domenica 20 gennaio 2013

San Massimiliano Kolbe e la lotta contro la massoneria- Diego Torre


 Premessa

“O Maria concepita senza peccato prega per noi che a te ricorriamo e per quanti a Te non ricorrono, in special modo per i massoni…”. Così si legge nell’atto della costituzione della Milizia dell’Immacolata, e desta sensazione, nella preghiera posta a fondamento della neonata associazione, questa speciale attenzione agli appartenenti di “un’altra” associazione. E’ il 16 ottobre 1917, appena 3 giorni dopo il miracolo del sole a Fatima, che aveva decretato l’ennesimo trionfo di Maria SS.. I tre pastorelli avevano preannunciato il prodigio e la stampa massonica aveva mandato i suoi giornalisti a seppellire (dicevano loro) la Chiesa sotto il ridicolo. Furono invece i migliori testimoni, come i soldati, che, posti a guardia del sepolcro di Gesù, dovevano garantire l’assenza della risurrezione. E Fatima dava il suo primo frutto visibile: la nascita della M.I..

La conoscenza

Ma cosa spinse il giovane frate a preoccuparsi tanto della Massoneria? Una sua personale esperienza, più volte ricordata, ci spiega come nasce la sua estrema sensibilità al tema:
“Negli anni precedenti la guerra, nella capitale del cristianesimo, a Roma, la mafia massonica, ripetutamente disapprovata dai pontefici, spadroneggiava in maniera sempre più sfrontata. Non rinunciò neppure a sbandierare per le vie della città, durante le celebrazioni in onore di Giordano Bruno, un vessillo nero con l’effigie di San Michele Arcangelo sotto i piedi di Lucifero e tanto meno a sventolare le insegne massoniche di fronte alle finestre del Vaticano .
Tale odio mortale verso la Chiesa di Cristo e verso il suo vicario in terra non era soltanto una ragazzata di individui traviati, ma un’azione sistematica derivante da un principio della massoneria:” Distruggete qualsiasi religione, soprattutto quella cattolica”. Disseminate nei modi più diversi e in maniera più o meno evidente in tutto il mondo, le cellule di questa mafia mirano proprio a questo scopo. Si servono inoltre di tutta una congerie di associazioni dai nomi e dagli scopi più svariati, che però, sotto il loro influsso, diffondono l’indifferenza religiosa e indeboliscono la moralità. Essi rivolgono un particolare attenzione all’indebolimento di quest’ultima, in conformità alla risoluzione che essi hanno preso: . E affogano le anime in una colluvie di letteratura e di arte volta ad indebolire il senso morale: l’invasione di sudiciume morale scorre ovunque portata da un largo fiume. Le personalità si afflosciano, i focolari domestici vanno a pezzi, e la tristezza cresce assai nel fondo dei cuori insudiciati. Non sentendo in sé stesse la forza di levarsi il giogo che le tiene avvinte, sfuggono la Chiesa, oppure insorgono addirittura contro di essa”(SK 1328).
Ciò sconvolge ed addolora il Santo, che non ha dubbi nel riconoscere in tale conflitto la stessa insanabile inimicizia fra il serpente e la donna, e fra le rispettive stirpi, posta all’inizio della storia, in Genesi 3. Ma aldilà dell’esperienza personale egli osserva e riconosce la strategia della setta. “Noi siamo testimoni di una febbrile attività diretta contro la Chiesa di Dio, di un’attività che purtroppo non è senza frutti e che ha a disposizione propagatori senza numero …solo dopo queste avanguardie viene il grosso dell’armata del nemico. E chi è costui? Di primo acchito potrà sembrare esagerata l’affermazione che il principale, il più grande ed il più potente nemico della Chiesa è la massoneria” (SK 1254).
Egli sa che l’azione della setta si svolge con solida coerenza ideologica, come constata Leone XIII in una delle circa 600 condanne che la Chiesa le ha riservato. “Ora la setta massonica produce frutti velenosi e quanto mai amari. Dai certissimi indizi che precedentemente abbiamo ricordato emerge quello che è l’ultimo ed il principale dei suoi intenti e cioè distruggere dalle fondamenta tutto l’ordine religioso e sociale nato dalle istituzioni cristiane e creare un nuovo ordine a suo arbitrio, che tragga fondamenti e norme dal naturalismo” (Enciclica Umanum genus, 20.04.1884).
Egli ne riconosce il potente influsso nella storia degli ultimi secoli. “Dalla loro officina è uscita la rivoluzione francese, tutta la serie delle rivoluzioni dal 1789 al 1815, ed anche la guerra mondiale. Secondo le loro indicazioni lavorarono Voltaire, D’Alambert, Rousseau, Diderot, Choiseul, Pombal, Aralda, Tanucci, Hangwitz, Byron, Mazzini, Palmerston, Garibaldi ed altri.
La massoneria mette sul piedistallo le persone che vuole e butta giù, quando esse hanno voglia di agire di testa propria. Lo sperimentò di persona in modo assai evidente lo stesso Napoleone” (SK 1254).
Egli vuole trasmettere tale attenzione a tutta la Milizia dell’Immacolata: “Io penso che la M.I. si debba mantenere su un strada difficile dura, ma vantaggiosa, nello sforzo di conoscere gli errori, i pregiudizi antireligiosi, così generosamente seminati oggi, la loro natura, le conseguenze deleterie, i metodi di propaganda, i loro rappresentanti e come contrattaccarli, come salvare tante anime che si perdono; e non si trasformi in un’associazione letteraria o artistica perché fallirebbe lo scopo (SK 51).

