domenica 11 novembre 2012

La leggenda di San Martino (da cui "l'estate di S. Martino")

 


Era l'11 novembre: il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di guerriero.
Ma ecco che lungo la strada c'è un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il freddo.
Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. "Poveretto, ­ pensa ­ morirà per il gelo!"
E pensa come fare per dargli un po' di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha.
Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo.
E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un'idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte.
Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto.
"Dio ve ne renda merito!", balbetta il mendicante, e sparisce.
San Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena.
Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma.
Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l'aria si fa mite.
Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello.
Ecco l'estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bell'atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più gradito a Dio.



La leggenda

L'Estate di San Martino è legata alla leggenda del Santo che, nato in Pannonia (l’odierna Ungheria) nel 316, divise in due il suo mantello per donarlo ad un mendicante seminudo e infreddolito, incontrato per strada.
Una volta donato il mantello, il cielo improvvisamente si fece sereno e l’aria divenne più mite, nonostante la stagione si indirizzasse verso l’inverno: era il Signore che, per "ricompensare" il Santo per quel generoso gesto di carità, inviò un clima mite e temperato.
La leggenda sembra si sia diffusa rapidamente sia in Europa sia negli Stati Uniti, in cui questo periodo di intervallo di bel tempo viene detto "Estate Indiana".
Per il suo atto di carità, San Martino è celebrato come il patrono dei cavalieri e dei cavalli, dei sarti e dei mendicanti, dei poveri e dei sinistrati, dei fabbricanti di botti e degli ubriachi, dei viticultori, dei vendemmiatori e dei sommelier (in questo periodo, infatti, si aprono di solito le botti per il vino 'novello', spesso abbinato anche alle prime castagne), degli alcolizzati guariti e dei mariti traditi.


L’estate di San martino e i vari significati
Per ‘Estate di san Martino’, come detto, si intende il periodo di novembre caratterizzato da buone condizioni meteorologiche e temperature relativamente miti.
La locuzione ‘Estate di san Martino’ ha assunto con il tempo anche altri significati: viene infatti così definito un improvviso e illusorio miglioramento economico che interessò l'Italia tra il 1550 e il 1600.
Nel giorno di San Martino, infine, in passato venivano rinnovati anche i contratti agricoli annuali: da qui il detto 'fare San Martino', ossia lasciare un alloggio, traslocare.

 




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