«Se Dio è vicino si
sprigiona, irresistibile, la gioia della festa». Il cardinale Scola va alla
radice della fede nella sua lettera pastorale Alla scoperta del Dio vicino
(Centro Ambrosiano, 64 pagine, 2 euro; ebook l'8 e il 9 settembre 0,99 euro,
dal 10 settembre 1.49 euro). Un testo da far conoscere il più possibile: è
infatti importante che nelle parrocchie lo si diffonda capillarmente,
proponendolo a tutti i fedeli che partecipano alla Messa. Perché si tratta di
una riflessione nel cammino di quest’anno che punta all’essenziale, nel solco
tracciato da Benedetto XVI con l’Anno della fede: l’Arcivescovo lo fa partendo
dal grande dono del VII Incontro mondiale delle famiglie con la visita del
Santo Padre a Milano.
«Nell’Anno della
fede le nostre comunità dovranno concentrarsi sull’essenziale - sottolinea
Scola -: il rapporto con Gesù che consente l’accesso alla Comunione trinitaria
e rende partecipi della Vita divina. Come ogni profonda relazione amorosa il
dono della fede chiede i linguaggi della gratitudine piuttosto che quelli del
puro dovere, decisione di dedicare tempo alla conoscenza e alla contemplazione
più che proliferazione di iniziative, silenzio più che moltiplicazione di
parole, l’irresistibile comunicazione di un’esperienza di pienezza che contagia
la società più che l’affannosa ricerca del consenso. In una parola:
testimonianza più che militanza».
Il dono della fede
La lettera è divisa
in tre capitoli. Nel primo, Il dono della fede, l’Arcivescovo ripercorre il
cammino compiuto dalla Chiesa ambrosiana negli ultimi decenni, recuperandone il
patrimonio «inestimabile» di fede e si inserisce su questo percorso, in un
tempo in cui è forte la necessità della nuova evangelizzazione. Anche superando
difficoltà e freni. «Sarà di grande utilità, lo ripeto, rileggere la storia
recente della nostra Chiesa diocesana e trarne motivo di riflessione per
ringraziare il Signore di tanti doni, per chiedere perdono di occasioni perdute
e di complicazioni, tensioni, ferite causate da protagonismo e ottusità,
soprattutto per diventare più saggi e più attenti a quanto lo Spirito
suggerisce per il presente». Scola indica i pilastri portanti della comunità
cristiana nel solco del 47° Sinodo diocesano e alla luce dell’insegnamento del
Concilio e del Catechismo della Chiesa cattolica.
La vita nella fede
Il secondo capitolo
è dedicato a La vita nella fede. Qui il Cardinale non si sottrae a sottolineare
le tentazioni e i peccati che mettono a dura prova la fede. In particolare nei
quattro ambiti che quest’anno avranno una speciale cura pastorale: famiglia
(«prima scuola della fede» con un’attenzione a quelle segnate da difficoltà, «a
chi ha il cuore ferito»); giovani (che invita a non avere paura della verità,
«immaginata come limitazione della libertà», e propone loro «un percorso
impegnativo denominato “Varcare la soglia”»); ministri ordinati e consacrati
(«è davvero impressionante il bene operato» da loro ogni giorno, ma devono
superare la tentazione dello scoraggiamento ed evitare «consolazioni
compensative, addirittura trasgressive, nell’attaccamento a persone e cose»);
l’ambito della società plurale («i cristiani sono presenti nella storia come
l’anima del mondo, sentono la responsabilità di proporre la vita buona del
Vangelo in tutti gli ambiti dell’umana esistenza. Non pretendono una egemonia e
non possono sottrarsi al dovere della testimonianza», per «contribuire a
rinnovare» la società democratica).
Tappe del cammino comune
Capitolo finale, le
Tappe del cammino comune, con le proposte di alcuni momenti da condividere:
«Invito tutti a partecipare agli appuntamenti diocesani, secondo le proprie
possibilità... ciò che è comune deve prevalere su ciò che è particolare, perché
sia visibile la comunione nella pluriformità. Il tutto deve brillare in ogni
frammento».
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