" Quando ho appreso la notizia delle inattese
dimissioni del Santo Padre Benedetto XVI, ho provato il dolore intenso che si
prova nel momento in cui si avverte che una persona cara sta uscendo
improvvisamente dal nostro orizzonte. Tutti abbiamo un cuore e il cuore si
affeziona alle persone, questo è evidente ed è giusto. Però, subito dopo, mi è
sembrato di sentire una brezza soave che veniva da lontano e mi portava il
profumo inconfondibile della paglia di Betlemme. Sì, il profumo dell’umiltà di
Dio. Ho sentito nitidamente in questo momento le parole di Gesù, parole non
invecchiate da 2000 anni di storia ma ancora vive nelle vene della Chiesa. Esse
stupendamente ci dicono: imparate da me che sono mite e umile di cuore. Come mi
è apparso bello e confortante scoprire che queste parole fresche e giovani
uscivano dal gesto delle dimissioni di Benedetto XVI e davano a tutti una
grande lezione!
In un mondo popolato da persone arroccate sul potere,
incapaci di allentare la morsa dallo scettro, avide di salire e salire sempre
di più, come è evangelico e controcorrente il gesto di colui che dice
onestamente: perdonatemi non ho più le forze, Gesù chiami un altro al timone
della Chiesa, io mi ritiro senza potere nel silenzio e nella preghiera. Il
grande oratore francese, Jacques Bénigne Bossuet, sul finire del XVII secolo,
amaramente esclamava: vi meravigliate se sembra che Dio si sia nascosto, vi
meravigliate? Dio si trova a disagio in un mondo di orgogliosi, perché gli
orgogliosi non possono capire il vocabolario dell’umiltà che Dio ha stampato a
Betlemme.
Oggi, concludeva Bossuet, trovare una persona veramente
umile è un fatto più unico che raro. Ebbene, noi l’abbiamo trovata. Noi
possiamo dire che oggi una persona umile c’è. Una persona veramente umile e
coraggiosamente umile è Benedetto XVI. Grazie, Papa Benedetto! Hai dato un
colpo all’orgoglio di tutti! Il mondo è sorpreso, sì, la Chiesa è edificata,
tutti siamo chiamati a tenerne conto e Dio dal cielo sorride perché un raggio
della sua luce è riuscito a sciogliere la fitta nebbia della superbia umana.
E la Chiesa continua il suo cammino, sorretta dalla
certezza che Gesù resta sempre al timone della barca, senza interruzione, e
questo basta per renderci ottimisti.
Papa Benedetto è un uomo che ci ha insegnato a leggere la storia della Chiesa con il criterio della continuità. Alcuni volevano leggere il Concilio Vaticano II come una frattura. Giustamente Papa Benedetto ha detto: no, nella Chiesa non ci sono fratture, c’è una crescita, uno sviluppo, ma sempre nella continuità. Duemila anni di storia sono duemila anni di storia di una comunità che è viva e che è coerente con l’acqua che esce dalla sorgente, che esce da Gesù. Non solo. Papa Benedetto ci ha dato una visione molto spirituale del suo ruolo e del suo pontificato. Non ha fatto altro che richiamarci alla sorgente del Vangelo perché la Chiesa ringiovanisce, non prendendo spunto dalle mode del momento ma ritrovando la freschezza delle origini, ritrovando la fedeltà al Vangelo e quindi purificandosi, togliendo tutta la polvere che i secoli possono aver depositato sul suo volto. La giovinezza della Chiesa è togliere questa polvere e ritrovare il volto giovane della Pentecoste.
La grande bontà, la grande semplicità e anche la capacità di mettere a proprio agio. Ogni volta che mi sono trovato a parlare con il Papa io l’ho sentito veramente come un padre, come un padre buono, un padre desideroso di trasmettere agli altri il fuoco del Vangelo che ha nel cuore e credo che questo è un ricordo che porterò per sempre.
Papa Benedetto è un uomo che ci ha insegnato a leggere la storia della Chiesa con il criterio della continuità. Alcuni volevano leggere il Concilio Vaticano II come una frattura. Giustamente Papa Benedetto ha detto: no, nella Chiesa non ci sono fratture, c’è una crescita, uno sviluppo, ma sempre nella continuità. Duemila anni di storia sono duemila anni di storia di una comunità che è viva e che è coerente con l’acqua che esce dalla sorgente, che esce da Gesù. Non solo. Papa Benedetto ci ha dato una visione molto spirituale del suo ruolo e del suo pontificato. Non ha fatto altro che richiamarci alla sorgente del Vangelo perché la Chiesa ringiovanisce, non prendendo spunto dalle mode del momento ma ritrovando la freschezza delle origini, ritrovando la fedeltà al Vangelo e quindi purificandosi, togliendo tutta la polvere che i secoli possono aver depositato sul suo volto. La giovinezza della Chiesa è togliere questa polvere e ritrovare il volto giovane della Pentecoste.
La grande bontà, la grande semplicità e anche la capacità di mettere a proprio agio. Ogni volta che mi sono trovato a parlare con il Papa io l’ho sentito veramente come un padre, come un padre buono, un padre desideroso di trasmettere agli altri il fuoco del Vangelo che ha nel cuore e credo che questo è un ricordo che porterò per sempre.
(Card. Comastri)
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/02/18/il_cardinale_comastri:_dal_papa_una_grande_lezione_in_un_mondo_di_pers/it1-665973
del sito Radio Vaticana
del sito Radio Vaticana
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