Gli strumenti massonici

Il principale strumento della setta come rivendicato in alcuni documenti massonici del XIX secolo è la corruzione delle anime. “La tendenza verso questo scopo è evidente ad ogni passo. L’arte, la letteratura e la stampa periodica, i teatri, il cinema, l’educazione della gioventù e la legislazione si muovono con passo veloce verso l’eliminazione del sovrannaturale ed il soddisfacimento dei piaceri della carne. Nessuna meraviglia perchè la massoneria si è ramificata assai” (SK 1254).
Kolbe ne constata gli effetti. “Volgendo lo sguardo attorno a noi, notiamo la scomparsa, spaventosa, della moralità, soprattutto in mezzo alla gioventù; anzi, stanno sorgendo delle associazioni, veramente infernali, che hanno inserito nel loro programma il delitto e la dissolutezza Il cinema, il teatro, la letteratura, l’arte, diretti in gran parte dalla mano invisibile della Massoneria, lavorano febbrilmente, in conformità alla risoluzione dei massoni: «Noi vinceremo la Chiesa cattolica non con il ragionamento, ma pervertendo i costumi!»” (articolo del 1925).
“I massoni hanno cominciato a seminare l’immoralità attraverso il teatro, il cinema, i libri, le riviste, i quadri, le sculture, ecc., e attraverso una moda - mi si scusi l’espressione - sempre più da porci!” (articolo “L’ultima moda” del 1926). Ma la setta non si limita all’immoralità. Essa origina e/o sostiene tutti movimenti politici o culturali che vanno contro la Chiesa; leggiamo nel calendario stampato dalla Milizia nel 1939: “L’ateismo comunista pare stia strepitando nel modo più rumoroso e fa di tutto per seminare ovunque gli riesca i suoi pregiudizi reazionari. Alle origini di esso possiamo tranquillamente collocare quella mafia criminale che si chiama massoneria”. Ma questo è vero per le “più eterogenee manifestazioni contro Dio, la Chiesa, la salvezza e la santificazione delle anime” di cui “questi sventurati, anche se nascostamente, costituiscono il cervello”(SK 1330).

