Il suo spirito mi supera e la sua volontà mi confonde.
Tra lui e
qualsiasi altra persona al mondo non c’è possibilità di paragone.
E’ veramente
un essere a parte.
Le sue idee, i suoi sentimenti, la verità che egli annuncia,
la sua maniera di convincere, non si riescono a spiegare nè con le istituzioni
umane nè con la natura delle cose.
La sua nascita e la storia della sua vita,
la profondità della sua dottrina che raggiunge davvero la vetta delle difficoltà
e ne è la soluzione più ammirevole, il suo Vangelo, il suo cammino attraverso i
secoli, tutto rappresenta per me un prodigio.
E’ un mistero insondabile.
Qui
non vedo niente di umano, più guardo da vicino e più mi accorgo che tutto è al
di sopra di me, tutto appare più grande. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra
religione c’è la distanza dell’infinito.
Io di uomini me ne intendo e Gesù
Cristo non era solamente un uomo. In Licurgo, in Numa, in Maometto, non vedo
che dei legislatori i quali, poiché occupavano il primo posto nello Stato,
hanno cercato la migliore soluzione al problema sociale.
Non ci trovo nulla che
nasconda la divinità ed essi stessi, del resto, non hanno mai alzato le loro
pretese così in alto.
Cerco invano nella storia qualcuno simile a Gesù Cristo o
qualcuno che comunque si avvicini al Vangelo.
Anche gli empi non hanno mai
osato negare la sublimità del Vangelo che ispira loro una specie di venerazione
obbligata! Che gioia procura questo libro!
Dal primo giorno fino all’ultimo,
egli è lo stesso, sempre lo stesso, maestoso e semplice, infinitamente severo e
infinitamente dolce.
Che parli o che agisca, Gesù è luminoso, immutabile,
impassibile. Gesù si è impadronito del genere umano.
Mentre tutto ciò che egli
ha fatto è divino, negli altri, Zoroastro, Numa, Maometto, non c'è nulla, al
contrario, che non sia umano.
L'azione di questi mortali si limita alla loro
vita. Cristo si tratta forse di una invenzione dell'uomo? No, al contrario è
una realtà inspiegabile. Gesù è il solo che abbia osato tanto.
E’ il solo che
abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sé: io sono
Dio. Voi parlate di Cesare e di Alessandro, delle loro conquiste e
dell’entusiasmo che seppero suscitare nel cuore dei soldati, ma quanti anni è
durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo si è mantenuto l’entusiasmo dei
soldati di Alessandro?
Invece per Cristo è stata una guerra, un lungo
combattimento durato trecento anni, cominciato dagli apostoli e proseguito dai
loro successori e dall’onda delle generazioni cristiane. E che dura tutt'ora.
Dopo san Pietro i trentadue vescovi di Roma che gli sono succeduti sulla
cattedra hanno, come lui, subito il martirio. Durante i tre secoli successivi,
la cattedra romana fu un patibolo che procurava sicuramente la morte a chi vi
veniva chiamato.
In questa guerra tutti i re e tutte le forze della terra si
trovano da una parte, mentre dall’altra non vedo nessun esercito, ma una
misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e là nelle varie parti del
globo e che non avevano altro segno di fratellanza che una fede comune nel
mistero della Croce. Potete concepire un morto che fa delle conquiste con un
esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria? Potete concepire un
fantasma che ha soldati senza paga, senza speranza per questo mondo e che
ispira loro la perseveranza e la sopportazione di ogni genere di privazione?
Questa è la storia dell’invasione e della conquista del mondo da parte del
cristianesimo. I popoli passano, i troni crollano e la Chiesa rimane!
Quale è,
dunque, la forza che mantiene in piedi questa Chiesa, assalita dall’oceano
furioso della diffidenza, del pregiudizio, della collera e dell’odio del mondo?
Qual è il braccio, dopo diciotto secoli, che l’ha difesa dalle tante tempeste
che hanno minacciato di inghiottirla?”.
Napoleone Bonaparte, dall'opera "Conversazioni religiose
Napoleone Bonaparte, dall'opera "Conversazioni religiose
Tra le memorie storiche della vita di Napoleone Bonaparte viene riportato anche questo breve episodio molto istruttivo per comprendere la verità delle parole di Gesù sulla incrollabilità della «Pietra» di fondazione su cui è costruita la Chiesa.
Sul finire della sua vita, Napoleone, esiliato dagli inglesi nell'isola di Sant'Elena, in mezzo all'oceano Atlantico, un giorno chiese all'amico, il conte Giuseppe de Ritrel, venuto a visitarlo:
- C'eri tu a Fontaineblau, quando il Papa Pio VII mi predisse la fine?
- Sì, c'ero, e ricordo bene le parole che il Papa ti disse in quell'occasione, ossia: «Il Dio d'altri tempi vive ancora. Egli ha sempre stritolato i persecutori della Chiesa: lo stesso farà con vostra Maestà, se continuerete a opprimere la Chiesa».
- Sì, adesso ricordo anch'io. Egli mi disse proprio così... - confermò Napoleone. E aggiunse: «Ah, perché non posso ora gridare, da qui, a quelli che hanno qualche potere sulla terra: `Rispettate il rappresentante di Gesù Cristo! Non toccate il Papa, altrimenti sarete annientati dalla mano vendicatrice di Dio. Anzi, proteggete la Cattedra di Pietro!».
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