Ci sono
Paesi, come la Nigeria, dove a causa della violenza fondamentalista dei Boko
Aram è pericoloso perfino andare a Messa, cioè andare a Messa significa
rischiare la vita.
Le aree di
rischio sono molte, se ne possono identificare sostanzialmente tre principali:
i Paesi dove è forte la presenza del fondamentalismo islamico - la Nigeria, la
Somalia, il Mali, il Pakistan e certe regioni dell’Egitto - i Paesi dove
esistono ancora regimi totalitari di stampo comunista, in testa a tutti la
Corea del Nord e i Paesi dove ci sono nazionalismi etnici, che identificano
l’identità nazionale con una particolare religione, così che i cristiani
sarebbero dei traditori della Nazione, penso alle violenze nello stato
dell’Orissa, in India.
Certamente,
in molti di questi Paesi andare a Messa o anche andare al catechismo - in
Nigeria c’è stata anche una strage di bambini che andavano a catechismo - è
diventato di per se stesso pericoloso.
In Pakistan
la legge sulla blasfemia per i cristiani, davvero, rappresenta un grande
pericolo.
Proprio in
nome di questa legge ricordiamo Asia Bibi, la donna madre di cinque figli
tutt’ora in carcere, condannata a morte proprio in nome di questa norma.
L’Italia è
stato il primo Paese ad adottare Asia Bibi. Certamente i suoi sforzi finora le
hanno salvato la vita, ma non dobbiamo dimenticare le esecuzioni ed i
linciaggi, perché qualche volta è la folla stessa - magari esaltata da qualche
predicatore - a linciare l’accusato prima della condanna.
In Pakistan
sono diventate scene, purtroppo, consuete e non c’è solo il caso di Asia Bibi.
Queste
ideologie, evidentemente, si sentono minacciate dalla voce dei cristiani e
dalla voce della Chiesa e, quindi, le loro lobby mettono in atto campagne di
intolleranza e di discriminazione.
Santo
Stefano è morto chiedendo al Signore di non imputare ai suoi assassini questo
peccato. Dalle testimonianze raccolte emerge che i cristiani, chiaramente
tramite la misericordia di Dio, riescono a perdonare i loro persecutori.
Naturalmente
quando si parla dei 105 mila morti all’anno, questi non sono tutti martiri nel
senso teologico del termine. Tuttavia, all’interno di questo numero ce n’è uno
- più piccolo certamente - che comprende persone che molto consapevolmente
offrono la loro vita per la Chiesa e spesso pregano anche per i loro
persecutori e a questi offrono il perdono. E questo colpisce, perché poter
perdonare, in qualche modo, i propri persecutori è veramente un’opera che viene
dal Signore. Questa è una caratteristica unica del cristianesimo, perché molte
altre culture - precristiane e anche post cristiane - parlano, invece, del
diritto ed anche di un vero e proprio dovere d’onore della vendetta. Il
cristianesimo ha avuto questa grande funzione civilizzatrice, che oggi si tende
a dimenticare, di avere sostituito la logica della vendetta con la logica del
perdono.
Radio Vaticana
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