domenica 27 maggio 2012

Benedetto XVI contro la pedofilia, un peccato che grida vendetta davanti a Dio

Papa Benedetto XVI ha condannato in modo chiaro e “inequivocabile”, senza equivoci, i 50 preti pedofili della Chiesa d’Irlanda che, fra il 1940 e il 1980, hanno violentato ben 2.500 bambini. Fra costoro, c’era uno dei segretari personali di papa Giovanni Paolo II, il vescovo John Magee, che si è dimesso già a febbraio perchè ha protetto molti preti nella diocesi di Cloyne.
Il Papa ha espresso tutta la sua “vergogna” per i loro “misfatti” ed esprimendo altresì “condivisione del dolore e della sofferenza delle vittime”, che devono riceve compassione e cura”. “Davvero sono profondamente addolorato per il dolore e la sofferenza subita dalle vittime e assicuro loro che come loro pastore anche io condivido la loro sofferenza”.
“Questi misfatti – ha proseguito Benedetto XVI -, che costituiscono un così grave tradimento della fiducia dei Superiori devono essere condannati in modo inequivocabile.
Essi hanno causato grande dolore e hanno danneggiato la testimonianza della Chiesa.
Chiedo a tutti voi di assistere i vostri Vescovi e di collaborare con loro per combattere questo male. Le vittime devono ricevere compassione e cura, e i responsabili di questi misfatti devono essere portati davanti alla giustizia”. “E’ una priorità urgente – ha aggiunto subito dopo – quella di promuovere un ambiente più sicuro e sano, specialmente per i giovani”. Ai seminaristi e ai giovani religiosi, che “avranno il compito di edificare la casa di Dio per la prossima generazione”, il Papa ricorda l’obiettivo “di essere consacrati nella verità, di crescere nella virtù, di raggiungere l’armonia fra pensieri e ideali, da una parte, e parole ed azioni, dall’altra”: indica la preghiera e la meditazione della parola di Dio come “lampada che illumina, purifica e guida i vostri passi lungo la via che il Signore ha segnato per voi” e suggerisce di fare “della celebrazione quotidiana dell’Eucaristia il centro” della propria vita. “Non dimenticate mai – dice loro – che la castità per il Regno significa abbracciare una vita dedicata completamente all’amore, un amore che vi rende capaci di dedicare voi stessi senza riserve al servizio di Dio per essere pienamente presenti ai fratelli e alle sorelle, specialmente a quanti sono nel bisogno”.
Benedetto XVI ha ricordato le “schiere di sacerdoti” che hanno evangelizzato il paese.
Così come già accaduto in Australia e negli Usa, il Papa ha condannato la pedofilia come un crimine orrendo.
Secondo il Papa, infatti, gli abusi sessuali “hanno causato grande dolore ed hanno danneggiato la testimonianza della Chiesa: chiedo a tutti voi – ha detto ai giovani seminaristi – di sostenere e assistere i vostri Vescovi e di collaborare con loro per combattere questo male.Di fronte ai Vescovi il Papa non manca infine di ricordare l’importanza della religione nello spazio pubblico: “Troppo spesso ci ritroviamo immersi in un mondo che vorrebbe mettere Dio ‘da parte’: nel nome della libertà ed autonomia umane, il nome di Dio viene oltrepassato in silenzio, la religione è ridotta a devozione personale e la fede viene scansata nella pubblica piazza”.
Un modo di pensare che può indurre a vivere la fede come “semplice sentimento”, “indebolendo così il suo potere di ispirare una visione coerente del mondo ed un dialogo rigoroso con le molte altre visioni che gareggiano per conquistarsi le menti e i cuori dei nostri contemporanei.”. “La storia, inclusa quella del nostro tempo – nota però Benedetto XVI – ci dimostra che la questione di Dio non può mai essere messa a tacere” e che “laddove l’uomo viene sminuito, è il mondo che ci attornia ad essere sminuito; perde il proprio significato ultimo e manca il suo obiettivo”.

