venerdì 20 luglio 2012

Alcune gravi difficoltà a proposito dei castighi del peccato e la loro soluzione-Sac Dolindo Ruotolo

Siccome oggi specialmente si cerca disconoscere la gravità del momento e degli avvisi di Dio con mille obbiezioni, è bene risolvere almeno le principali, af...finché tutti concepiscano il più grande orrore al peccato. Quando i fanciulli, non vogliono studiare, trovano sempre mille scuse per sottrarsi al loro dovere: ora i libri sono cattivi e vecchi, ora il quaderno non è buono, ora il tavolo è troppo alto, ora la penna è spuntita ecc. Così fanno i peccatori per sfuggire allo logiche conseguenze, alle pratiche conseguenze che dovrebbero trarre dai castighi di Dio.

1° - Alcuni dicono: Dio è infinita bontà: come mai può colpire tanto inesorabilmente il peccato? Già abbiamo detto che Dio è anche infinita giustizia ed è ordine infinito. Egli ha situato l'uomo in un'armonia ammirabile di leggi ordinatissime; se la creatura le disordina, il danno se lo fa con le sue mani. Se i fanciulli si appartano dai loro genitori e pretendono di fare una casa a modo loro, che cosa mai combineranno? Chiusi in una stanza, soli, abbandonati, crederanno che ogni cosa è un giocattolo e si faranno del male. I genitori li chiamano; il danno che si procurano li avverte eloquentemente che debbono ritornare all'ordine; se non ascoltano queste voci così chiare, a chi imputeranno la colpa dei loro malanni?
Evidentemente non potranno imputarli che a loro stessi.

2° - Si dice: in un castigo pubblico specialmente, soffrono i giusti ed i peccatori allora o deve dirsi che il Signore non opera con giustizia, o che i castighi del peccato sono fenomeni naturali, indipendenti da qualunque causa morale. Per rispondere a questa difficoltà che è molto grave, è necessario notare che sulla terra noi formiamo una sola famiglia e che per conseguenza i beni od i mali sono comuni a tutti. In una casa tutti usufruiscono del piatto soverchio che il babbo ha fatto cucinare, e tutti subiscono il danno del fiasco di vino che uno ha fatto rompere sbadatamente. Quale colpa hanno gli altri che non bevono vino in quel giorno'? Non hanno nessuna colpa, ma si trovano in una medesima famiglia e subiscono la disgrazia prodotta dagli altri, nella quale hanno forse anche una colpa indiretta. Così succede nel mondo: i giusti soffrono espiando per gli altri, ed hanno sulla fronte un'aureola più bella; i peccatori subiscono l'effetto di quello che hanno fatto; l'ordine è così rimesso immediatamente a spese di tutti, ma con diverso merito e con diverso guadagno. Non siamo forse di passaggio sulla terra? Arrivare un anno prima alla eternità e arrivarvi con un titolo maggiore di gloria è un danno? Quanti giusti senza subire innocentemente le conseguenze della perfidia altrui, non sarebbero rimasti giusti? Quanti soldati per esempio sono morti in guerra per trovare così la salvezza eterna? Ma dove sono poi questi giusti nel mondo? Siamo tutti peccatori e chi ha l'occasione di espiare il proprio peccato deve ringraziare il Signore che gliela dà; nell'altra vita ammirerà la bellezza di un ricamo che vedeva solo alla rovescia.

Alle volte quelli che crediamo peccatori lo sono soltanto a metà, perché Dio ci giudica dalla coscienza; alle volte í giusti hanno dei gravi peccati occulti da espiare e noi non ce ne accorgiamo. Un uomo che ha avuta una pratica impura, che ha tradita la santità della sua famiglia, lo direte giusto? Guarda forse le apparenze Dio? Anzi di più: non è una misericordia l'aver modo di espiare le proprie miserie, siano pure veniali, con un male fisico grave? Il male fisico non è sempre un male: una amputazione può salvarmi la vita; un male di capo mi avverte di una malattia grave che sta per opprimermi, e mi fa prendere contro di essa le difese; una sventura mi disinganna, mi rende migliore e mi riconduce a Dio. Noi sappiamo che Dio è infinita bontà, sappiamo che non si muove foglia di albero senza il suo volere, quindi possiamo riposare nella sua infinita bontà, anche là dove la povera mente non vi vede che mistero.

3° - Si dice: vi sono città molto più peccatrici, le quali non subiscono rovine. Ma io rispondo: chi ha fatta questa valutazione della empietà di due città? Quale uomo può pretendere di rendersi giudice di responsabilità tanto misteriose e tanto complesse? Nonostante questa difficoltà può risolversi: in una città peccatrice vi possono essere più giusti che pregano e che riparano il male fatto dai peccatori, ovvero cí possono essere, nei fenomeni fisici determinati dal disordine del peccato, minori disposizioni ad un rovescio. Se in una casa una
serva sguaiata mette i vasi preziosi in pericolo di cadere ed una mano benefica li rimette a posto, essi non si romperanno. Un bicchiere più fragile può essere rotto più facilmente anche da una serva meno disadatta; basterà un urto per infrangerlo. Certe regioni sono più esposte agli effetti di un disordine fisico, ma dove la preghiera si eleva a Dio, dove il male si ripara, la storia sta là a dimostrarci che anche la natura obbedisce alla misericordia di Dio. Così nell'eruzione del Vesuvio del 1906 la lava che minacciosa discendeva già su di un pendio e stava per invadere un paese vesuviano, fu arrestata dal popolo penitente e supplicante che solennemente e pubblicamente vi portò davanti un quadro della Vergine. La lava non solo si arrestò, ma risalì indietro sul pendio contro tutte le leggi di natura. Oh quante anime giuste, dimenticate ed ignorate dal mondo, fanno l'ufficio di parafulmine in certe città! Le donne specialmente con la loro pietà paralizzano tanti tristi effetti del peccato e compiono così il grande ufficio ricevuto fin dal principio, di essere l'aiuto dell'uomo. Dove la donna si allontana da Dio e si rende ignominiosamente atea ed immorale, ivi piomba il castigo! In generale si deve dire che dove è la sventura vera ivi è il peccato, sempre! Fateci l'esperienza nella vita e vedrete che tutto è mirabilmente ordinato e proporzionato nel mondo."


Fonte: Da "LA DOTTRINA CATTOLICA" Sac. Dolindo Ruotolo

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