domenica 19 novembre 2006

IL NUOVO ORATORIO E LA COMUNITA'

Domenica scorsa alcuni genitori si sono fatti portavoce di tante famiglie ed hanno parlato alla comunità del nuovo Oratorio che sta crescendo.E' un conforto toccare con mano che l'interesse verso questo ambiente sta crescendo: infatti il nuovo Oratorio che sta prendendo forma è una necessità; il degrado delle costruzioni precedenti era visibile e la demolizione delle palazzine è arrivata dopo attente prove e studi di fattibilità e di convenienza. Fra qualche mese la nostra comunità sarà dotata di ampi spazi decorosi, sicuri, nei quali ragazzi e famiglie potranno ritrovarsi e le spese che si stanno affrontando non sono uno spreco ma una necessità. Certo che per avere il nuovo oratorio la parrocchia ha dovuto far debiti con le banche, ma è importante che tutti comprendano che questi debiti sono della comunità perchè l'Oratorio è di questa comunità. I preti arrivano e partono, negli anni in cui sono qui svolgono al meglio il loro servizio, compreso quello di garantire il buon funzionamento delle strutture, ma è la comunità che resta e che usufruisce degli ambienti; la comunità di oggi e quella di domani. Sono convinto che la gente di questa Parrocchia saprà rispondere con generosità e che i debiti sicuramente saranno coperti; non nascondo però che li sento pesare sulle spalle e che mi auguro che presto, il più presto possibile, questi debiti non ci siano più.
Vi chiedo di condividere queso desiderio.

martedì 10 ottobre 2006

Ciao Don Gianni

dal Giornale di Rescaldina ottobre 2006
Don Gianni Pauciullo dopo sei anni lascia la Parrocchia di Rescaldina. Don Gianni è arrivato a Rescaldina nell'estate del 2000 e ben presto si è fatto conoscere e amare da tutti. A lui va ricordato il grande impegno verso i bambini e il mondo dei giovani: è stato lui a fondare la squadra di basket, il giornalino, il sito internet e il programma radio dell'oratorio, ha ristrutturato l'intera struttura dell'ex oratorio maschile. Ma ha reinventato anche l'oratorio estivo proponendo un servizio di oratorio mattutino, il servizio mensa facendo toccare, nel 2006, la quota record di 550 iscritti.
Inoltre, è stato il promotore di uscite, meeting, convegni, ritiri, della creazione dell'oratorio misto (non più, quindi, diviso tra maschi e femmine), del gruppo giovani, della riprogettazione dell'oratorio domenicale attraverso l'organizzazione di laboratori artistici, teatrali, radiofonici, musicali e di danza a fianco di un servizio portineria e di un affiatato team di animatori.
In particolare, la collaborazione tra Amministrazione Comunale e Parrocchia si è sviluppata anche con il Servizio Mensa per l'Oratorio Estivo che si è integrato sul territorio con il Centro Ricreativo Estivo Comunale gestito invece dal Comune. Le famiglie rescaldinesi i cui genitori lavorano hanno potuto trovare più offerte fra cui scegliere.
L'Assesore alla Cultura e Vicesindaco Dott. Angelo Mocchetti ricorda queste collaborazioni come positive. "Ritengo" dichiara il Vicesindaco Dott. Angelo Mocchetti "che la collaborazione fra agenzie educative del teritorio non debba mai contrapporsi per trovare invece punti di incontro e collaborazione al servizio della comunità" anche da parte dell'Ufficio Scuola rivolgiamo un saluto a Don Gianni.
"Ciao Don Gianni"


Vivere al servizio degli ultimi

Mio padre promise a mia madre che, una volta andato in pensione l’avrebbe portata a Venezia, a Roma e a Lourdes.
Non riuscì a realizzare i suoi desideri perché morì dopo 6 mesi per un cancro.
Era la persona che amavo, e amo, di più e decisi di mantenere per lui le promesse fatte.
Così nel 1993 accompagnai mia mamma a Lourdes e da lì a poco imparai a vivere l’esperienza del servizio di accoglienza e di accompagnamento rivolta ai malati ed ai disabili.
Da allora non ho mai smesso di sorridere alla vita, imparando ad ascoltare e a condividere le gioie ricevute.
Ho incontrato l’Unitalsi, un’associazione di promozione sociale che, attraverso l’opera di volontari, si propone di realizzare progetti di carità.
Il mio tempo libero e le mie vacanze le passo con chi ha imparato a vivere il mistero della sofferenza nell’umiltà e con serena speranza; aiutando i genitori dei bambini ricoverati nelle strutture ospedaliere, alleviando la loro sofferenza con la “Terapia del Sorriso” vestendomi da clown medico per dare loro un po’ di gioia, dando un po’ di allegria in un istituto di oltre 1.000 ospiti con handicap psicofisico medio-grave, e soprattutto ricevendo da loro un amore gratuito.
Lourdes (http://www.lourdes-france.org/) è ormai la mia seconda casa, ogni anno, più volte all’anno, eccomi felice iN quei luoghi dove ognuno, al di là del proprio credo, dovrebbe una volta nella sua vita andarci perché è difficile spiegare quali sono le emozioni che si respirano.
Associazioni come l’Unitalsi (http://www.unitalsi.it/) esistono in ogni nazione, e organizzano pellegrinaggi accompagnando i malati, così come accadde a Bernadette l’11 febbraio 1858, che fu la prima ammalata ad essere accompagnata alla Grotta dove apparve la Madonna.
Così come è possibile fare un’esperienza di “Hospitalité” (http://www.hospitalite-lourdes.com/) accogliendo i malati e i pellegrini che giungono da ogni parte del mondo e mettendosi al loro servizio, attraverso un percorso di formazione, per un periodo che varia da 7 a 10 giorni l’anno.
“Aiutare e curare le persone malate è un tale onore che non c’è altra ricompensa da attendere”
diceva Bernadette Sobirous, farlo donando loro un sorriso è la cosa più bella.
                     Rosanna

domenica 1 ottobre 2006

Posata la prima pietra del nuovo oratorio in San Pio V


Domenica 24 settembre 2006, rimarrà una data storica nella vita della nostra bellissima parrocchia di San Pio V.Si è svolta la cerimonia della posa della prima pietra per la costruzione del nuovo oratorio.
La cerimonia è stata officiata da Mons. De Scalzi, alla presenza del parroco Don Giorgio, di don Stefano e don Giovanni, nonché di un folto pubblico di tutte le età.Diverse preghiere sono state lette da ragazzi appartenenti alle diverse fasce d’età. Si è sottolineato che l’oratorio è il luogo dove si svolge la catechesi, dove ci si ritrova con gli amici, dove si impara a conoscere Gesù, dove ci si diverte stando insieme, giocando, cantando e pregando.L’oratorio e’ il luogo dove s’impara la bellezza del dedicarsi agli altri, soprattutto dei più piccoli.Per i giovani è il luogo che permette di scoprire un nuovo modo non solo di servire, come Gesù insegna, ma anche di stare insieme, per fare amicizie che vanno al di là della semplice conoscenza.L’oratorio è il luogo dove si fa dello sport in modo sano e pulito. Vivere lo sport in oratorio è un continuo richiamo alla società che Gesù vuole: un mondo di pace, di rispetto, di concordia.Per gli scout l’oratorio è un luogo non solo di ritrovo per attività e riunioni, ma la scelta di vivere in parrocchia, ha portato ad avere uno stile sempre migliore che sia di esempio per tutti: una vera testimonianza per crescere come veri uomini e vere donne.

Per il gruppo Quadrifoglio l’oratorio è un luogo importante in cui trovarsi e passare del tempo insieme: ci si accorge che, per chi è diversamente abile, è importante non quello che si riesce a fare, ma è importante quello che si è.Nella preghiera dei genitori si è evidenziato che le esperienze in oratorio sono tra le più varie: ci sono alcuni genitori che fin da piccoli hanno frequentato l’oratorio, hanno scoperto l’amore di Dio e, cercando di seguirlo, anche oggi si mettono al servizio dei più piccoli.Altri invece si stanno accostando alla fede grazie ai loro figli che hanno iniziato la catechesi, altri invece percepiscono che in oratorio “si respira un’aria diversa” e si lasciano condurre, a volte senza capire. In tutti, il desiderio che in oratorio i propri figli siano custoditi, non solo dalla strada e dai suoi pericoli, ma anche nella loro educazione: a livello umano e di fede, perché scoprano il bello e l’essenziale della vita. L’oratorio che sia anche per gli adulti un luogo per poter creare amicizie, un luogo per scoprire la grandezza della Chiesa.
Essendo l’oratorio che si sta costruendo espressione di tutta la comunità, che tutta insieme rappresenta la Chiesa, Don Stefano ha concluso invitando i presenti ad apporre il loro nome sulla pergamena che sarà murata dietro la prima pietra assieme al rogito scritto dal Parroco, alla medaglia donata dell’arcivescovo cardinal Dionigi Tettamanzi ed una reliquia dell’arcivescovo che ha consacrato nel 1929 la nostra Chiesa: il cardinale Ildefonso Schuster. Dopo la benedizione un’ esplosione di battimani, flash, canti e balli.


                                                   Stefania Paraluppi

sabato 23 settembre 2006

Ciao Don Luciano

Sembra ieri, era il dopoestate del 1996 e davamo il nostro arrivederci a don Paolo e il benvenuto a don Luciano.
A ricordo dell’avvenimento, avevamo distribuito ad ogni Messa un coloratissimo segnalibro.
E’ il dopoestate del 2006 e diamo il nostro arrivederci a don Luciano e il benvenuto a don Giovanni.
Sono passati 10 anni, volati via in un soffio.
I ricordi… gli avvenimenti… si accavallano nella mente.
Fare sintesi di questi 10 anni di cammino insieme a don Luciano, ricordare, fare tesoro del tempo vissuto è difficile, si può provare con lo stile del “GRAZIE, PERCHE’….” che si usa durante le celebrazioni con i giovani. Sembra il metodo più facile per andare vicino al cuore delle cose e un po’ più lontano dalla retorica dei saluti celebrativi.

GRAZIE, perché……….sei stato con noi e con le nostre fragilità..
GRAZIE, perché……….sei stato con noi e con le tue fragilità.
GRAZIE, perché……….ci hai sostenuto nei momenti dolorosi che ci hanno attraversato.
GRAZIE, perché……….hai condiviso i nostri momenti dolorosi e li hai fatti tuoi.
GRAZIE, perché……….hai condiviso i nostri momenti felici, i matrimoni,  i battesimi  e la nostra felicità è stata anche la tua.
GRAZIE, perché……….ci hai regalato un modo nuovo di leggere e provare a vivere la Parola.
GRAZIE, davvero, Luciano e un augurio di cuore per la tua nuova esperienza pastorale e umana.
                          Comunità di San Pio V

giovedì 7 settembre 2006

Una storia da ricordare


Ora mamma Cristina, papà Stefano, ed il piccolo e bellissimo Simone, sorridono e vivono con gioia e grandi progetti per il futuro.

Non così ,circa un anno fa la sera che tornammo in casa loro per il terzo incontro in preparazione al battesimo.
Da come i due genitori si presentarono sulla porta, intuimmo subito che era successo qualcosa di grave. Cristina con gli occhi gonfi di lacrime, ci raccontò che a Simone si erano chiuse anzitempo le fontanelle, per cui bisognava sottoporre al più presto il piccolo ad un intervento chirurgico alla testa.
Rita ed io ascoltammo in silenzio i genitori poi, tenendoci per mano, ci mettemmo a pregare…..Nel contempo, da casa loro, su richiesta dei genitori, telefonammo a Don Giorgio chiedendogli se, vista la situazione, era possibile battezzare al più presto Simone.
Il battesimo è stato celebrato appositamente per Simone dopo pochi giorni: è stata una cerimonia raccolta, riservata alle famiglie dei due genitori e con la nostra presenza.
Si è pregato tanto per il piccolo Simone ed è stata rivolta anche alla comunità parrocchiale il desiderio di Cristina e Stefano di pregare, pregare, pregare….
Simone è stato operato, l’intervento è durato diverse ore, poi finalmente Simone tra le braccia di mamma e papà.
Tutto è andato bene, c’è stata una lunga convalescenza e i successivi controlli hanno dato esiti positivi. L’amicizia e l’affetto con queste care persone è andato aumentando, tanto che Cristina e Stefano hanno affittato un appartamento in montagna di fianco al nostro e così abbiamo trascorso insieme un periodo di vacanza in agosto. Simone è un birichino, tanto affettuoso e con grandi occhi che ti scrutano e ti interrogano sul mondo circostante.
Questa avventura che il Signore ci ha fatto vivere, ci ha confermato una volta di più che Dio si serve di noi per trasmetterci il suo amore: basta essere disponibili.

                                                                                                                                     Piero e Rita

venerdì 1 settembre 2006

Il Progetto Formica saluta don Luciano

Ringraziamo don Luciano per averci guidato a porre attenzione al bisogno di relazione degli anziani e persone sole del territorio, per aiutarli a vincere la solitudine, causa prima di tutti i mali. La sua dolcezza e la sua disponibilità verso gli anziani e volontari sono state il valore aggiunto di questo progetto d'amore, che spinge a cercare attraverso gli occhi nuovi, il volto di Gesù in ogni persona che ci circonda, trasformando così un semplice punto di appoggio in dono di carità e condivisione sia per chi dà sia per chi riceve. Il Progetto Formica si è dunque sviluppato in una duplice direzione: di sollievo per chi ha bisogno, tramite gli incontri tra volontari e anziani, e di crescita spirituale grazie all'esempio diretto di don Luciano, esempio per tutti noi.
Mirella e i volontari

Don Luciano saluta San Pio V

10 anni di vita è proprio una bella fetta di esistenza, tutto il decennio dei 30, fino agli....anta!!!! Avrei voluto fermarmi a raccogliere qualche perla da ogni anno passato, ma sarebbe troppo lungo. Spero di riuscire a farlo più avanti: fermarsi con calma a contemplare il cammino fatto anche grazie a tutti voi, ritengo sia molto importante. Ma per questo saluto decido di tornare ad un brano di Vangelo che mi ha sempre commosso fin dal giorno in cui l'ho commentato nel cortile del mio oratorio di Rho 16 anni fa, lo abbiamo ascoltato in queste domeniche estive:
"Gesù attraversa il lago con i discepoli stanchi ma contenti, carichi di situazioni da raccontare dopo la prima esperienza di annuncio. Cercano un posto per riposare un pò. Sulla riva una folla lo attende: Gesù si commuove (i discepoli forse un pò meno): pecore senza pastore. Dona anzitutto una Parola che raduna dalla dispersione e poi mostra possibile un miracolo da noi sempre così cinicamente negato: il nostro limite può non deprimerci, schiacciarci, farci paura..."abbiamo cinque pani e due pesci, ma cosa è questo per tanta gente?"
Sedetevi in gruppetti.
Prendete il vostro nulla.
Ringraziate.
Spezzate...
Questo è ciò che ha stupito e commosso me. Mi ha liberato (un pò almeno) dalla paura di ciò che non sono, di ciò che non ho....Questa è la Parola, non mia, che vorrei lasciarvi. Essa ha guidato, ispirato, corretto, giudicato il mio agire. I limiti, le oscurità, i difetti....di ciascuno, sui quali si scatena la provata arte del giudizio reciproco, dell'esclusione, del pettegolezzo, che rende amara e deludente la relazione umana fino alla chiusura e al cinismo, sono anche il luogo di una verità che può essere fatta senza paura: Il problema non sono i 5000 pani che mi mancano, ma come imparo a guardare ai 5 pani che ho: ringrazio e spezzo e non temo di dire che ho bisogno degli altri e smaschero l'inganno del farcela da solo e del bastare a me stesso. Quante persone ho visto risorgere da questo annuncio. Di questo ringrazio Dio per il ministero e offro a Lui ancora questa povera pasta d'uomo con la quale, inaudito, può fare grandi cose, E ringrazio in particolare don Giorgio, don Giuseppe, don Gianni, don Stefano che hanno condiviso con me questo ministero. Ma anche tutti coloro che dando ascolto a questa parola e praticandola, come dice Gesù, ho sentito come fratelli, sorelle e madri.
Buon cammino alla comunità di San Pio con l'invito a credere sempre nell'azione dello Spirito come scriveva il card. Martini:
"Lo Spirito c'è, anche oggi,
come al tempo di Gesù e degli apostoli:
c'è e sta operando,
arriva prima di noi, lavora più di noi
e meglio di noi; a noi non tocca
nè seminarlo nè svegliarlo,
ma anzitutto rionoscerlo,
accoglierlo, assecondarlo,
fargli strada, andargli dietro.
C'è e non si è mai perso d'animo rispetto al nostro tempo; al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove mai avremmo immaginato.
Con affetto
don Luciano

