venerdì 8 giugno 2012

Turchia: cattolici arricchiti dalla testimonianza del martire Mons. Padovese

Centinaia di fedeli presenti alla messa in memoria del prelato ucciso a Iskenderun (Anatolia) il 3 giugno 2010. Il racconto di P. Domenico Bertogli, parroco di Antakya (Antiochia) e vicario generale di mons. Padovese. Dura solo sette minuti la quinta udienza del processo contro Murat Altun, autore dell'omicidio.
"Il sacrificio di mons. Padovese interpella tutti i cattolici di Turchia a riflettere sul presente della nostra piccola Chiesa, che guarda avanti arricchita dalla testimonianza di fede dei suoi martiri". È quanto afferma ad AsiaNews, p. Domenico Bertogli, parroco della comunità cattolica di Antakya (Antiochia) e Vicario generale di monsignor Padovese in Anatolia. Lo scorso 3 giugno a Iskenderun, egli ha partecipato alla messa per il secondo anniversario della morte del prelato cappuccino ucciso nel 2010 nella sua casa a Sultanköy (Iskenderun) dal suo autista, Murat Altum. Oggi, a Iskenderun si è tenuta la quinta udienza del processo contro l'omicida. Secondo fonti di AsiaNews essa è durata solo sette minuti. La prossima seduta si terrà il 4 luglio.

La cerimonia del 3 giugno è stata presieduta da Mons. Ruggero Franceschini, presidente della Conferenza episcopale turca ed Arcivescovo e metropolita di Izmir. Dopo la messa, nella Cappellina della Cattedrale è stato inaugurata una bacheca in memoria di mons. Padovese. Essa custodisce il suo breviario, il suo calice, il pastorale e la mitra, alcuni dei suoi libri scritti e i pantaloni macchiati di sangue trovati nella sua camera da letto il giorno della sua uccisione.

P. Domenico racconta che "alla messa in cattedrale hanno partecipato centinaia di fedeli provenienti da Antakya, Adana, Tarsus, Mersin e altre città dell' Anatolia". "Fra i cattolici - continua - la testimonianza di mons. Padovese è ancora viva. Essi ricordano la sua bontà, l'apertura al dialogo con i musulmani e il rispetto per le altre fedi mostrato durante il suo episcopato".

A due anni dalla morte del prelato, la diocesi di Iskenderun non ha un vescovo. "Purtroppo - aggiunge p. Domenico - la sede è ancora vacante e a tutt'oggi non vi sono disposizioni in merito. Due anni di attesa sono una cosa abbastanza anomala". Secondo il sacerdote tale situazione pesa soprattutto sui sacerdoti, che hanno bisogno di una guida per compiere il loro lavoro pastorale.

Mons. Luigi Padovese, cappuccino, è stato sgozzato il 3 giugno 2010 dal suo autista, Murat Altum, allora 26enne. Arrestato dalla polizia l'assassino aveva espresso diversi motivi per il suo gesto: inimicizia "islamica"; rapporto morboso e omosessuale; follia.

Secondo uno schema applicato anche nel caso di p. Andrea Santoro (ucciso nel 2006 a Trabzon), dopo l'uccisione, alcuni dottori hanno provveduto un certificato di insanità mentale per Altun che rischiava di non essere nemmeno processato e liberato. Ma nel giugno 2011 una commissione di medici di Istanbul, a cui era giunta tutta la documentazione su Altun, ha stabilito che egli è sano di mente e perciò può essere processato. Tuttavia, la difesa fa di tutto per prendere tempo e continua a rimandare le udienze.

Oggi, alla quinta seduta del processo era presente solo l'avvocato di Altun, che ha chiesto al giudice di poter ascoltare come teste lo zio dell'assassino. Egli avrebbe ospitato il nipote per dieci giorni, quando questi era malato, nel periodo precedente all'omicidio. Il giudice ha acconsentito la comparizione del testimone, rimandando il processo al 4 luglio.

Negli anni scorsi, vi sono stati altri attentati contro sacerdoti cattolici e cristiani: don Andrea Santoro, ucciso nel 2006 a Trabzon; tre cristiani protestanti sgozzati a Malatya nel 2007; il giornalista Hrant Dink, di origine armena, ucciso nel 2007 a Istanbul.

7 giugno 2012  Antakya (AsiaNews) -

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