Il rimedio

Egli sa però che tale attività protratta nei secoli si innesta in un più generale disegno, il cui satanico regista si serve anche di “Tutte le eresie ed ogni peccaminosa tendenza: ecco il corpo di lui; e la massoneria, la quale dirige tutto questo: ecco la testa” (SK 206). Un autentico serpente mistico che si oppone al corpo mistico della Chiesa e che troverà nell’Immacolata, immagine della Chiesa stessa, il suggello di una vittoria che discende da Dio. “L’Immacolata - della quale è stato detto “Ella schiaccerà il tuo capo”, vale a dire del serpente infernale - schiaccerà pure questo capo, la massoneria, la qual dirige tutto questo movimento antireligioso e immorale e mette a disposizione grosse somme di denaro per la formazione di nuove sette” (conferenza 06.03.1927). La forza sovrannaturale, di cui dispone l’Immacolata, la destina a sicura vittoria, non solo storicamente, ma anche in ogni singola anima, seppure nemica, purchè in essa vi sia una minima disponibilità alla conversione. “Io sostengo che noi siamo in grado di farvi crollare e vi faremo crollare. ... Ebbene noi siamo un esercito, il cui Condottiero vi conosce ad uno ad uno, ha osservato e osserva ogni vostra azione, ascolta ogni vostra parola, anzi... nemmeno uno dei vostri pensieri sfugge alla sua attenzione. ... È l’Immacolata, il rifugio dei peccatori, ma anche la debellatrice del serpente infernale. ... Ma ecco, il nostro Condottiero, l’Immacolata, chiede per voi misericordia, il prolungamento della vostra vita, affinché abbiate ancora la possibilità di rientrare in voi stessi” (SK 1133).
Infatti “Ella ha distrutto le eresie e non gli eretici, poiché li ama e li ama assai, essendo la migliore delle madri e appunto per questo li salva dalle tenebre della menzogne dai lacci del male, distruggendo le potenze dell’inferno”(SK1046).
E sulla scia della Sua Madre e Sovrana, anche San Massimiliano, pur odiando il male, ama i peccatori, in particolare “…questi nostri poveri infelici fratelli massoni, tanto più infelici per il fatto che non si accorgono di correre verso la propria perdizione; tuttavia essi sono fratelli perché Gesù non li ha affatto esclusi dalla partecipazione ai meriti della sua passione. …l’intenzione migliore sia che quanto prima essi si convertano, anzi addirittura si arruolino nella Milizia dell’Immacolata” (SK 1133).
Impossibile?
“Se ogni giorno tutti i membri della Milizia dell’Immacolata reciteranno sinceramente e con fervore questa giaculatoria [O Maria concepita….] è possibile che le suppliche di una folla di oltre tremila persone [siamo nel 1922] debbano rimanere inefficaci? No, questi sono dei colpi quotidiani ben assestati sul capo e sulle membra del serpente infernale che soggioga tanti nostri fratelli infelici e accecati: questo è uno dei mezzi della nostra battaglia” (SK 1013). Ma l’amore non esclude che la denuncia kolbiana sia intransigente dinnanzi ad eventi particolarmente scandalosi. Quando, per esempio, viene concessa la decorazione della Croce di Ufficiale ad Andrea Strug, gran maestro di Loggia, il nostro Santo non ha remore ad attaccare il governo polacco rampognando sul “Cavaliere dell’Immacolata”: “vergogna!” (SK 1098).
Sono inoltre molteplici e determinati i suoi interventi sulla “cospirazione” che porta alla paralisi politica della Polonia e alla disunione tra quelle forze politiche sane che potrebbero salvarla.
A tale opera da autentico Katechon contro il mistero dell’iniquità (cfr. 2 Ts 2) l’Immacolata chiama ogni anima e particolarmente coloro che sono a Lei consacrati, poiché “un’anima compenetrata dall’amore verso di Lei opporrà certamente una resistenza all’opera di depravazione, l’arma principale in mano alla massoneria” (SK 1254). E’ tale obiettivo alla base della fondazione della Milizia dell’Immacolata, il cui fine appunto è “la conversione in primo luogo di tutti e specialmente dei massoni, perché purtroppo nei nostri tempi proprio loro stanno a capo dell’azione contro la Chiesa anche dove meno si vedono” (SK 803). Quindi bisogna che “con sforzo comune i membri procurino di conoscere bene le odierne correnti antireligiose, i fondamenti della fede, il bolscevismo, la massoneria, il protestantesimo etc e imparino ad agire contro di essi” (SK 51). Le stesse Città dell’Immacolata, realizzate da San Massimiliano Kolbe, dove centinaia di frati vivono, pregano, studiano e scrivono, “delle singole nazioni costituiranno un’unità strettamente compatta, un’unica armata mondiale, combattente senza sosta fino alla fine dei tempi contro colui di cui è stato detto che sebbene,< tu starai in agguato per morderle il calcagno>”(SK 382).
