo in Piazza Duomo, al concerto alla Scala, alla Messa al Parco di Bresso, definita una “grande cattedrale a cielo aperto”. Benedetto XVI ha ripetuto che “in Gesù di Nazareth Dio si fa vicino e porta la nostra sofferenza”. Così come è in famiglia, ha notato…
“…che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri; ed è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore la luce della pace perché illumini questo nostro mondo”.
Poi, Benedetto XVI ha rivisitato la tematica dell’Incontro mondiale, con la famiglia, il lavoro e la festa visti come termini di un’equazione dal risultato non sempre felice. A causa, ha affermato il Pontefice, di una “prepotenza degli impegni lavorativi” che oggi minaccia gli equilibri familiari e che richiede, da chi scrive le leggi a chi le applica, grande attenzione:
“La legislazione e l’opera delle istituzioni statali siano a servizio e a tutela della persona nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione, e dal riconoscimento dell’identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”.
Sull’altro versante, ha proseguito, la festa – e, particolarmente per i cristiani, la celebrazione della festa – deve essere salvaguardata da quella deriva “commerciale” stigmatizzata a Milano:
“La domenica è il giorno del Signore e dell’uomo, un giorno in cui tutti devono poter essere liberi, liberi per la famiglia e liberi per Dio. Difendendo la domenica, si difende la libertà dell’uomo”.
E concludendo con l’immagine del milione e più di persone transitate nei giorni del raduno delle famiglie, Benedetto XVI ha affermato – ringraziando per questo l’arcidiocesi ambrosiana e le autorità locali e nazionali – che nel capoluogo lombardo si è assistito a “un’eloquente ‘epifania’ della famiglia”:
“Da Milano è stato lanciato a tutto il mondo un messaggio di speranza, sostanziato di esperienze vissute: è possibile e gioioso, anche se impegnativo, vivere l’amore fedele, ‘per sempre’, aperto alla vita; è possibile partecipare come famiglie alla missione della Chiesa ed alla costruzione della società”.
Al momento dei saluti conclusivi, il Papa ha ricordato la festa del Corpus Domini, che domani alle 19.00 lo vedrà presiedere una Messa solenne sul Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano.
“Da Milano è stato lanciato a tutto il mondo un messaggio di speranza, sostanziato di esperienze vissute: è possibile e gioioso, anche se impegnativo, vivere l’amore fedele, ‘per sempre’, aperto alla vita; è possibile partecipare come famiglie alla missione della Chiesa ed alla costruzione della società”.
Al momento dei saluti conclusivi, il Papa ha ricordato la festa del Corpus Domini, che domani alle 19.00 lo vedrà presiedere una Messa solenne sul Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano.
Fonte: Radio Vaticana 6 giugno 2012 by Alessandro De Carolis
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