lunedì 26 novembre 2012

Dall'opera "Conversazioni religiose" - Napoleone Bonaparte

“Tutto di Gesù mi sorprende.
Il suo spirito mi supera e la sua volontà mi confonde.
Tra lui e qualsiasi altra persona al mondo non c’è possibilità di paragone.
E’ veramente un essere a parte.
Le sue idee, i suoi sentimenti, la verità che egli annuncia, la sua maniera di convincere, non si riescono a spiegare nè con le istituzioni umane nè con la natura delle cose.
La sua nascita e la storia della sua vita, la profondità della sua dottrina che raggiunge davvero la vetta delle difficoltà e ne è la soluzione più ammirevole, il suo Vangelo, il suo cammino attraverso i secoli, tutto rappresenta per me un prodigio.
E’ un mistero insondabile.
Qui non vedo niente di umano, più guardo da vicino e più mi accorgo che tutto è al di sopra di me, tutto appare più grande. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la distanza dell’infinito.
Io di uomini me ne intendo e Gesù Cristo non era solamente un uomo. In Licurgo, in Numa, in Maometto, non vedo che dei legislatori i quali, poiché occupavano il primo posto nello Stato, hanno cercato la migliore soluzione al problema sociale.
Non ci trovo nulla che nasconda la divinità ed essi stessi, del resto, non hanno mai alzato le loro pretese così in alto.
Cerco invano nella storia qualcuno simile a Gesù Cristo o qualcuno che comunque si avvicini al Vangelo.
Anche gli empi non hanno mai osato negare la sublimità del Vangelo che ispira loro una specie di venerazione obbligata! Che gioia procura questo libro!
Dal primo giorno fino all’ultimo, egli è lo stesso, sempre lo stesso, maestoso e semplice, infinitamente severo e infinitamente dolce.
Che parli o che agisca, Gesù è luminoso, immutabile, impassibile. Gesù si è impadronito del genere umano.
Mentre tutto ciò che egli ha fatto è divino, negli altri, Zoroastro, Numa, Maometto, non c'è nulla, al contrario, che non sia umano.
L'azione di questi mortali si limita alla loro vita. Cristo si tratta forse di una invenzione dell'uomo? No, al contrario è una realtà inspiegabile. Gesù è il solo che abbia osato tanto.
E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sé: io sono Dio. Voi parlate di Cesare e di Alessandro, delle loro conquiste e dell’entusiasmo che seppero suscitare nel cuore dei soldati, ma quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo si è mantenuto l’entusiasmo dei soldati di Alessandro?
Invece per Cristo è stata una guerra, un lungo combattimento durato trecento anni, cominciato dagli apostoli e proseguito dai loro successori e dall’onda delle generazioni cristiane. E che dura tutt'ora.
Dopo san Pietro i trentadue vescovi di Roma che gli sono succeduti sulla cattedra hanno, come lui, subito il martirio. Durante i tre secoli successivi, la cattedra romana fu un patibolo che procurava sicuramente la morte a chi vi veniva chiamato.
In questa guerra tutti i re e tutte le forze della terra si trovano da una parte, mentre dall’altra non vedo nessun esercito, ma una misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e là nelle varie parti del globo e che non avevano altro segno di fratellanza che una fede comune nel mistero della Croce. Potete concepire un morto che fa delle conquiste con un esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria? Potete concepire un fantasma che ha soldati senza paga, senza speranza per questo mondo e che ispira loro la perseveranza e la sopportazione di ogni genere di privazione?
Questa è la storia dell’invasione e della conquista del mondo da parte del cristianesimo. I popoli passano, i troni crollano e la Chiesa rimane!
Quale è, dunque, la forza che mantiene in piedi questa Chiesa, assalita dall’oceano furioso della diffidenza, del pregiudizio, della collera e dell’odio del mondo?
Qual è il braccio, dopo diciotto secoli, che l’ha difesa dalle tante tempeste che hanno minacciato di inghiottirla?”.


Napoleone Bonaparte, dall'opera "Conversazioni religiose
 
 

Tra le memorie storiche della vita di Napoleone Bonaparte viene riportato anche questo breve episodio molto istruttivo per comprendere la verità delle parole di Gesù sulla incrollabilità della «Pietra» di fonda­zione su cui è costruita la Chiesa.

Sul finire della sua vita, Napoleone, esiliato dagli inglesi nell'isola di Sant'Ele­na, in mezzo all'oceano Atlantico, un giorno chiese all'amico, il conte Giuseppe de Ritrel, venuto a visitarlo:

- C'eri tu a Fontaineblau, quando il Papa Pio VII mi predisse la fine?

- Sì, c'ero, e ricordo bene le parole che il Papa ti disse in quell'occasione, ossia: «Il Dio d'altri tempi vive ancora. Egli ha sem­pre stritolato i persecutori della Chiesa: lo stesso farà con vostra Maestà, se continue­rete a opprimere la Chiesa».

- Sì, adesso ricordo anch'io. Egli mi disse proprio così... - confermò Napoleone. E aggiunse: «Ah, perché non posso ora gri­dare, da qui, a quelli che hanno qualche potere sulla terra: `Rispettate il rappresen­tante di Gesù Cristo! Non toccate il Papa, altrimenti sarete annientati dalla mano ven­dicatrice di Dio. Anzi, proteggete la Catte­dra di Pietro!».

 

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