Tristezza per quanto è accaduto in questi giorni in Vaticano, ma anche fiducia nel sostegno dello Spirito Santo alla Chiesa e incoraggiamento ai suoi più stretti collaboratori. È quanto ha manifestato Benedetto XVI questa mattina, mercoledì 30 maggio, nel corso dell’udienza generale in piazza San Pietro.
Gli avvenimenti successi in questi giorni, circa la Curia e i miei collaboratori, hanno recato tristezza nel mio cuore, ma non si è mai offuscata la ferma certezza che, nonostante la debolezza dell’uomo, le difficoltà e le prove, la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e il Signore mai le farà mancare il suo aiuto per sostenerla nel suo cammino. Si sono moltiplicate, tuttavia, illazioni, amplificate da alcuni mezzi di comunicazione, del tutto gratuite e che sono andate ben oltre i fatti, offrendo un’immagine della Santa Sede che non risponde alla realtà. Desidero, per questo, rinnovare la mia fiducia e il mio incoraggiamento ai miei più stretti collaboratori e a tutti coloro che, quotidianamente, con fedeltà, spirito di sacrificio e nel silenzio, mi aiutano nell’adempimento del mio Ministero.
In precedenza il Pontefice aveva dedicato la catechesi alla preghiera nelle Lettere di san Paolo, sottolineando in particolare la dinamica del dialogo tra «il “sì” fedele di Dio e l’“amen” fiducioso dei credenti».
Nel ricordare le sofferenze e le afflizioni affrontate dall’apostolo, Benedetto XVI ha invitato i fedeli «a non lasciarsi vincere dalla tribolazione e dalle difficoltà», ma a «vivere ogni situazione uniti a Cristo». Nella preghiera, ha affermato, «possiamo anche noi, concretamente, sentire la consolazione che viene da Dio». E questo, ha aggiunto, «rafforza la nostra fede, perché ci fa sperimentare in modo concreto il “sì” di Dio all’uomo». Un «sì» al quale «rispondiamo con il nostro “sì”, con il nostro “amen” e così siamo sicuri nel “sì” di Dio».
Del resto, ha fatto notare il Pontefice, «tutta la storia della salvezza è un progressivo rivelarsi di questa fedeltà di Dio, nonostante le nostre infedeltà e i nostri rinnegamenti». A riprova che il Signore «non si stanca mai di avere pazienza con noi e con la sua immensa misericordia ci precede sempre» e «ci offre la misura del suo amore, che non calcola e non ha misura». La preghiera, dunque, è l’incontro con un Dio «che rinnova la sua fedeltà incrollabile, per donarci la sua consolazione in mezzo alle tempeste della vita e farci vivere, uniti a Lui, un’esistenza piena di gioia e di bene».
Al termine dell’udienza, il pensiero del Papa per le popolazioni dell’Emilia colpite dalle nuove scosse di terremoto. «Auspico che con l’aiuto di tutti e la solidarietà dell’intera Nazione — si è augurato Benedetto XVI assicurando la sua preghiera e il suo affetto alle vittime del sisma — possa riprendere al più presto la vita normale in quelle terre così duramente provate».
Fonte: L’Osservatore Romano 30 maggio 2012
giovedì 31 maggio 2012
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