giovedì 25 ottobre 2012

La bellezza Sacerdotale, Il Buon Pastore - Card. Bagnasco


La prima figura che appare nel cielo azzurro è quella di Gesù buon Pastore: “Io sono il buon pastore, il buon pastore offre la vita per le pecore”. Lo vediamo in piedi, con lo sguardo vigile, i sandali ai piedi, la tunica cinta ai fianchi, il vincastro in mano.

Guardiamo rapiti e sentiamo risuonare le parole che ci riguardano: “I presbiteri sono, nella Chiesa e per la Chiesa, una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo Capo e Pastore”.
Essere “immagine viva e trasparente di Cristo”! Quale mistero di elezione e di grazia! “Ad uomini che vivono sulla terra – scrive san Giovanni Crisostomo – è stata affidata l’amministrazione dei tesori celesti ed è stato dato un potere che Dio non ha concesso agli angeli”.
A queste parole fa eco l’esclamazione rapita del Santo Curato d’Ars: “Oh! Che cosa grande è il Sacerdozio! Il Sacerdozio non lo si capirà mai se non in cielo… Se lo si comprendesse bene sulla terra, si morirebbe non di spavento, ma d’amore! (…) È il prete che continua l’opera della Redenzione sulla terra”.
È il Signore che ci ha resi così attraverso il dono trasformante dello Spirito Santo: egli ci ha avvinti a sé con un “legame ontologico” che tocca tutto il nostro essere senza riserve o zone private, senza tempi neutri, non solo quando compiamo i ministeri pastorali che la Chiesa ci affida.
Siamo “segnati – afferma il Concilio – da uno speciale carattere che (ci) configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter agire in nome di Cristo, Capo della Chiesa”.
Per questo, sempre e ovunque continuiamo ad essere “segni sacramentali” di Colui che è Pastore delle anime e ci chiede di custodire e accrescere la dignità e la trasparenza che ci ha donato, tanto che la Tradizione della Chiesa considera ogni sacerdote “alter Christus”.
Per questa ragione il Curato d’Ars, pur essendo umilissimo, era “consapevole, in quanto prete, d’essere un dono immenso per la sua gente”, e il Santo Padre pensa con riconoscenza all’ “immenso dono che i sacerdoti costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità”
 
(Card. Angelo Bagnasco. Lettera il Buon Pastore)

 

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