mercoledì 23 agosto 2006

Ciao Don Luciano


Ciao Don Luciano,
Sembra ieri, era il 1996 che davamo il nostro arrivederci a don Paolo e il nostro benvenuto a don Luciano. Per l’avvenimento, avevamo distribuito un segnalibro tutto colorato che in molti si erano fatti autografare dai due sacerdoti.Con il 1° settembre 2006 daremo il nostro arrivederci a don Luciano e daremo il nostro benvenuto a don Giovanni.Sono passati 10 anni, volati via in un soffio.I ricordi… gli avvenimenti… si accavallano nella mente, alcuni belli, altri un po’ meno.Mi piace ricordare, e condividere con chi ci legge, il ricordo di una notte. Ero catechista di un gruppo di adolescenti che avevano appena ricevuto il Sacramento della Cresima e che avevano deciso di proseguire il loro cammino verso la Professione di Fede. Per consolidare la loro decisione i ragazzi avrebbero dovuto trascorrere la notte in parrocchia in preghiera e meditazione (nella realtà tutto si sarebbe risolto in chiacchere e risate sino all’alba). Con i genitori si era pensato di organizzare una cena nel salone al primo piano, poi ad un momento di preghiera nel campo sportivo e poi di farli dormire in palestra utilizzando i materassini della ginnastica. Invece…. all’ultimo momento….don Luciano propose di passare la notte a Fornovo di Parma, alloggiati nella casa delle suore. E… a dimostrazione che “chi vuole può” in pochi minuti si organizzarono le macchine con alcuni genitori disponibili come autisti. Arrivati a Fornovo subito dopo la cena al sacco in condivisione, in una notte splendente di stelle ma freddissima, con un vento che penetrava nelle ossa, Don Luciano bravo studioso degli astri, ci condusse in una lunga passeggiata lungo il fiume, a raccontarci delle stelle e a indicarle con il loro nome, una per una. Era la notte della Passione di Nostro Signore. Al rientro ci fermammo nel prato delle suore dove c’erano le statue delle via Crucis con qualche panca di pietra. C’eravamo portati il Vangelo e i lumini per ogni ragazzo. I ragazzi e le ragazze si accomodarono ognuno come voleva.. chi seduto sulla panchina di pietra, chi disteso sull’erba umida, ognuno a leggere pagine della Passione alla luce tremolante dei lumini. Un’emozione incredibile. Adolescenti in silenzio! Consapevoli della bellezza, dell’unicità dell’esperienza che stavano vivendo. Passata la mezzanotte, nella cappella delle Suore, si diede inizio alla “cerimonia dei profumi”. Mettemmo del profumo in un vassoio di metallo e gli demmo fuoco. L’ aroma di sparse per tutta la cappella e lì ognuno raccontò le proprie emozioni.
Difficile dormire quella notte.

mercoledì 19 luglio 2006

un martedì da ……..leoni

Sono ormai undici anni che seguo l’Associazione Luisa Berardi e, devo riconoscere, che ho sempre apprezzato il lavoro che fanno la Presidente, sig.ra Mariangela Sangalli e i numerosi (ma mai sufficienti) volontari per i ragazzi in difficoltà del nostro quartiere. Ma lo spettacolo che mi si è presentato martedì 18 luglio è stato veramente impagabile. Mi spiego meglio: sta diventando ormai una consuetudine che il Centro Culturale Presenza, offra ai ragazzi e alle ragazze che frequentano le attività dell’Associazione Berardi, una giornata di svago a chiusura del periodo estivo. Quest’anno la destinazione è stata Lodi Splash, un centro ricreativo con piscine e altre amenità.
E allora, direte voi, dove sta lo spettacolo?
Non avete idea di che cosa significhi vedere una cinquantina di ragazzi e ragazze originanti da ogni parte del mondo, quindi con idiomi e abitudini differenti, comunicare tra di loro in un italiano quasi perfetto, che sprigionavano un’allegria ed una   gioia di vivere fuori dal comune.Ecco dove era spettacolo: l’aver visto dall’esterno quanto è stato realizzato sin qui dall’associazione Luisa Berardi; una struttura di accoglienza e di integrazione intelligente, con attività seguite da personale esperto, che aiuta questi adolescenti ad affrontare con maggiore serenità le difficoltà scolastiche e di normale integrazione.
                                                                                                                             Claudio Maffazioli


domenica 2 luglio 2006

Una giornata sul lago di Como

Il Centro Culturale Presenza ha organizzato per sabato 1° Luglio 2006 una giornata sul lago di Como.

Siamo partiti dalla Stazione Nord, su carrozze riservate, sino a Como Lago, Lì, ad attenderci, c’era un battello, a nostra completa disposizione che, con una guida a bordo, ci ha portato sino a Piona dove abbiamo visitato la famosa Abbazia. Durante il tragitto la guida ci ha illustrato tutte le meraviglie, naturali e le meravigliose ville che costeggiano il lago; al ritorno ci siamo fermati a Menaggio e abbiamo pranzato presso il Ristorante del Grand Hotel Menaggio.
Al termine, siamo rientrati a Como e, sempre in treno, abbiamo raggiunto Milano.
Non è stata altro che una delle tante gite che il Centro Culturale organizza da un qualche tempo a questa parte e, quindi ,vi chiederete perchè parlarne sulle pagine di Buone Notizie?
Ve lo spieghiamo subito: il Centro Culturale Presenza ha iniziato con questa gita una serie d’ inviti rivolti alle persone che svolgono attività di volontariato nella nostra parrocchia, intendendo con questo dire loro un sentito grazie per il tempo e le energie che dedicano alle attività caritative.
Per ovvie ragioni organizzative, dato anche le numerose adesioni, l’invito è stato riservato ad una parte dei gruppi caritativi di San Pio V, che peraltro sono piuttosto numerosi.
Per i gruppi esclusi si sta già pensando ad una gita analoga magari, perchè no, sul lago Maggiore, che intenderemmo programmare per la prossima primavera.
Vi preghiamo quindi di leggere con attenzione il Foglio della Settimana dove, insieme a tutti gli avvisi riguardanti le varie attività parrocchiali, vengono regolarmente riportate le iniziative del Centro Culturale Presenza.

