giovedì 16 agosto 2012

Maria ci mostra che la nostra vita non finisce nel nulla - Papa Benedetto XVI - 15 agosto 2012


Maria ci mostra che la nostra vita non finisce nel nulla, ma che ci aspetta Dio con il suo amore infinito: è quanto ha detto il Papa durante l’omelia della Messa celebrata questa mattina, nella parrocchia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, in occasione della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Il servizio di Sergio Centofanti. Maria «terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo»: così, il primo novembre 1950, il Venerabile Pio XII proclamava il dogma dell’Assunzione. Una verità di fede – ha spiegato Benedetto XVI – che ci mostra che “in Dio c’è spazio per l’uomo”. E Maria – ha proseguito - unendosi a Dio, “non si allontana da noi, non va in una galassia sconosciuta” ma, anzi, si fa “vicinissima a noi, ad ognuno di noi”. Il suo cuore diventa grande: “Maria, unita totalmente a Dio, ha un cuore così grande che tutta la Creazione può entrare in questo cuore e gli ex-voto in tutte le parti della terra lo dimostrano. Maria è vicina, può ascoltare, può aiutare, è vicina a tutti noi … e ha il cuore largo come il cuore di Dio”. In Dio, dunque, “c’è spazio per l’uomo”, ma anche “nell’uomo c’è spazio per Dio”: “In noi c’è spazio per Dio e questa presenza di Dio in noi è così importante per illuminare il mondo nella sua tristezza, nei suoi problemi, questa presenza si realizza nella fede: nella fede apriamo le porte del nostro essere così che Dio entri in noi, così che Dio può essere la forza che dà vita … Aprendoci a Dio, non perdiamo niente. Al contrario: la nostra vita diventa ricca e grande”. Il Papa ricorda che oggi girano molte idee su un mondo migliore che l’umanità dovrebbe aspettare e questa sarebbe la sua speranza: “Se e quando questo mondo migliore viene, non sappiamo, non so. Sicuro è un mondo che si allontana da Dio non diventa migliore, ma peggiore. Solo la presenza di Dio può garantire anche un mondo buono”. Ma i cristiani hanno “una speranza sicura”: “Dio ci aspetta, ci attende, non andiamo nel vuoto, siamo aspettati. Dio ci aspetta e troviamo, andando all’altro mondo, la bontà della Madre, troviamo i nostri, troviamo l’Amore eterno. Dio ci aspetta: questa è la nostra grande gioia e la grande speranza che nasce proprio da questa festa”. Maria – conclude il Papa – “è la gioia della nostra vita”, è “la consolazione e la speranza” per il nostro pellegrinaggio terreno: “Affidiamoci alla sua materna intercessione, affinché ci ottenga dal Signore di rafforzare la nostra fede nella vita eterna; ci aiuti a vivere bene il tempo che Dio ci offre con speranza. Una speranza cristiana, che non è soltanto nostalgia del Cielo, ma vivo e operoso desiderio di Dio qui nel mondo, desiderio di Dio che ci rende pellegrini infaticabili, alimentando in noi il coraggio e la forza della fede, che nello stesso tempo è coraggio e forza dell'amore”. 

Fonte: Radio Vaticana 

All’Angelus, sempre a Castel Gandolfo, il Papa ha proseguito la sua riflessione sulla Festa dell’Assunzione ricordando che si celebra nel cuore del mese di agosto sia nella Chiesa in Occidente che in quella d’Oriente. Si tratta di una celebrazione che “affonda le radici nella fede e nel culto dei primi secoli della Chiesa, per quella profonda devozione verso la Madre di Dio che è andata sviluppandosi progressivamente nella Comunità cristiana”. 
Il Papa ha ricordato quanto afferma il Concilio Ecumenico Vaticano II: «Maria assunta in cielo, con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata» (Lumen gentium, 62). E ha invocato la Vergine Santa perché “sia la stella che guida i nostri passi all’ incontro con il suo Figlio nel nostro cammino per giungere alla gloria del Cielo, alla gioia eterna”.


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