Papa Benedetto XVI ha cosi concluso il suo intervento: “Cari amici: con grande generosità vi siete incamminati su una particolare via di consacrazione”, ha detto infine il Papa rivolgendosi ai seminaristi e ai giovani religiosi. “La preghiera e la meditazione della Parola di Dio siano la lampada che illumina, purifica e guida i vostri passi lungo la via che il Signore ha segnato per voi”. “Fate della celebrazione quotidiana dell’Eucaristia il centro della vostra vita”, ha sollecitato. “Abbracciando la chiamata del Signore a seguirlo in castità, povertà e obbedienza, avete intrapreso il viaggio di un discepolato radicale che vi renderà «segni di contraddizione» per molti dei vostri contemporanei.
La castità per il Regno significa abbracciare una vita dedicata completamente all’amore, un amore che vi rende capaci di dedicare voi stessi senza riserve al servizio di Dio per essere pienamente presenti”. “Il vostro idealismo, la generosità, il tempo e le energie”: questi sono “i veri sacrifici che deponete sull’altare del Signore”, ha ribadito Benedetto XVI, concludendo il suo intervento con un’invocazione a Maria Vergine affinché sostenga la Chiesa in Irlanda.
L’Intervento del Papa sul ruolo e la funzione dei sacerdoti nella Chiesa, in cui ha ribadito la condanna della pedofilia, sta a significare che Benedetto XVI vuole una Chiesa come desiderava San Paolo “santa e immacolata, senza macchia e ruga”. Vuole dei sacerdoti, cioè dei ministri di Dio, degli alter Christus, dei consacrati, puri e casti, che si dedichino solo alla Chiesa, a Gesù crocifisso e risorto e all’evangelizzazione. I sacerdoti pedofili e le nefandezze che compiono contro i minori, devono lasciare il sacerdozio perchè deturpano e feriscono la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo. Devono essere ridotti allo stato laicale non dopo anni o, peggio, trasferiti in altre Diocesi (e qui la responsabilità di alcuni vescovi o cardinali è gravissima) ma rassegnare il mandato nelle mani del loro vescovo. La pedofilia è una piaga gravissima fra il clero (anche se riguarda solo il 3-4%) su 400 mila sacerdoti, ma ci vuole “tolleranza zero” per usare un’espressione che oggi va di moda. Questi pedofili pensino alle parole di Gesù sui bambini e pensino al male e alle conseguenze nefaste sulle loro vittime che porteranno delle cicatrici o traumi per tutta la loro vita. Noi non vogliamo giudicare nessuno, ma è chiaro che per questi signori non c’è posto nella Chiesa, non sono dei modelli autorevoli da seguire, non sono delle guide da imitare. E non hanno nulla da dire. Si facciano da parte subito senza creare ulteriori scandali che offendono la dignità umana dei minori e offendono la Chiesa fondata da Cristo. Non a caso, se molti fedeli hanno lasciato e abbandonato la Chiesa, alcune cause sono riconducibili al comportamento profondamente immorale di questi preti pedofili spesso protetti inspiegabilmente da alcuni vescovi. No, nessun odio nei loro confronti, ma compassione si. Ma si rendano conto (anche se sono malati, e la pedofilia è una gravissima malattia psichica!) che restando nelle fila dei sacerdoti o dei vescovi fanno del male rispettivamente: ai minori, a se stessi, e alla Chiesa. La linea dura di Benedetto XVI nei confronti dei preti pedofili è giusta e doverosa e rende giustizia di tante nefandezze e misfatti a cui abbiamo assistito impunemente. La Chiesa ha bisogno di seminaristi e di preti pieni di fede, gioia e di entusiasmo per il loro ministero, ha bisogno di sacerdoti che siano motivati, che si dedichino al loro prossimo con passione amore e disinteresse, che siano orgogliosi e fieri dell’abito che indossano, e che lavorino come operai per la vigna del Signore.

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