La calunnia non è il "venticello" di rossiniana memoria. E' bensì un ciclone devastatore che abbatte ed uccide prima colui che ne è l'autore, poi i suoi destinatari diretti o indiretti.
E' soprattutto -- la calunnia - un peccato così obbrobrioso che non ci sono parole per definirlo ed esecrarlo a sufficienza.
E', inoltre, peccato così diffuso non solo nell'ambiente sociale ma anche in quello ecclesiale, che rischia di perdere, data la sua sempre più allargata consistenza, quella abominevole malizia che ne fa il peccato satanico per eccellenza, frutto, inoltre, dell'odio e di una gratuita volontà distruttiva.
Per questo mi sono sentito in dovere di metterne in guardia i miei fedeli. Cosa che faccio con questa lettera pastorale.
Certo è difficile pensare che quanto verrò scrivendo possa toccare cuori duri come roccia e impedire a questi malefici devastatori di continuare a compiere i loro nefandi crimini, ma almeno sapranno, una volta di più, quanto male fanno e a quale abisso di iniquità vanno incontro, condannati se non da una coscienza cauteriata e corrotta, almeno dal giusto giudizio di Dio...
Ripeto subito al loro indirizzo le severe parole del santo Libro: "Salvami Signore, dal malvagio, proteggimi dall'uomo violento, da quelli che tramano sventure nel mare e ogni giorno scatenano guerre. Aguzzano la lingua come serpenti, veleno d'aspide è sotto le loro labbra (...) La malizia delle loro labbra li sommerge. Fa piovere su di loro carboni ardenti, gettali nel baratro e più non si rialzino. Il maldicente non duri sulla terra, il male spinga il violento alla rovina." Sal 140 (130).
I - Un calunniato di nome Gesù
Per capire la enorme malizia della calunnia e la malvagità di chi la mette in atto non c'è che da considerare a quale abisso negativo siano giunti i calunniatori quando hanno preso di mira per la loro bava velenosa, addirittura la adorabile persona del Maestro divino.
Apriamo il Vangelo: "Il discepolo si contenti di essere come il maestro e il servo di essere come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebul (principe dei demoni) il padrone di casa, quanto più chiameranno così i suoi familiari!" (Mt 10,25).
"E' venuto Giovanni (Battista) che non mangia e non beve e si dice: - E' indemoniato! - E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve e si dice: - Ecco un mangione e un beone, amico di pubblicani e peccatori" (Mt 12,18 ss).
"I farisei dissero: - Costui non scaccia i demoni se non per virtù di Beelzebul principe dei demoni" (Mt 12,24).
"Il sommo sacerdote si lacerò le vesti dicendo: - Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo più di testimoni?" (Mt 26,65).
I capp. 7 e 8 di San Giovanni contengono la decisiva e drammatica discussione tra Gesù e i suoi avversari, incalliti nel rifiuto di ogni evidenza e decisi a far fuori Gesù. Ecco le calunnie che escono dalla loro bocca:
“ama la gente..." (7,12).
"Altri dicevano: - No (non è buono), ma ingiusto”
"Rispose la folla: - Tu hai un demonio!" (7,20).
"Gli risposero i Giudei: - Ma sappiamo che hai un demonio.." (8,48). Il "peccato contro lo Spirito Santo" di cui parla Gesù (cf. Mc 3,30) è proprio la calunnia rivolta contro di lui attribuendo al demonio l'opera salvifica di Gesù.. >>
(ANDREA GEMMA, VESCOVO, Isernia, Lettera Pastorale, nel giorno della festa di Santa Maria degli angeli 2 Agosto 1998)
E' soprattutto -- la calunnia - un peccato così obbrobrioso che non ci sono parole per definirlo ed esecrarlo a sufficienza.
E', inoltre, peccato così diffuso non solo nell'ambiente sociale ma anche in quello ecclesiale, che rischia di perdere, data la sua sempre più allargata consistenza, quella abominevole malizia che ne fa il peccato satanico per eccellenza, frutto, inoltre, dell'odio e di una gratuita volontà distruttiva.
Per questo mi sono sentito in dovere di metterne in guardia i miei fedeli. Cosa che faccio con questa lettera pastorale.
