Passiamo in rassegna tutte
le epoche del mondo e constateremo come in ogni generazione il Signore abbia
concesso modo e tempo di pentirsi a tutti coloro che furono disposti a ritornare
a lui.
Noè fu l'araldo della
penitenza e coloro che lo ascoltarono furono salvi.
Giona predicò la rovina ai
Niniviti e questi, espiando i loro peccati, placarono Dio con le preghiere e
conseguirono la salvezza. Eppure non appartenevano al popolo di Dio.
Non mancarono mai ministri
della grazia divina che, ispirati dallo Spirito Santo, predicassero la
penitenza.
Lo stesso Signore di tutte le cose parlò della penitenza
impegnandosi con giuramento: Com'è vero ch'io vivo — oracolo del Signore — non
godo della morte del peccatore, ma piuttosto della sua penitenza.
Aggiunse ancora parole
piene di bontà: Allontànati, o casa di Israele, dai tuoi peccati.
Dì ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del silicio, basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamate «Padre», ed io vi tratterò come un popolo santo ed esaudirò la vostra preghiera.
Dì ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del silicio, basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamate «Padre», ed io vi tratterò come un popolo santo ed esaudirò la vostra preghiera.
Volendo far godere i beni
della conversione a quelli che ama, pose la sua volontà onnipotente a sigillo
della sua parola.
Obbediamo perciò alla sua
magnifica e gloriosa volontà. Prostriamoci davanti al Signore supplicando di
essere misericordioso e benigno. Convertiamoci sinceramente al suo amore.
Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di
morte. Siamo dunque umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca
vanteria, la superbia, il folle orgoglio e la collera. Mettiamo in pratica ciò
che sta scritto. Dice, infatti, lo Spirito Santo: Non si vanti il saggio della
sua saggezza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze, ma
chi vuol gloriarsi si vanti nel Signore, ricercandolo e praticando il diritto e
la giustizia (cfr. Ger 9, 23-24; 1 Cor 1, 31, ecc.).
Ricordiamo soprattutto le
parole del Signore Gesù quando esortava alla mitezza e alla pazienza: Siate
misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate, perché anche a voi sia
perdonato; come trattate gli altri, così sarete trattati anche voi; donate e
sarete ricambiati; non giudicate, e non sarete giudicati; siate benevoli, e
sperimenterete la benevolenza; con la medesima misura con cui avrete misurato
gli altri, sarete misurati anche voi (cfr. Mt 5, 7; 6, 14; 7, 1. 2. 12 ecc.).
Stiamo saldi in questa
linea e aderiamo a questi comandamenti. Camminiamo sempre con tutta umiltà
nell'obbedienza alle sante parole. Dice infatti un testo sacro: Su chi si posa
il mio sguardo se non su chi è umile e pacifico e teme le mie parole? (cfr. Is
66, 2).
Perciò avendo vissuto
grandi e illustri eventi corriamo verso la meta della pace, preparata per noi
fin da principio. Fissiamo fermamente lo sguardo sul Padre e Creatore di tutto
il mondo, e aspiriamo vivamente ai suoi doni meravigliosi e ai suoi benefici
incomparabili.
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