                                                                                                                             Claudio Maffazioli

sabato 1 luglio 2006

Il nuovo oratorio

Domenica 25 giugno 2006 in San Pio V: è un giorno importante e atteso che dà speranza e fa sognare dopo tante attese e tanti rinvii. Stavolta però è vero, stavolta ci siamo. Si costruirà il nuovo Oratorio! Ma la gioia è anche venata di una certa tristezza: la palazzina del nostro oratorio, la storica palazzina viene abbattuta; con essa sembrano quasi andarsene una fitta rete di rapporti personali, di ricordi. Un signore anziano esclama: "hanno portato via i ricordi della mia giovinezza!" e mentre lo dice gli scende una lacrima dagli occhi. Ma l'abbattimento è stato necessario: la palazzina costruita tanti anni fa oramai era in stato di degrado e la demolizione è il primo segno di una nuova giovinezza del nostro Oratorio. E quanto è accaduto in questi mesi quasi senza strutture e spazi conferma che l'oratorio è più vivo che mai: lo animano ragazzi, giovani, adulti che si ritrovano insieme con un motivo in più di interesse: fare in modo che i lavori siano realizzati il più presto possibile; sembra che gli sguradi attenti con cui si seguono i lavori, i progetti di attività future, servano quasi ad affrettare la realizzazione del nuovo oratorio sognato e desiderato tanto.Un gruppo sempre più folto di persone si riunisce ogni settimana con idee e proposte, si è formato il COMITATO ANCH'IO PER SAN PIO. Questo comitato, oltre a studiare i modi di coprire i costi della costruzione (unmilioneemezzo di euro) vuole far conoscere a tutta la gente del territorio quale sono le finalità educative dell'oratorio: la costruzione di un modo di stare insieme più fraterno e solidale. L'oratorio è come una famiglia che ha un suo progetto educativo ed è aperto a tutti i ragazzi, agli adolescenti, ai giovani, alle famiglie che sentono importanti i valori dell'amicizia e della condivisione in mezzo ad ambienti che sembrano produrre solo solitudine e vuoto del'animo. Vogliamo far conoscere questa proposta anche a chi non viene in chiesa, anche a chi non ha mai fatto esperienza di oratorio; per far questo abbiamo anche stampato un volumetto con il nostro progetto e la nostra proposta di vita. A voi che leggete diciamo: dateci una mano a costruire in fretta il nuovo oratorio! Sarà un luogo le cui strutture saranno utilizzate dai vostri figli e dai vostri nipoti.Sarà un luogo che renderà più bello vivere insieme nel nostro quartiere perchè saranno sempre più numerosi quelli che guarderanno gli altri con amicizia, saranno sempre di più quelli che contribuiranno a costruire una società più bella, giusta e solidale.

domenica 21 maggio 2006

San Vincenzo, festeggiamo i compleanni


Il 21 di gennaio noi della San Vincenzo abbiamo festeggiato, nel salone della nostra parrocchia, i settant'anni di due consorelle: E' stato bello ritrovarsi anche con volontari di altri gruppi per condividere un momento gioioso; nostro unico rammarico è stato di non poter invitare tutti: sono tantissime - grazie a Dio - le persone che operano nei vari servizi caritativi.
Settant'anni ... un traguardo importante! Come considerarlo? Un punto di arrivo, un punto di partenza? Possiamo dire "ormai sono vecchio" , ma possiamo anche dire "bene, ora ho più tempo e posso investirlo come voglio". Si, certo perché ormai si è fuori dai "giochi duri" : la lotta per la vita, il lavoro, il doversi spesso difendere dalle sopraffazioni, il confrontarsi continuamente con gli altri e dopo... i figli, i loro problemi amplificati dalle nostre ansie.
Settant'anni... è tempo di bilanci: si soppesa il proprio vissuto, le gioie, il tempo felice, l'infanzia spensierata, la giovinezza, le sofferenze, le perdite, le scelte giuste e quelle sbagliate, il male ed il bene fatti, l'amore donato e l'amore ricevuto...e tutte le tessere che compongono il meraviglioso mosaico di questo grande dono che è la vita.
Settant'anni però può essere anche il tempo per ripartire, il momento giusto per dedicarsi a tutto ciò che non si è potuto realizzare: ci si può prendere il lusso di combattere per gli ideali, di lottare per i valori spirituali ed è molto più esaltante che farlo per la sopravvivenza! Si possono spendere il tempo, le risorse e le energie, il cuore e la mente per mettere tutto questo patrimonio, reso più prezioso dall'esperienza, al servizio degli altri, di coloro che, senza colpa, non hanno avuto le nostre stesse opportunità.
In questa stagione della vita, infine, si ha anche il tempo per inseguire e catturare i momenti di grande gioia che ci può dare l'ascolto di un brano di musica, la lettura di un libro, la contemplazione della natura, il coltivare con più attenzione le relazioni familiari e amicali... e tanto, tanto altro!!
A tutti l'augurio di poter vivere i propri settant'anni con gioia e accettando con serenità anche i disagi e le limitazioni che questa età comporta come un dono del Signore.

lunedì 1 maggio 2006

San Pio V a Mantova - 30 aprile 2006

San Pio V a Mantova - 30 aprile 2006 on PhotoPeach

giovedì 20 aprile 2006

SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI

La scuola di italiano per stranieri in San Pio V esiste da ben 15 anni e accoglie ogni anno circa 200 iscritti, provenienti da diversi paesi: Filippine ed Egitto in testa, seguiti da Brasile, Perù, Ecuador, Paraguay, oltre a una forte presenza dei paesi dell'est (Romania, Bulgaria, Moldavia e Ucraina), più quest'anno, lo Sri Lanka e l'India. L'età media dei nostri "alunni" è di circa 25 anni ed il livello di scolarizzazione varia molto. Più della metà hanno un lavoro, i restanti sono disoccupati anche perchè arrivati da pochissimo in Italia. Gli insegnanti, circa dieci, sono tutti volontari e con l'ausilio di alcune risorse didattiche, ma soprattutto molta fantasia ed entusiasmo, cercano di rendere piacevole ed interessante l'ora e mezza di lezione (due volte la settimana): un'accoglienza a tutto tondo.

C'è il grosso problema della frequenza: essendo comunque persone che lavorano o sono in cerca d'impiego, sono suscettibili di spostamenti, stanchezza, e quindi ci ritroviamo spesso con 150 studenti alle iscrizioni di settembre, 100 che frequentano fino a Natale e successivamente assistiamo a un calo che porta le classi ad essere composste da una media di otto persone (a volte anche una sola!).

Non chiediamo se hanno il permesso di soggiorno, se sono regolari o no; offriamo tutta la nostra amicizia e professionalità affinchè questi amici possano imparare l'italiano e avviarsi così velocemente sulla strada dell'integrazione. Vogliamo che questi incontri siano momenti piacevoli per queste persone che arrivano nel nostro bel paese in cerca di un futuro migliore!
Myria

Per ulteriori informazioni, per dare una mano, ci si può rivolgere a Myria presso la Segreteria Parrocchiale, tel.: 02/55194349


lunedì 10 aprile 2006

Due parole sul Movimento Missionario

Solo due parole sul Movimento Missionario che opera in tutto il mondo attraverso, scuole, università, ospedali, centri di maternità, dispensari, lebbrosari, centri di accoglienza per la vita, seminari, chiese, oratori, monasteri e centri di formazione permanente.
In Africa, in Asia, in America Latina, in Oceania l'opera missionaria eleva la condizione dell'uomo, promuove ed approfondisce la ricerca culturale, offre orizzonti di speranza e di condivisione, crea luoghi di pace e di solidarietà. E' un cantiere sempre aperto con oltre 5.000 progetti ogni anno da realizzare, perchè l'annuncio del Vangelo della vita raggiunga ogni uomo sulla terra dandogli speranza in un futuro migliore.
Giovanni Pezzaglia

Iniziativa Quaresimale 2006-Una casa per gli orfani Ivoriani

Nel nostro decanato opera da tempo un Gruppo Missionario che, attraverso proposte concrete di aiuto ai missionari, svolge attività di sensibilizzazione nel tempi forti dell'anno, Avvento e Quaresima. Il gruppo missionario è costantemente informato sulla realtà per cui è richiesto il suo aiuto, su come viene usato il suo contributo e sui risultati ottenuti.
Qui sotto trovate una piantina dell'Africa con evidenziata dove si trova la Costa d'Avorio.

In Costa d'Avorio, dal 2002, è in atto una guerra civile che finora ha provocato solo morte e distruzione. Prima della guerra le suore dell'ordine di Maria Consolatrice accoglievano presso la loro foresteria studentesse provenienti dai villaggi limitrofi e gestivano una scuola materna. Con la guerra, racconta suor Cesarine, le scuole sono state chiuse ed elevato è il numero dei bambini che sono rimasti senza mamma.E' venuta a mancare l'assistenza medica e la mortalità da parto ha ripreso a salire. Alcuni bimbi, a causa della guerra civile sono orfani di entrambi i genitori. Le suore, all'inizio, hanno adattato la foresteria per fare spazio ai piccoli,ma ora è necessario allestire la sala dormitorio e una sala giochi. Le pareti sono già state costruite, ma occorre l'aiuto di tutti quanti noi, per costruire il pavimento, il tetto, i sanitari, l'impianto elettrico e attrezzare i locali di tutti i mobili. I bambini ospitati sono 25 e l'età è da zero a tre anni.
Le offerte si raccolgono nel contenitore ai piedi della Croce quaresimale, posta sull'altare.
Giovanni Pezzaglia

FELICITA' E' ........UNA MATITA!!!!!!


Vi ricordate che qualche anno fa, in occasione della giornata della San Vincenzo nazionale abbiamo venduto nell'ambito della chiesa delle matite colorate? Il ricavato è andato in offerta ad un orfanatrofio cristiano in Palestina. L'anno seguente la San Vincenzo Centrale ci ha invitato a comperare ancora delle matite per venderle in parrocchia ma, non abbiamo avuto più l'occasione e l'opportunità di offrirle ai parrocchiani. Abbiamo così deciso di inviarle, su indicazione di una nostra amica vincenziana ad una scuola materna a Bissau in Guinea. Quanta gioia per i piccoli!! Ecco la fotografia inviataci da Suor Elda Orsillo, con la quale siamo stati ringraziati. Mentre scattava la foto i bambini stavano cantando "Obrigado, obrigado" - Grazie, grazie.
Helga, San Vincenzo in San Pio V

mercoledì 15 marzo 2006

La Scuola di danza nel Progetto Educativo dell'Oratorio

La Scuola di danza in San Pio Vè nata nel 1999 da un progetto di don Stefano Buttinoni. La Scuola è nata dall'esigenza di offrire all'interno dell'oratorio un'attività al femminile che potesse insegnare non solo un giusto ed equilibrato rapporto con il proprio corpo, ma anche dare una forte occasione di socializzazione, un luogo umano cioè, dove crescere nelle relazioni e nell'autostima. L'allieva è al centro dell'attenzione. La danza è un mezzo attraverso il quale s'impara ad accettare ed apprezzare nel giusto equilibrio il proprio corpo, le proprie limitazioni e capacità. Il confronto continuo con le compagne di corso deve servire da stimolo e mai tramutarsi in competizione negativa.
Progetto allievo
A chi frequenta il Corso di Danza, viene richiesto:
- puntualità: presentarsi un orario significa rispetto verso se stesse e verso le compagne di corso che altrimenti verrebbero distratte;
- attenzione al corpo : alimentazione, attività fisica, riposto, pulizia personale;
- impegno ed educazione alle scelte: danzare non è indispensabile, se si è scelta questa attività si deve seguire con impegno, per rispetto verso se stessi e verso i genitori che spendono i soldi. Nella vita ci si trova sempre davanti a delle scelte. Quelle fatte vanno affrontate e portate a termine.
- autosufficienza e realtà: i punti citati in precedenza permettono di raggiungere un buon equilibrio personale e credere nelle proprie capacità, divenendo quindi autosufficienti e sicuri.
Progetto assistenti
A queste ragazze non viene delegato l'insegnamento della tecnica, la quale richiede anni di preparazione ed una buona dose di esperienza, ma si chiede cura ed attenzione verso il prossimo.Sono e dovono essere dei riferimenti per le allieve per cui:
- il rendimento scolastico deve essere costante. Un eventuale calo di giudizi verrà discusso con la famiglia e si potrà decidere una "pausa di studio".
- L'ordine personale durante le lezioni deve essere esemplare.
- La disponibiltà verso i piccoli deve essere immediata e spontanea.
- E' importante che, in aggiunta alle insegnanti, seguano la crescita delle allieve non solo in termini tecnici, ma in relazione tra le persone collaborando anche con altre (ad esempio la catechesi).
- La dirittura morale deve essere nota: ogni istante della vita è parte di questa e alle allieve è di esempio sempre, dentro e fuori la scuola.

venerdì 10 febbraio 2006

distribuzione viveri, impossibile restare inerti.

