domenica 10 giugno 2012

Don Georg: "Il programma del Papa? Il Vangelo

E’ quanto scrive il segretario particolare del Pontefice nell’introduzione di un nuovo libro: "Il ministero di supremo pastore della Chiesa possiede una dimensione che fa sì che possano esprimersi nel modo più pieno e limpido la natura dell'uomo Joseph Ratzinger ed i doni che gli sono stati dati. In questo il Papa non è un politico ed il suo pontificato non è un progetto", tuttavia il suo programma non è altro che l'annuncio del Vangelo.

E' quanto afferma il segretario particolare del Papa, don Georg Gaenswein, nell'introduzione al libro "Gesù di Nazaret all'università. Il libro di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI letto e commentato negli atenei italiani" edito dalla Libreria editrice vaticana, di cui Avvenire pubblica una anticipazione.

"Non si tratta - spiega mons. Gaenswein - né di esercitare una singolare creatività, né di mettersi in particolare rilievo. Non è un caso che la parola "Provvidenza" venga spesso utilizzata dal Papa. Il 24 aprile 2005, alla Messa per l'inizio del ministero petrino, Benedetto XVI affermò dimostrativamente di rinunciare ad un "programma di governo"; perché, in realtà, quel programma era stato già fissato da tempo, da circa duemila anni per essere precisi".

"E il Papa disse chiaro e forte - continua -: "Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia". Dal giorno in cui pronunciò quelle parole sono passati 7 anni. Per un pontificato non si tratta certo di un lungo periodo, e tuttavia è un lasso di tempo sufficiente per tracciare un primo bilancio".

 "Per che cosa si batte Benedetto XVI? - si chiede don Georg - Che messaggio vuol portare agli uomini? Cosa lo muove e cosa è riuscito lui stesso a smuovere? Quale "servo dei servi di Dio" - spiega -, è d'esempio con la sua bontà, cura la collegialità fra i pastori, concentra il suo ministero sull'essenziale, in primo luogo sul rinnovamento nella fede, sul dono dell'Eucaristia e sull'unità della Chiesa. Ed evidentemente, proprio grazie al rafforzamento di queste fondamenta e in virtù del lascito del suo grande predecessore é riuscito in quello che, in un lasso di tempo così breve, ben pochi credevano possibile: la rivitalizzazione della Chiesa in un tempo difficile". "Nella curia - osserva ancora - ha dato nuova linfa a forme antiche e al contempo ha potato rami secchi".


Vatican Insider  8 giugno 2012

Nessun commento: