Il mandato di
predicare il Vangelo non si esaurisce perciò, per un Pastore, nell’attenzione
verso la porzione del Popolo di Dio affidata alle sue cure pastorali, né
nell’invio di qualche sacerdote, laico o laica fidei donum. Esso deve
coinvolgere tutta l’attività della Chiesa particolare, tutti i suoi settori, in
breve, tutto il suo essere e il suo operare. Il Concilio Vaticano II lo ha
indicato con chiarezza e il Magistero successivo l’ha ribadito con forza. Ciò
richiede di adeguare costantemente stili di vita, piani pastorali e
organizzazione diocesana a questa dimensione fondamentale dell’essere Chiesa,
specialmente nel nostro mondo in continuo cambiamento. E questo vale anche per
gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, come pure per
i Movimenti ecclesiali: tutte le componenti del grande mosaico della Chiesa
devono sentirsi fortemente interpellate dal mandato del Signore di predicare il
Vangelo, affinché Cristo sia annunciato ovunque. Noi Pastori, i religiosi, le
religiose e tutti i fedeli in Cristo, dobbiamo metterci sulle orme dell’apostolo
Paolo, il quale, “prigioniero di Cristo per i pagani” (Ef 3,1), ha lavorato,
sofferto e lottato per far giungere il Vangelo in mezzo ai pagani (cfr Col
1,24-29), senza risparmiare energie, tempo e mezzi per far conoscere il
Messaggio di Cristo.
(papa Benedetto XVI, 6 gennaio 2012)
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