Nella nostra parrocchia funziona da tempo uno sportello di distribuzione viveri. E' rivolto alle persone o alle famiglie che si trovano in una situazione di disagio tale da non potersi più garantire pasti regolari. La spesa, quando il portafoglio è vuoto, è molto cara. La perdita di un posto di lavoro o la precarietà di chi ha appena raggiunto il nostro paese con mille difficoltà, oppure ancora l'impedimento fisico o mentale lasciano nell'indigenza troppe persone.
Impossibile restare inerti!!
Si raccoglie tutto ciò che è possibile con continue sollecitazioni attraverso, anche e soprattutto,  il “cesto della carità” posto in chiesa, tra l'altare maggiore e vicino alla cappella Eucaristica. Quanto raccolto viene immagazzinato, scelto e suddiviso in pacchi, per quanto possibile omogenei per essere poi distribuiti a chi ne ha bisogno. Non sempre c'è tutto ciò che occorre. Chi chiede, spesso ha bambini piccoli, di conseguenza è necessario integrare comprando prodotti particolari ed attingendo ai fondi che vengono destinati a tali scopi con l'aiuto dei fedeli. Periodicamente si cerca di avere anche una conoscenza più ravvicinata dei bisognosi attraverso colloqui programmati da un sacerdote o da laici Caritas incaricati, allo scopo di avvicinare i loro problemi, farne una valutazione il più possibile, obiettiva e cercando insieme una strada che possa avviarli verso l'autosufficienza.
Operare a contatto con queste realtà a volte è sconfortante, i poveri aumentano e le risorse sembrano diminuire, e viene a galla la tua debolezza, e allora...allora ti accorgi che, insieme al pacco viveri puoi dare una stretta di mano, un sorriso, una parola scambiata e vedi che una stretta di mano, un sorriso che ti ritorna, sono il carburante per ripartire con quella carica che ti convince che ciò che stai facendo vale la pena di essere fatto.
L’equipe distribuzione viveri

scrivi a:buonenotizienews@gmail.com

mercoledì 1 febbraio 2006

Radio Parrocchiale in San Pio V

Il 22 maggio 2006 mi sono recato a casa di una parrocchiana che, per motivi di salute, è impossibilitata ad uscire di casa se non con grandi difficoltà e molto aiuto esterno. Portavo con me un piccolo pacco. All’interno la Radio Parrocchiale. Subito abbiamo trovato posto per la radio su un tavolino nella cucina tinello, la parte della casa più utilizzata. Per l’installazione occorre solo una spina elettrica. Erano da poco passate le 18.00 e dalla radio si è sprigionata la voce di don Gianni che leggeva il Vangelo. Sapeste che emozione! Fiumi di lacrime sono scese dagli occhi dell’amica, risentire la voce del sacerdote che, quando le gambe erano ancora buone, ti incontrava per strada, con il quale si facevano i pranzi comunitari, ti confessava…
La storia della radio parrocchiale inizia nella sessione del Consiglio Pastorale Parrocchiale del 4 febbraio 2003 con don Stefano che illustra il progetto d’acquisto di una radio parrocchiale atta a permettere alle persone impossibilitate a venire in chiesa o a partecipare alle varie attività della Parrocchia di sentirsi comunque coinvolte e “presenti”.
Fra i consiglieri alcuni erano d’accordo altri un po’ meno; ci sono altre radio molto conosciute, che trasmettono Messe, Rosari, etc.
Il Consiglio decide quindi di sentire il parere dei parrocchiani con un piccolo questionario distribuito il 9 febbraio durante tutte le Messe. Le risposte non sono incoraggianti: vengono restituiti 90 questionari e di questi, 40 danno parere negativo. Nel frattempo i lavori di ristrutturazione della parrocchia subiscono delle difficoltà con un aumento dei costi.
Il Consiglio Pastorale, pur riconoscendo valida la proposta della radio parrocchiale decide di darsi del tempo per la riflessione.
Nel frattempo un’operazione chirurgica e l’ impossibilità di stare in mezzo alla gente per evitare di prendere influenze o altri malanni, mi impedisce per un paio di mesi l’ascolto nella Messa in Parrocchia e il seguire altre attività alle quali ero assiduo, come la lettura del Vangelo con don Luciano e i giovedì di esposizione del Santissimo. Ho avuto però molto tempo per pensare e per ascoltare Radio Mario, Radio Mater, per vedere la messa alla televisione la domenica.
NON E’ LA STESSA COSA!
Ascoltare la Messa celebrata dai propri sacerdoti, da chi ti viene a trovare in casa, da chi ti confessa, da chi ti consiglia, da chi ha tempo per ascoltarti, dà sollievo al malato che magari è vissuto da sempre nel quartiere, è parte concreta di una comunità. Magari è stato a sua volta volontario….e poi, la malattia…. il deserto…..
Questo deserto non può essere riempito da voci sconosciute alla radio, ma solo unicamente dalla propria famiglia e dalla COMUNITA’ INTERA, che ascolta la Messa con te. Puoi immaginare con la mente il sacerdote con i suoi gesti, la voce guida, riconoscere chi sta cantando, insomma la COMUNITA’ INTERA, che prega con te e per te.
Si arriva così alla sessione del CPP del 13 dicembre 2005 dove, forte della mia esperienza di solitudine, ripropongo lo strumento della radio parrocchiale, come strumento straordinario per vincere l’isolamento di molti ammalati e handicappati, anziani, persone che vivono una forte solitudine esistenziale, Una maniera per essere vicini anche a quelle persone che per motivazioni varie, non sono fisicamente in grado di uscire dalle proprie case o che hanno difficoltà ad “incontrare” altre persone. La fede è un dono, ma anche una risorsa vitale, che si alimenta di rapporti e di coinvolgimenti diretti, che si esprime in un senso di comunità, e in tale contesto niente costituisce e può sostituire il valore del rapporto personale. Ma è anche vero , che il mandato ricevuto da Cristo e il suo esempio ci fanno riflettere sulle necessità di utilizzare tutti i mezzi e le maniere possibili per la guida e il sostegno dei fedeli e delle comunità.
Mario Polidoro

