1 "ANDATE
A PRESENTARVI AI SACERDOTI".
Dieci lebbrosi andarono incontro a Gesù
gridando: "Maestro, abbi pietà di noi!" Gesù disse: "Andate a
presentarvi ai Sacerdoti". "E mentre essi andavano, furono
sanati" .
Spiritualmente
siamo tutti poveri lebbrosi, poveri peccatori: il peccato è la lebbra, è il
cancro dell’ anima. Gesù, nella sua bontà e misericordia senza limiti, ci vuol
guarire, perciò ripete pure a noi: "Presentatevi ai Sacerdoti!" Anche
la Madonna, vedendo noi, suoi figli, spiritualmente lebbrosi, incancreniti e
sbranati e uccisi dal peccato grave, ci ripete, con il linguaggio usato a
Fatima e con le lacrime versate a Siracusa e altrove: andate dai Sacerdoti! La
voce delle tue passioni ti inganna con questa scusa: Non voglio andare dai
Sacerdoti che sono uomini come me; non voglio degli intermediari: mi confesso
direttamente a Dio. Vuoi fare la fine del Bertoldo della favola? Egli, caduto
in un lago, rifiutò i soccorsi dicendo: io mi salvo da solo, e per salvarsi, incominciò
a tirarsi su per i capelli; ma annegò. La voce dello Spirito ti dice: credi di
portare una scusa moderna invece è tanto vecchia che S. Agostino già nel V°
secolo scriveva: "Nessuno dica: ho peccato in segreto, mi confesso
direttamente a Dio! Allora senza ragione è stato detto (agli apostoli, ai
Sacerdoti): Ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in Cielo?
Senza
ragione sono state affidate le chiavi alla chiesa di Dio? Vogliamo annullare il
Vangelo, le parole di Cristo?". Il peccato grave come dice la Bibbia ti ha
reso criminale contro Dio, crocifissore di Cristo Dio e, come dice il S. Curato
dArs, "carnefice di Gesù". Ora, anche dal punto di vista legale,
nessun criminale può giudicare la sua causa, prendere il posto del giudice,
dare a se stesso la sentenza. Solo Gesù, che tu hai tanto offeso con il peccato
grave, poteva stabilire le condizioni per il perdono, e Lui ha stabilito di
perdonarti soltanto se hai la volontà di confessarti. Sì, il Sacerdote è un
uomo come gli altri, lui pure è un povero peccatore e ha bisogno di
confessarsi; ma ha ricevuto da Cristo Dio il potere di perdonare i peccati.
2.
AI SACERDOTI GESU HA DATO IL POTERE DI PERDONARE LE COLPE.
Il
poeta e scrittore francese, Francesco Coppè, narra che, educato cristianamente,
da ragazzo troncò ogni pratica religiosa. Lui stesso ce ne rivela il motivo:
"Avevo ceduto alla tentazione ed ebbi vergogna a dover confessare certe
cose. Allora decisi di non confessarmi mai più, e, per uccidere i rimorsi,
gettai via la fede e gridai forte che la Confessione era una invenzione dei
Preti" . Molti nemici della Confessione, se fossero sinceri, dovrebbero
riconoscersi in queste parole del Coppè. La Confessione l’ ha inventata il
Sacerdote dei Sacerdoti: Cristo Dio. Noi conosciamo perfino il giorno preciso e
l’ ora approssimativa della istituzione: nel giorno della sua Risurrezione,
verso sera, quando, apparendo, a porte chiuse e a finestre serrate nel cenacolo
disse agli apostoli e ai loro successori nel Sacerdozio: "Come il Padre ha
mandato me, così io mando voi.
Ricevete
lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati saranno perdonati, a chi non li
perdonerete non saranno perdonati".
S.
Pietro davanti alla porta del tempio scorge un paralitico che chiede l’ elemosina.
Gli dice: "Non possiedo né oro, né argento, ma quello che ho te lo do: Nel
nome di Gesù Cristo il Nazzareno, cammina. Balzato in piedi camminava ed entrò
con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio" .