L’attenzione alla stampa e più generalmente ai mass-media è un’altra caratteristica dell’azione kolbiana. Constatato l’uso spregiudicato, massiccio e proficuo fattone dall’avversario, il Santo auspica: “Sorgano ovunque dei circoli che si assumono l’impegno di distribuire e di diffondere la buona stampa ed in breve tempo la faccia della terra si trasformerà. … non ci si dovrebbe restringere ai soli fedeli, ma scrivere anche per gli acattolici e offrire loro un buon alimento spirituale. Questi sono pure gli scopi attuali della M.I. e con questo mezzo si è già verificata più di una conversione” (SK 1249). E invita tutti i suoi militi: “Un missionario della penna non calcola i propri risultati dal numero dei certificati di battesimo stampati, ma è un educatore delle masse, forma l'opinione pubblica, attenua l'avversione nei confronti del cattolicesimo, chiarisce e lentamente rimuove dalle menti prevenzioni e obiezioni inveterate, predispone ad un graduale lealtà nei confronti della Chiesa e col tempo, più o meno lungo ad una certa simpatia, alla fiducia, infine al desiderio di conoscere più a fondo la religione. E' una strada lunga, tuttavia un missionario di questo tipo vi conduce non già le singole persone soltanto, ma le masse” (SK 1193). Ed infatti con le sue città dell’Immacolata e la sua Milizia, il Santo crea il complesso tipografico più grande del mondo; un autentico “miracolo editoriale”: quattro testate (fra cui un quotidiano) fino al milione di copie, oltre una valanga di pubblicazioni varie e diverse, fedele al suo imperativo:“Dobbiamo inondare la terra con un diluvio di stampa cristiana e mariana, in ogni lingua, in ogni luogo,per affogare nei gorghi della verità ogni manifestazione di errore.”
E infine, sapendo quanto la setta sia particolarmente abile nell’influenzare gli ambienti, senza esporsi visibilmente, invita perentoriamente: “i fedeli cavalieri dell’Immacolata si trovino dappertutto, ma specialmente nei posti più importanti, come: 1) l’educazione della gioventù (professori di istituti scientifici, maestri, società sportive); 2) la direzione dell’opinione delle masse (riviste, quotidiani, la loro redazione e diffusione, biblioteche pubbliche e circolanti, conferenze, proiezioni cinematografiche etc.); le belle arti (scultura, pittura, musica,teatro); e infine 4) i nostri militi dell’Immacolata divengano in ogni campo i primi pionieri e le guide nella scienza (scienze naturali, storia, letteratura, medicina, diritto, scienze esatte, etc). Sotto il nostro influsso e sotto la protezione dell’Immacolata sorgano e si sviluppino i complessi industriali, commerciali, le banche ecc.. In una parola la MI impregni tutto e in uno spirito sano guarisca, rafforzi e sviluppi (ogni cosa) alla maggior gloria di Dio per mezzo dell’Immacolata e per il bene dell’umanità (SK 92). Ma l’opposizione alla setta, sia ben chiaro, non tende alla creazione di una massoneria di segno opposto. Vi è “una differenza essenziale tra il nostro modo di lavorare e quello dei servi dell’inferno. Questi ultimi distruggono e noi edifichiamo; di conseguenza essi non hanno bisogno della grazia di Dio, mentre noi non possiamo farne a meno. Ad essi basta introdurre la confusione, il caos, dato che Satana pesca nell’acqua torbida, mentre noi dobbiamo portare la serenità e l’ordine, perché Dio regna nella pace. Essi ardono di odio, di vendetta, mentre noi lottiamo con l’amore, perfino nei confronti dei nemici; noi odiamo e combattiamo il solo male, per amore dei cattivi. Essi sfruttano tutti i mezzi, anche i più abbietti: la menzogna, la calunnia, il pugnale, mentre noi – non riconoscendo che lo scopo giustifica i mezzi- ci limitiamo solo ai mezzi leciti. Essi confidano nelle proprie forze e forse (anche senza forse) nell’aiuto dell’inferno, mentre noi non confidando affatto in noi stessi, poniamo tutta la nostra speranza in Dio attraverso l’Immacolata. Essi infine non sono certi di una vittoria totale, o piuttosto sono certi di un crollo, mentre a noi nessuno, neppure la morte, è in grado di far cadere dalla mano la palma della vittoria”(SK 1248, nota 16).
La reazione

