Alla maggioranza dei
credenti, il termine "combattimento spirituale" dà molto fastidio
poiché si tratta di effettuare un eccessivo sforzo. Il concetto di dover
combattere gli spiriti maligni mette a disagio, dal momento che siamo arrivati
a Gesù come pecore smarrite e non come combattenti.
E' quindi essenziale, allo scopo di assicurarsi un minimo di tranquillità, discernere le aree indifese della nostra natura soggette agli assalti di satana.
E' quindi essenziale, allo scopo di assicurarsi un minimo di tranquillità, discernere le aree indifese della nostra natura soggette agli assalti di satana.
Dio dopo la ribellione di satana, lo menò secondo il giudizio eterno nell'abisso o vincoli di oscurità. Satana con i suoi angeli furono relegati a vivere nelle tenebre. Tenebre non significa soltanto mancanza di luce, ma anche mancanza di moralità come si capisce nelle Scritture.
E' indispensabile
riconoscere che questa oscurità, nella quale satana è confinato, non è limitata
a zone al di fuori dell'umanità. A differenza di coloro che non conoscono Gesù,
noi siamo stati liberati dal dominio o "potere delle tenebre"
(Colossesi 1:13). Se siamo nati dalla luce, non siamo prigionieri
dell'oscurità. Ma se tolleriamo l'oscurità, attraverso la tolleranza del peccato,
ci rendiamo vulnerabili all'assalto del nemico, poiché dove esiste una
disubbidienza volontaria alla parola di Dio là vi è l'oscurità. Gesù ammonì:
"Sta quindi attento che la luce che è in te non sia tenebre". (Luca
11:35)
Un esempio di come satana abbia accesso alla parte carnale della natura umana, è rappresentato dal rinnegamento di Pietro. E' ovvio che Pietro avesse sbagliato; ma ci sfugge un particolare molto importante, e cioè che nelle sfere spirituali ci fu un grande combattimento.
Gesù aveva predetto che
Pietro Lo avrebbe rinnegato tre volte. Se attentamente notiamo il comportamento
di Pietro in quella notte, a prima vista diremmo che era un comportamento da
pauroso.
Ma quello di Pietro, per
natura, non era un temperamento pauroso; ma nella circostanza si rese servitore
di satana. Poco prima vediamo che Pietro nel giardino del Getsemani aveva
sguainata la spada staccando l'orecchio del soldato. Quindi non era la paura
umana che aveva spinto Pietro a rinnegare il Signore, ma satana. ( cfr. Luca
22:31-32)
Prima di dare battaglia, occorre riconoscere che certe zone oscure che teniamo nascoste sono proprio le aree dove vengono le nostre sconfitte.
La difensiva più efficace
che possiamo opporre nei confronti del diavolo è quella di mantenere un cuore
onesto davanti a Dio.
La vittoria incomincia col nome di Gesù sulle bocca, ma non sarà completa fino a quando la natura di Gesù non sarà in noi.
Satana ha terrore delle virtù; ha terrore dell'umiltà, la odia, tant'è vero che quando vede una persona umile, sente i brividi! Ha paura quando i credenti s'inginocchiano, perché l'umiltà è la resa dell'anima a Dio.
Ricordiamo che, alla caduta dell'uomo nel giardino dell'eden, la condanna di Dio contro il diavolo fu che egli dovesse "mangiare polvere". Ricordiamo inoltre che Dio disse dell'uomo: "tu sei polvere"(Genesi 3:14-19)
Dobbiamo perciò riconoscere che la causa immediata di molti nostri problemi ed oppressioni non è demoniaca ma carnale.
Inoltre dobbiamo
convincerci che la nostra natura carnale è soggetta agli attacchi del nostro
comune nemico.
Sappiamo chi c'è in noi, ma dobbiamo anche sapere che cosa c'è in noi, se vogliamo vincere la nostra guerra contro il diavolo. Cerchiamo di essere concreti quando ci sottomettiamo a Dio.
Ciò che molti di noi
chiamiamo salvezza è spesso soltanto il primo passo nel piano di Dio per la
nostra vita: quello di conformarci nel carattere e nella forza all'immagine di
Cristo Gesù. Se tralasciamo di vedere la nostra relazione con Dio in questo
modo, troppe aree rimarranno immutate dentro di noi. Abbattere le fortezze vuol
dire demolire e sopprimere i vecchi schemi mentali, così che la reale presenza
di Gesù possa manifestarsi in noi.
Vi sono forze sataniche sopra comunità e nazioni; e vi sono forze che condizionano il buon andamento di chiese e individui. Dove esiste una forza vi si annida sempre il nostro avversario. Per essere più precisi; si tratta di una "dimora fatta di pensieri", che è divenuta dimora dell' attività satanica.
Per prima cosa, rendiamoci
conto che un demone non può dimorare nello spirito di un cristiano. Attraverso
la rigenerazione, lo spirito umano diventa la dimora dello Spirito Santo.
La natura umana è molto
simile alla natura satanica. E' particolarmente nei nostri pensieri "non
crocifissi" e atteggiamenti non santificati, che gli spiriti impuri,
mascherandosi come atteggiamenti nostri, trovano una strada aperta per entrare
nella nostra vita.
Prima della nostra
conversione eravamo proprietà di satana e quindi servivamo in tutto e per tutto
l'avversario (l'uomo forte). (Luca 11:21-22). Ma nel giorno della nostra
salvezza, un glorioso "qualcuno più forte", il Signore Gesù Cristo,
colpì e sconfisse satana e lo spogliò della sua armatura.
L'armatura, sulla quale i
demoni fanno leva, consiste nei nostri pensieri, atteggiamenti ed opinioni
carnali che si allineano con il male.
Gesù le definisce come "armature" mentre Paolo le classifica come fortezze. E' importante riconoscere che, parlando di fortezze Paolo si sta rivolgendo alla chiesa! Sarebbe da stolti presumere che una volta salvati siamo immuni dal cadere sotto i colpi dell'avversario. Parlando di fortezze è importante riconoscere che non si fa riferimento ai pensieri casuali o a dei peccati occasionali, ma piuttosto a delle strutture che ci toccano più da vicino. Esse sono così ben nascoste nel nostro abituale modo di pensare, che non le consideriamo un male. Inoltre va ricordato che il processo di liberazione comporta spesso un periodo di conflitti interiori e turbamenti. In altre parole, è nella nostra vita di pensiero l'essenza di ciò che siamo.
Possiamo trarre gioia e conforto dall'essere cristiani; ma l'essere cristiani non ci ha resi perfetti.
Rimangono dentro di noi
molte fortezze. Identifichiamone alcune: incredulità, amore che si raffredda,
paura, superbia, mancanza di perdono, avidità, concupiscenza.
Tante volte siamo
sopraffatti dalla spietatezza dagli attacchi del nostro nemico e entriamo in
una profonda crisi dichiarando a noi stessi che siamo un fallimento. Il
consiglio della parola di Dio è di rendere sottomesso "ogni pensiero
all'ubbidienza di Cristo" (II Corinzi 10:5).
Cattura il pensiero: io sono un fallimento.
Pentiti di questo pensiero, chiedendo a Dio di perdonarti per la tua incredulità.
Cattura il pensiero: io sono un fallimento.
Pentiti di questo pensiero, chiedendo a Dio di perdonarti per la tua incredulità.
Anche se abbiamo
sbagliato, e probabilmente sbaglieremo ancora, dal momento che Cristo è ora
nella nostra vita, possiamo dire con fiducia: sebbene siamo stati un
fallimento, le nostre capacità vengono ora da Dio, non da noi. Noi possiamo
compiere ogni cosa in Cristo che ci dà la forza.
"Nell'amore non c'è
paura; anzi l'amore perfetto caccia via la paura." (I Giovanni 4:18)
La paura sarà così
sostituita dalla fortezza dell'amore. Ricordiamoci che la vittoria incomincia
con il nome di Gesù sulle labbra, ma non sarà completa fino a quando la natura
di Gesù non sarà nel nostro cuore; il tuo cuore dovrà essere occupato da Gesù.
Origini delle fortezze
* La prima causa delle
fortezze: il mondo;
* La seconda causa: le
nostre esperienze;
* La terza causa: le false
dottrine.
La pace non dipende dall'essere diventati spirituali. Essa dipende dall'avere una fiducia sviscerata nell'amore di Dio. Poiché sappiamo che, indipendentemente dalla battaglia e dalle difficoltà inerenti alle circostanze in cui viviamo, "Colui che è in noi è più forte di colui che è nel mondo". Abbiamo così non una certezza personale, ma una certezza divina.
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