Ogni
Sacerdote, davanti al povero peccatore, è un pò come Pietro di fronte al
paralitico; e ha la gioia di potergli dire: io non ho nulla: non ho denaro, non
ho gioielli, non ho virtù, non ho santità, ma possiedo quello che ti occorre in
questo momento: il potere di rialzarti dall’ abisso del peccato che ti avvilisce
e ti degrada, il potere di cancellare ogni tua colpa: ti perdono, ti assolvo
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: riacquista la vita divina
che avevi perduto, alzati e cammina nello Spirito! Ti ripeterò con S. Agostino:
"Canta e cammina!" Canta di gioia e cammina per la strada del Cielo!
3.
LE CONDIZIONI PER FAR BENE LA CONFESSIONE:
sono cinque:
a) Esame di coscienza,
che consiste nel richiamare alla mente i peccati commessi dopo l’ ultima
confessione ben fatta (perché le confessioni fatte male è necessario rifarle).
b) Dolore o pentimento: è la condizione più importante (unitamente al
proposito) perchè la Confessione sia efficace e santificante. I Teologi, pur
oggi, distinguono: "Il dolore imperfetto o attrizione (che è dato da un motivo
soprannaturale non perfetto, come il timore dei castighi nell ‘al di là), non
giustifica fuori della Confessione, ma è sufficiente per ottenere il perdono
nella Confessione. Il dolore perfetto o contrizione (che scaturisce dall’ amore
verso Dio con l’ intenzione almeno implicita di confessarsi) libera dal peccato
ancor prima della Confessione, pur rimanendo l’ obbligo di accostarsi alla
Penitenza. Quanto più perfetto sarà il dolore nel motivo e nell’ intensità,
tanto più efficace sarà la Confessione".
Questi stessi pensieri del
Teologo Gesuita De Bernardi sono condivisi, oggi dalla Conferenza Episcopale
italiana, e da altri Teologi, come Carlo Molari che afferma: "È comune
la dottrina secondo cui la contrizione è sufficiente per la giustificazione anche
prima di ricevere il sacramento, mentre l’attrizione è sufficiente per la
giustificazione o il perdono dei peccati solo attraverso il sacramento della
Riconciliazione" .
Attenzione: È di estrema importanza che i Sacerdoti
(e i genitori) istruiscano i fedeli sul dolore perfetto o contrizione: per
moltissimi Cattolici, nella impossibilità della Confessione si pensi a tanti
casi di morte improvvisa costituisce l’unico mezzo di giustificazione e di
salvezza. Il Beato Card. Newman ripeteva: "Molti vanno dannati perchè i
Sacerdoti non insegnano il valore del dolore perfetto".
c) Il proposito:
Deve essere sincero e fermo, e deve estendersi a tutti i peccati gravi e alle
rispettive occasioni prossime. La confessione senza forte proposito è una burla
e un sacrilegio.
S.
Alfonso afferma: "Dio non perdonerà mai la volontà di peccare" ossia
la mancanza di proposito. d) Accusa dei peccati: è consigliabile confessare i
peccati veniali; è obbligatorio accusare tutti i peccati mortali commessi dopo
l’ultima confessione ben fatta. In molte parrocchie di tutta Italia (lo so per
esperienza) non ci si preoccupa affatto dell’integrità dell’accusa. Perciò
Giovanni Paolo II ha raccomandato vivamente: "Desidero dire ai Padri
penitenzieri e altresì a tutti i Sacerdoti che vige ancora e vigerà per sempre
nella Chiesa l’insegnamento del Concilio Tridentino circa la necessità della
confessione integra nella specie e nel numero dei peccati mortali".
Il nuovo Codice di Diritto Canonico conferma: "Il fedele è tenuto all’obbligo
di confessare secondo la specie e il numero tutti i peccati gravi" (can.
988). Quando non si ricorda il numero preciso, si dice il numero più
approssimativo. e) Soddisfazione o penitenza: è la preghiera o l’opera buona
che il confessore prescrive, la quale dice Paolo VI "viene resa partecipe
in modo speciale dell’infinita espiazione di Cristo. Il penitente poi, per una
disposizione generale della chiesa, può intimamente unire alla soddisfazione
sacramentale tutto ciò che fa e che soffre e sopporta". Confessiamoci
frequentemente! Confessiamoci bene! "È urgente la Confessione dopo la
caduta in peccato grave perchè questo spinge a nuove cadute: il peccato che non
è subito tolto dalla Confessione dice S. Gregorio Magno con lo stesso suo peso
trascina ad altri peccati. È vero che il peccato si può togliere subito con un
atto di dolore perfetto, ma questo non dà la grazia sacramentale propria della
Confessione" per evitare altri peccati.
