Gennaro era nato a Napoli,
nella seconda metà del III secolo, e fu eletto vescovo di Benevento, dove
svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai
pagani. Nel contesto delle persecuzioni di Diocleziano si inserisce la storia del suo martirio. Egli
conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di
Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania.
Gennaro saputo dell'arresto di Sosso, volle recarsi insieme a due compagni,
Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere. Dragonio informato
della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando
le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della
stessa città, Eutiche ed Acuzio. Anche questi tre furono arrestati e condannati
insieme agli altri a morire nell'anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere
sbranati dagli orsi. Ma durante i preparativi il proconsole Dragonio, si
accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi
prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19
settembre del 305 fece decapitare i prigionieri.
giovedì 19 settembre 2013
San Gennaro, 19 settembre 2013
Tertiodecimo Kalendas Octobris. Luna secunda. Puteolis in Campania, sanctorum martyrum Ianuarii, Beneuentanae ciuitatis episcopi, eiusque diaconi Festi, et Desiderii Llectoris, Sosii, diaconi Ecclesiae Misenatis, Proculi, diaconi Puteolani; Eutychii et Acutii. Hi omnes, post uincula et carceres, capite caesi sunt, sub Diocletiano principe. Corpus sancti Ianuarii delatum fuit Neapolim, atque honorifice in Ecclesia tumulatum; ubi etiam beatissimi martyris sanguis in ampulla uitrea adhuc seruatur, qui, in conspectu capitis illius positus, uelut recens liquescere et ebullire conspicitur.
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