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1. Il vero umile è fiducioso.
Non è umiltà l'avvilimento, la diffidenza, la disperazione; anzi è giuoco d'amor proprio non soddisfatto e di schietta superbia. L'umile, riconoscendosi nulla da solo, si volge come povero al suo ricco Signore, e spera tutto. S. Paolo si confonde nel ricordo degli antichi peccati, teme, s'umilia, eppure esclama fiducioso: "Tutto io posso in Colui che mi conforta". Se Iddio è tanto buono e misericordioso, è padre così tenero, perché non confidare in Lui?
2. Gesù vuole fiducia per esaudirci.
Vennero a Lui bisognosi d'ogni sorta, ma premiò tutti per la fiducia e la richiese per consolarli. Così con il cieco di Gerico, con il Centurione, con la Samaritana, con la Cananea, con l'idropico, con Maria, con Giairo. Prima di compiere il miracolo disse: È grande la tua fede; non trovai tanta fede in Israele; va, e sia fatto come hai creduto. Chi esita, nulla riceverà da Dio, dice S. Giacomo. Non sarà questo un motivo per cui talvolta non sei esaudito?
3. Prodigi della confidenza.
Tutto è possibile a chi ha fede e fiducia, diceva Gesù; qualunque cosa domandiate per mezzo della preghiera, abbiate fede e l'otterrete. Con la confidenza san Pietro camminò sulle acque, persone risorsero da morte al comando di san Paolo. Vi fu forse grazia di conversione, di vittoria sulle passioni, di santificazione che non abbia ottenuto una preghiera confidente? Spera tutto, e tutto otterrai.
PRATICA: Chiedi la grazia più necessaria per te: insisti nel domandarla con la più illimitata confidenza.
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