Gesù, con la Confessione
compie un miracolo più grande che se risuscitasse tutti i morti di un cimitero
o se creasse un altro universo! Gesù, con la Confessione ci ridona la
fanciullezza e la giovinezza dello spirito: il celebre Chesterton dice:
"Io dall’Anglicanesimo mi sono convertito al Cattolicesimo per liberarmi
dai miei peccati; perchè non vi è altra religione che sostenga con verità di
rimettere i peccati degli uomini. Un Cattolico che va alla Confessione,
rientra, nel vero senso della parola, nel chiaro mattino della sua
giovinezza". La Confessione inonda il nostro cuore della più grande gioia
possibile sulla terra, e procura la più grande festa nel paradiso, come dice
Gesù: "Si fa più festa in Cielo per un solo peccatore che si
converte".
ESEMPIO. Nella vita del P. Pio, un miracolo strabiliante a
conferma della Confessione come istituzione di Cristo Dio: prodigio clamoroso,
avvenuto durante la Confessione, nel 1948, del miracolato Giuseppe Canaponi di
Sarteano (Siena). Egli racconta: "In un incidente automobilistico la mia
gamba sinistra fu tutta fratturata al ginocchio. Per tre anni fui ricoverato in
cinque attrezzatissimi ospedali, ma invano. Era impossibile che il ginocchio si
piegasse: si trattava di una anchilosi fibrosa che bloccava per sempre il
ginocchio. Mi trascinavo a stento con un bastone e una stampella e spesso
cadevo a terra. Ero un gran bestemmiatore, un marxista acceso e un ateo
pratico. Mia moglie, molto religiosa, tanto insisteva per condurmi da P. Pio a
S. Giovanni Rotondo, che mi lasciai convincere. Andai. Mio figlio mi accompagnò
al confessionale. Il P. Pio mi disse tutti i miei peccati, dei quali io ero
molto pentito. Ricevetti l’assoluzione. All’inizio della confessione cosa
incredibile! senza che me ne accorgessi, mi ero inginocchiato piegando
perfettamente il ginocchio sinistro anchilosato! Da quel momento l’ho sempre
piegato alla perfezione, camminando speditamente, senza zoppicare (ancorché la
gamba sinistra fosse più corta dell’altra di due centimetri e mezzo). Qui si
tratta di un miracolo eccezionale, permanente, continuo. La causa che mi
impediva di piegare il ginocchio, prima di quella benedetta confessione presso
P. Pio, è rimasta e rimane nella sua assoluta totalità, come è accertato da 25
radiografie e da molti esami di celebri scienziati medici e di un intero
Congresso mondiale di 800 medici tenuto a Siena. La causa rimane; secondo la
scienza non potrei piegare il ginocchio. Eppure lo piego normalmente. Cè la
certezza assoluta, senza il minimo dubbio, che si tratta di un enorme miracolo
che si compie continuamente". Il miracolo si è rinnovato, giorno dopo giorno,
passo dopo passo, per quasi 30 anni, fino al giorno del pio transito del sig.
Canaponi (1984). Con questo miracolo stupefacente Gesù vuol confermare, di
fronte al cieco laicismo e al folle materialismo del mondo di oggi, che c’è
davvero un sacramento, il sacramento della misericordia, a disposizione di
tutte le anime per risuscitarle, per risanarle, per santificarle, donando
grazia, pace, gioia, salvezza.
PROPOSITO. Farò spesso degli atti di
"dolore perfetto" per purificare sempre meglio l’anima mia. E nella
confessione mi preoccuperò specialmente di avere grande pentimento e fermissimi
propositi di vivere in grazia e di tendere alla santità.
N.B.
Lutero ammise la Confessione e poi la cancellò: "La Confessione auricolare
come è ora in uso, è utile, anzi necessaria: né io vorrei che fosse abolita,
poiché è il rimedio della coscienza afflitta".
Fonte:
Pastorale e Spiritualità
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