martedì 31 luglio 2012

La manna nel deserto immagine della mensa eucaristica - Sant' Agostino

La raccolta della manna
Tintoretto
Chiesa di San Giorgio, Venezia
Io sono - dice - il pane della vita. Di che cosa si vantavano i Giudei? I padri vostri - prosegue il Signore - nel deserto mangiarono la manna e sono morti (Gv 6, 48-49). Di che cosa vi vantate? Mangiarono la manna e sono morti. Perché, mangiarono e sono morti? Perché credevano solo a ciò che vedevano; e non comprendevano ciò che non vedevano. E per questo sono vostri padri, perché voi siete simili a loro. Dobbiamo intendere, o miei fratelli, che per quanto riguarda questa morte visibile e corporale, noi non moriremo se mangiamo il pane che discende dal cielo? No, per quanto riguarda la morte visibile e carnale, moriremo anche noi come quelli.
Ma per quanto riguarda quella morte che il Signore c'insegna a temere, di cui sono morti i padri di costoro, quella morte ci sarà risparmiata. Mangiò la manna Mosè, la mangiò Aronne, la mangiò Finees e molti altri che erano graditi a Dio, e non sono morti. Perché? Perché ebbero l'intelligenza spirituale di quel cibo visibile: spiritualmente lo desiderarono, spiritualmente lo gustarono, e spiritualmente furono saziati. Anche noi oggi riceviamo un cibo visibile: ma altro è il sacramento, altra è la virtù del sacramento.
Quanti si accostano all'altare e muoiono, e, quel che è peggio, muoiono proprio perché ricevono il sacramento! E' di questi che parla l'Apostolo quando dice: Mangiano e bevono la loro condanna (1 Cor 11,29). Non si può dire che fosse veleno il boccone che Giuda ricevette dal Signore. E tuttavia non appena lo ebbe preso, il nemico entrò in lui; non perché avesse ricevuto una cosa cattiva, ma perché, malvagio com'era, ricevette indegnamente una cosa buona. Procurate dunque, o fratelli, di mangiare il pane celeste spiritualmente, di portare all'altare l'innocenza. I peccati, anche se quotidiani, almeno non siano mortali. Prima di accostarvi all'altare, badate a quello che dite: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6, 12). Perdona e ti sarà perdonato: accostati con fiducia, è pane, non è veleno. [ Ma perdona sinceramente: perché se non perdoni sinceramente, mentisci, e mentisci a colui che non puoi ingannare. Puoi mentire a Dio, ma non puoi ingannarlo. Egli sa come stanno le cose. Egli ti vede dentro, dentro ti esamina, ti guarda e ti giudica, ti condanna o ti assolve. I padri di quei Giudei erano padri malvagi di figli malvagi, padri infedeli di figli infedeli, mormoratori e padri di mormoratori. E' stato infatti detto di quel popolo che in nessuna cosa abbia offeso tanto il Signore, quanto mormorando contro di lui. Per questo, volendo Gesù far risaltare che essi erano degni figli di tali padri, esordisce: Cosa mormorate tra voi (Gv 6, 43), mormoratori, figli di mormoratori? I vostri padri mangiarono la manna e morirono; non perché la manna fosse cattiva, ma perché la mangiarono con animo cattivo.]

 S.AGOSTINO, Gv.6,56-59
 Tractatus 26 in Joannem, circa medium

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