giovedì 21 giugno 2012

La nostra febbre è l’avarizia, la nostra febbre è la lussuria, la nostra febbre è l’ambizione, la nostra febbre è l’iracondia – Sant’ Ambrogio (Lc.4,38-44)

Considera la clemenza del Salvatore che non si mostra agitato dallo sdegno, né offeso dalla malvagità né oltraggiato dai torti ricevuti e non abbandona la Giudea, anzi dimentico delle offese e memore della sua clemenza, accarezza i cuori del popolo infedele, ora insegnando, ora liberando dai demoni, ora sanando.
Dopo la liberazione dell’uomo posseduto dallo spirito impuro san Luca racconta immediatamente la guarigione di una donna perché il Signore era venuto a guarire l’uno e l’altro sesso dovendo cominciare da quello che per primo fu creato non tralasciando la donna che aveva peccato più per la mutabilità che per la malvagità del suo animo.
E’ di sabato che il Signore comincia a compiere guarigioni per significare che la nuova creazione comincia dove l’antica si era arrestata e per rimarcare sin dal principio che il Figlio di Dio non è sottoposto alla Legge ma superiore alla Legge e che egli è venuto non a distruggere la Legge ma a perfezionarla. Infatti il mondo non è stato creato dalla Legge ma dal Verbo Eterno di Dio così come leggiamo Dio creò i cieli con la Sua Parola (Ps. 32,6). Quindi la legge non è abolita ma adempiuta perché avvenisse la rinascita spirituale dell’uomo già decaduto. Per cui dice S.Paolo: Spogliandovi dell’uomo vecchio (Col. 3,9), rivestitevi dell’uomo nuovo creato secondo Dio (Ef.4,24).

E a ragione egli comincia di sabato per mostrare che Egli è il Creatore che fa entrare le opere nella trama delle opere, continuando l’opera che un tempo da Egli stesso era stata iniziata. Così fa l’operaio che si appresta a riparare una casa, egli inizia a demolire le fatiscenze non dalle fondamenta ma dai tetti; e così egli pone mano per prima dove una volta aveva terminato poi comincia dalle cose minori per arrivare a quelle maggiori. Anche degli uomini possono liberare dal demonio? Sì, ma in nome di Dio. Comandare ai morti di risuscitare non appartiene che alla potenza di Dio.
Nel tipo di questa donna, suocera di Simone e di Andrea, può forse anche raffigurarsi questa nostra carne che soffriva delle diverse febbri dei peccati e bruciava di smisurati trasporti di innumerevoli cupidigie. La febbre degli affetti sregolati non è certo da meno di quella che riscalda. Una brucia l’anima, l’altra il corpo. La nostra febbre è l’avarizia, la nostra febbre è la lussuria, la nostra febbre è l’ambizione, la nostra febbre è l’iracondia.

(Sant’ Ambrogio)
Liber 4 in Lucae cap.4 circa finem



La guarigione della suocera di Pietro, Duomo di Monreale

Nessun commento: