Prestando fede a queste verità, che la ragione umana non
è in grado di controllare, non si fa un atto di leggerezza, quasi prestando
fede a dotte favole. Poichè la stessa sapienza divina, che tutto conosce in
modo completo, si degnò di rivelare i suoi segreti agli uomini; mostrando il
suo intervento e la verità del suo insegnamento e della sua ispirazione con
argomenti adatti: confermando cioè cose che sorpassano la conoscenza naturale
con opere visibili superiori alle capacità di tutta la natura. Vale a dire con
la guarigione prodigiosa di malattie, con la risurrezione dei morti, con le
mutazioni miracolose dei corpi celesti, così da riempire col dono dello Spirito
Santo uomini ignoranti e semplici, facendo loro conseguire all'istante somma
sapienza ed eloquenza.
In considerazione di ciò, per l'efficacia delle prove
suddette e non già per violenza di armi, nè per attrattiva di piaceri e, cosa
mirabilissima, in mezzo alla tirannia dei persecutori, una turba innumerevole
non solo di persone semplici, ma anche di uomini sapientissimi, abbracciò la
fede cristiana; nella quale vengono predicate cose che trascendono qualsiasi
intelletto umano, mentre insegna a tener a freno i piaceri della carne, e a
disprezzare tutte le cose del mondo. Ora, l'adesione degli animi dei mortali a
queste cose è insieme il più grande dei miracoli, ed esige l'intervento
manifesto dell'ispirazione divina, per disprezzare le cose visibili nel solo
desiderio di quelle invisibili. E questo non avvenne improvvisamente o per
caso, ma per disposizione divina, come è evidente dalla predizione fattane in
precedenza dagli oracoli di molti profeti, i cui libri sono stati conservati
religiosamente fino a noi, come testimonianza della nostra fede.
Questa mirabile conversione del mondo alla fede cristiana
è SEGNO CERTISSIMO degli antichi miracoli, così da non essere necessaria la
loro ripetizione, apparendo così EVIDENTI NEI LORO EFFETTI. Sarebbe infatti il
più strepitoso dei miracoli, se il mondo fosse stato indotto a credere cose
tanto ardue, a compiere azioni tanto difficili e sperare cose tanto alte da
uomini semplici e poveri, senza prodigi mirabili.
Tommaso d'Aquino, Liber de veritate catholicae fidei, I,
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