Certo è difficile pensare che quanto verrò scrivendo possa toccare cuori duri come roccia e impedire a questi malefici devastatori di continuare a compiere i loro nefandi crimini, ma almeno sapranno, una volta di più, quanto male fanno e a quale abisso di iniquità vanno incontro, condannati se non da una coscienza cauteriata e corrotta, almeno dal giusto giudizio di Dio...
Ripeto subito al loro indirizzo le severe parole del santo Libro: "Salvami Signore, dal malvagio, proteggimi dall'uomo violento, da quelli che tramano sventure nel mare e ogni giorno scatenano guerre. Aguzzano la lingua come serpenti, veleno d'aspide è sotto le loro labbra (...) La malizia delle loro labbra li sommerge. Fa piovere su di loro carboni ardenti, gettali nel baratro e più non si rialzino. Il maldicente non duri sulla terra, il male spinga il violento alla rovina." Sal 140 (130).
I - Un calunniato di nome Gesù
Per capire la enorme malizia della calunnia e la malvagità di chi la mette in atto non c'è che da considerare a quale abisso negativo siano giunti i calunniatori quando hanno preso di mira per la loro bava velenosa, addirittura la adorabile persona del Maestro divino.
Apriamo il Vangelo: "Il discepolo si contenti di essere come il maestro e il servo di essere come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebul (principe dei demoni) il padrone di casa, quanto più chiameranno così i suoi familiari!" (Mt 10,25).
"E' venuto Giovanni (Battista) che non mangia e non beve e si dice: - E' indemoniato! - E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve e si dice: - Ecco un mangione e un beone, amico di pubblicani e peccatori" (Mt 12,18 ss).
"I farisei dissero: - Costui non scaccia i demoni se non per virtù di Beelzebul principe dei demoni" (Mt 12,24).
"Il sommo sacerdote si lacerò le vesti dicendo: - Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo più di testimoni?" (Mt 26,65).
I capp. 7 e 8 di San Giovanni contengono la decisiva e drammatica discussione tra Gesù e i suoi avversari, incalliti nel rifiuto di ogni evidenza e decisi a far fuori Gesù. Ecco le calunnie che escono dalla loro bocca:
“ama la gente..." (7,12).
"Altri dicevano: - No (non è buono), ma ingiusto”
"Rispose la folla: - Tu hai un demonio!" (7,20).
"Gli risposero i Giudei: - Ma sappiamo che hai un demonio.." (8,48). Il "peccato contro lo Spirito Santo" di cui parla Gesù (cf. Mc 3,30) è proprio la calunnia rivolta contro di lui attribuendo al demonio l'opera salvifica di Gesù.. >>
(ANDREA GEMMA, VESCOVO, Isernia, Lettera Pastorale, nel giorno della festa di Santa Maria degli angeli 2 Agosto 1998)
Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto (dal Salmo 103)
ATTO DI CONSACRAZIONE A SAN MICHELE ARCANGELO.
O grande Principe del cielo, difensore fedelissimo della Chiesa, San Michele Arcangelo, io, quantunque indegno di apparire dinanzi a te, confidando tuttavia nella tua speciale bontà, mi presento a te, accompagnato dal mio Angelo Custode e, in presenza di tutti gli Angeli del cielo che prendo a testimoni della mia devozione verso di te, ti scelgo oggi
O grande Principe del cielo, difensore fedelissimo della Chiesa, San Michele Arcangelo, io, quantunque indegno di apparire dinanzi a te, confidando tuttavia nella tua speciale bontà, mi presento a te, accompagnato dal mio Angelo Custode e, in presenza di tutti gli Angeli del cielo che prendo a testimoni della mia devozione verso di te, ti scelgo oggi
come mio protettore e particolare avvocato e mi propongo fermamente di onorarti quanto più potrò. Assistimi durante tutta la mia vita, affinché mai io offenda Dio né in opere né in parole né in pensieri. Difendimi contro tutte le tentazioni del demonio, specialmente riguardo la fede e la purezza, e nell'ora della morte infondi la pace alla mia anima e introducila nella Patria eterna. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta affinché non periamo nell'estremo giudizio.
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta affinché non periamo nell'estremo giudizio.
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