Ovviamente la setta non esitò a replicare. “La Massoneria, attraverso i suoi vari tentacoli, si avventa contro Niepokalanow con una furia sempre più accanita, ma anche l’Immacolata, servendosi della sua Niepokalanow, schiaccia la testa di questo serpente in modo sempre più spettacolare. Niepokalanow, LA CITTA' DELL'IMMACOLATA: per poter risparmiare Padre Massimiliano pensò di stampare lui stesso la rivista nel convento di Grondo. Ma ben presto lo spazio non bastò più. Era necessario trovare un luogo più grande. Fu ancora la Provvidenza ad aiutarlo. Il principe Giovanni Drucki-Lubecki gli fece dono di un vastissimo terreno di fronte alla stazione di Szymanow. Alcuni giorni dopo, P. Massimiliano, già nominato superiore della nuova erigenda casa religiosa si trasferì a Teresin per la fondazione di Niepokalanow, "la Città dell'Immacolata". Avviene proprio come in una battaglia: sempre nuovi attacchi, contrattacchi,paure, agitazioni istintive, esultanze per la vittoria, preghiere e ringraziamenti rivolti all’Immacolata” (SK 794). L’azione del Santo è “attenzionata” anche in aspetti modesti, come la stampa di un calendario alla sua seconda edizione, fatta in Polonia, attaccata addirittura negli USA. “Taluni sono andati su tutte le furie contro quel modesto calendario. Di chi si è trattato? Dei signori massoni. Essi si sono messi a strillare a gran voce contro di lui in uno dei loro quotidiani più popolari d’America [America-Echo; ndr] (SK 1108). Ma vale per tutti la testimonianza di P.Antonio Ricciardi, postulatore generale dell’ordine dei frati minori conventuali: “I nemici esterni, essendo i faziosi, i massoni, gli acattolici, e gli anticlericali, per sventare le cui trame ed insidie era sorta Niepokalanow, agirono con diabolica e perfida ostinazione, particolarmente quando Niepokalanow scese in campo con il “Piccolo Giornale”. Con il suo programma decisamente cattolico, con lo spirito antimassonico della M.I. era naturale che il “Piccolo Giornale” eccitasse l’ira degli avversari, che ricorsero ad ogni forma di boicottaggio pur di arrestarne il successo e provocarne il fallimento”. Ma per cogliere a fondo il loro obiettivo fu necessario l’intervento di un altro movimento naturalista e gnostico; quel nazismo che uccise Kolbe ad Auschwitz, facendone, secondo due belle espressioni di Giovanni Paolo II il “martire della carità” e il “patrono del nostro difficile secolo”. Una morte che non lo colse certo di sorpresa. “Senza la lotta sarebbe impossibile la vittoria e senza la vittoria non ci può essere la ricompensa” (SK 149).

Conclusione

Quest’uomo a cui era apparsa la Madonna offrendogli due corone, quella della purezza e quella del martirio, e che le aveva prese ambedue, sapeva bene quello che faceva. Quante volte nelle sue lettere allude alla morte per fame, profeta di quella che sarà la sua fine! Quest’uomo scelse una linea dura. “L’essenza dell’amore di Dio sarà sempre non il provare la dolcezza, non il ricordare, non il pensare, l’immaginare, ma esclusivamente l’adempiere la volontà di Dio in ogni istante della vita ed il sottomettersi completamente a tale volontà”(SK 643). A buon titolo pertanto egli potè lasciarci questa virile indicazione: “Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della Chiesa di Dio è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito forse lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto. Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in realtà avremo trascurato. Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto” (SK 1023).

Diego Torre
I brani citati sono tutti tratti dagli scritti di san Massimiliano Maria Kolbe (SK)


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