giovedì 19 settembre 2013

San Gennaro, 19 settembre 2013

Tertiodecimo Kalendas Octobris. Luna secunda. Puteolis in Campania, sanctorum martyrum Ianuarii, Beneuentanae ciuitatis episcopi, eiusque diaconi Festi, et Desiderii Llectoris, Sosii, diaconi Ecclesiae Misenatis, Proculi, diaconi Puteolani; Eutychii et Acutii. Hi omnes, post uincula et carceres, capite caesi sunt, sub Diocletiano principe. Corpus sancti Ianuarii delatum fuit Neapolim, atque honorifice in Ecclesia tumulatum; ubi etiam beatissimi martyris sanguis in ampulla uitrea adhuc seruatur, qui, in conspectu capitis illius positus, uelut recens liquescere et ebullire conspicitur.




Gennaro era nato a Napoli, nella seconda metà del III secolo, e fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani. Nel contesto delle persecuzioni di Diocleziano si inserisce la storia del suo martirio. Egli conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania. Gennaro saputo dell'arresto di Sosso, volle recarsi insieme a due compagni, Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere. Dragonio informato della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della stessa città, Eutiche ed Acuzio. Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell'anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere sbranati dagli orsi. Ma durante i preparativi il proconsole Dragonio, si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 fece decapitare i prigionieri.

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