venerdì 20 gennaio 2006

La San Vincenzo si racconta

Nella nostra parrocchia sono presenti 14 volontari che, ispirandosi al Vangelo, offrono un servizio volontario di aiuto a chi è in condizioni di grave disagio.
Sono i volontari della Conferenza San Vincenzo.
La loro opera non è fatta di azioni o gesti eclatanti; il compito dei volontari si svolge nel silenzio e nell'umiltà. Ovunque vi sia emarginazione, sofferenza, indigenza e solitudine,  l'Associazione cerca di portare una relazione di vicinanza e di amicizia.
Ovviamente sono necessarie anche azioni concrete e di aiuto materiale, di accompaganamento e di orientamento perchè sono soprattutto i più poveri che non riescono a far valere i propri diritti nella intricata rete di servizi sociali e istituzionali.
Semplicità, accoglienza, disponibilità all'ascolto.
I volontari della San Vincenzo con l'aiuto di Dio, si sforzano di rendere visibile l'amore di Cristo per gli uomini, qui ed oggi. Certi che 14 volontari sono proprio pochi per far fronte alle situazioni di disagio e alle richieste di aiuto che arrivano semopre più numerose.
Chi volesse maggiori informazioni può rivolgersi il giovedì pomeriggio dalle 15.00 alle 17.30 presso il centro di Ascolto di Via Lattanzio 58. Ogni prima domenica del mese, alla fine di ogni Messa, trovate all'uscita della chiesa dei volontari che raccolgono le offerte per la San Vincenzo. Ora, seppure a grandi linee, sappiamo che utilizzo viene fatto delle nostre offerte. Nei prossimi mesi presenteremo storie di vita, risolte dai volontari di questa associazione.

domenica 15 gennaio 2006

Gruppo Presepi - Natale 2005



Il maestro Galasso con numerosi volontari della parrocchia hanno creato questo magnifico ed insolito presepio. Una piccola capanna posta al centro di una raffineria di petrolio e Gesù che nasce lo stesso, anche quest'anno, per noi. I pastori si inchinano ad adorare il Dio vivente.

venerdì 6 gennaio 2006

Gruppo Presepi e Sant'Ambrogio

Nel 1989, l'allora vicario Don Dario Viganò, chiese ad un gruppo di genitori scout di occuparsi dell'allestimento del presepe. Da allora, e ne sono passati di anni, si è formato un gruppo di volontari che, dal mese di ottobre, pensa, studia, progetta, realizza i presepi in San Pio V, e non solo. Tutto viene fatto a mano, possibilmente con materiali di basso costo, tutto viene impastato, lasciato asciugare, cotto, dipinto, sotto l'esperta e sicura guida del M° Adriano Galasso. Le idee, belle sulla carta, sono un pò più difficili in fase di realizzazione, anche perchè i presepi non sono mai "pensati" in stile tradizionale.


"Questo presepio è ideato con l'intento di rendere omaggio alla figura di Sant'Ambrogio, patrono di Milano, celebrandosi quest'anno l'Anno Santo Santambrosiano, L'atrio della Basilica rappresenta il porto ideale per tutti coloro che navigando la propria esistenza fra mille incertezze e difficoltà, anelano di potersi ancorare a una speranza di salvezza. La Natività trova posto su un'umile barca di pescatori a rammentarci che Gesù è venuto fra noi in umiltà e povertà. I portici ai due lati del porto paiono due braccia rassicuranti protese ad accoglierci in qualunque momento vogliamo affidarci ad esse". (1996)



" La città sfavillante di mille luci ti abbaglia,
l'umile capanna ti illumina".
Presepe primo classificato (1991). La premiazione è avvenuta presso la Fondazione Oratori Milanesi per il Concorso Diocesano

AVEVO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE

Anche questo mese di dicembre 2005 è scattata la gara di solidarietà per non fare sentire soli chi non ha più casa, famiglia o chi non ce l'ha mai avuta. A tutti, almeno per un giorno, è stata trasmessa un pò di serenità e soprattutto di speranza.

Il 25 dicembre si è svolto presso il ristorante LA TANA DEL RICCIO di via Cadolini 30 un pranzo interamente offerto e preparato dal proprietario e chef Gaetano Riccio. Le sue portate, accuratamente preparate e presentate, nascono come delle opere d'arte. Gaetano Riccio prepara e presenta i cibi come se fossero quadri unici: non solo il sapore, ma anche i colori,  sono scelti e immaginati per ogni sua composizione. Il menù di alta qualità è nella tradizione natalizia; l'accoglienza, la preparazione della sala, il clima di amicizia che si respirava, è stato veramente apprezzato dai 35 ospiti della nostra parrocchia.


Contemporaneamente si è svolto il pranzo di Natale, all'insegna della speranza, preparato per una cinquantina di persone che hanno trovato ospitalità nei locali dell'Aler. Dalle abili mani del nostro Cesare, di suor Vittorina e altri volontari è uscito un menù degno di un convivio familiare. E' stato preparato un pranzo per anziani, poveri e senza tetto, che altrimenti avrebbero trascorso questa giornata in solitudine, Alla fine panettone, dolcetti, spumante e tanta allegria, La tradizione del pranzo natalizio presso le case popolari è ormai decennale.


E DOPO NATALE???
Naturalmente il volontariato non inizia e non finisce con il pranzo di Natale. Tutto l'anno si cerca di aiutare gli ospiti nei loro bisogni primari: uscire dall'emergenza, trovare un'occupazione e una casa, venire loro incontro nel disbrigo dei documenti.
I volontari di San Pio V seguono più il percorso del cuore, una voglia di festeggiare un impegno civile e sociale che accumuna le persone. Si oltrepassano i confini individuali per abbracciare l'altro, il prossimo in difficoltà, in situazione di svantaggio oppure di solitudine.