sabato 24 agosto 2013

Lo Shabbat

"Ricordati del giorno di Shabbat per santificarlo. Lavora sei giorni e fa in essi ogni tua opera, ma il settimo è giorno di riposo sacro all’Eterno che è il tuo Signore. Non fare in esso alcun lavoro. Né tu, né tuo figliolo, né tua figliola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che dimora a casa tua; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, i mari e tutto ciò che c'è in essi, e si riposò il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di riposo e lo ha santificato" (Es 20, 8-11).

Lo Shabbat è il settimo giorno della settimana (si comincia la settimana di domenica), comincia venerdì al tramonto e finisce Sabato sera non appena sono visibili 3 stelle in cielo. La festività comincia la sera al tramonto (come tutte le festività ebraiche) perché è scritto nella parte relativa alla creazione della Torà: "E fu sera e fu mattina".
Gli orari dello Shabbat dipendono quindi dal luogo dove uno si trova e dal momento dell’anno.

E’ uno dei principi fondamentali dell'ebraismo ed è riconosciuta come la festività più importante della vita ebraica. Siccome D-O ha creato l’universo e tutto ciò che contiene in sei giorni riposandosi il settimo giorno, gli ebrei devono smettere ogni tipo di lavoro fatto durante la settimana, per consacrarsi totalmente a D-O, corpo e spirito, durante il santo giorno di Shabbat.
Il giorno di Shabbat dev'essere l’occasione di rallegrarsi in famiglia, di svuotare lo spirito delle preoccupazioni e dei doveri materiali della settimana, di studiare la Torah e di accogliere nella propria casa e nella propria mente l’Oneg Shabbat, il benessere dello Shabbat: regalo interno di D-O agli ebrei affinché seguano sempre il Suo cammino per portare sulla terra il Regno del Bene.
L’essenza dello Shabbat è comunque quella di lasciare da parte i lavori della settimana per fare posto a D-O.
Durante lo Shabbat, infatti, alcune attività sono vietate perché derivano dei principali lavori eseguiti nella costruzione del Tempio, esso stesso simbolo della creazione del mondo.

Di seguito i 39 lavori vietati durante lo Shabbat (39 Melachot) scritti nella Torà:

1. Arare
2. Seminare
3. Mietere
4. Formare covoni
5. Trebbiare
6. Ventilare
7. Selezionare
8. Setacciare
9. Macinare
10. Impastare
11. Cuocere
12. Tosare
13. Lavare
14. Cardare
15. Tingere
16. Filare
17. Tendere
18. Costruire un setaccio
19. Tessere
20. Dividere due fili
21. Legare
22. Slegare
23. Cucire
24. Strappare
25. Cacciare
26. Macellare
27. Scuoiare
28. Salare la carne
29. Disegnare
30. Lisciare
31. Tagliare
32. Scrivere
33. Cancellare
34. Costruire
35. Demolire
36. Spegnere un fuoco
37. Accendere un fuoco
38. Dare l'ultima mano per terminare un lavoro
39. Trasportare al di fuori della propria abitazione.

Le attività permesse sono:

- far visita a parenti ed amici (purché raggiungibili a piedi)
- passare lo Shabbat con un proprio familiare
- assistere alla funzione al Bet HaKeneset (Sinagoga)
- ospitare parenti ed amici a dormire per lo Shabbat o quanto meno per uno dei pasti
- cantare brani popolari e salmi
- leggere, studiare e discutere di Torà, i commentari, il Talmud, la Halachà ed i Midrashim
- secondo la Kabbalà, avere rapporti sessuali tra marito e moglie.

Il Venerdì sera prima dell’entrata dello Shabbat vengono accese due candele le quali rimangono accese fintanto che non si spengono da sole. Sono il simbolo della “luce del Signore” che di Sabato entra per far risplendere la casa. 
Il pasto del venerdì sera e del pranzo di Sabato sono generalmente abbondanti. Per il Kiddush sono presenti sulla tavola le Challot sotto una tovaglietta con la scritta Shabbat Shalom (Sabato di pace) per la benedizione del pane ed il bicchiere di vino kasher per la benedizione del vino. Le Challot sono due per ricordare che nel deserto il venerdì gli ebrei raccoglievano la manna in dose doppia in quanto di Sabato era vietato raccoglierla.
La preghiera del Kiddush viene detta dall’uomo della famiglia riempiendo il bicchiere di vino. Questa preghiera afferma che il Sabato è un giorno di ricordo sia della creazione del mondo (Es 20, 8-11) sia dell’uscita dell’Egitto (Dt 5, 12-15).

Ogni Shabbat in Sinagoga si legge la Parashà, brano settimanale della Torà, e la Haftarà, un brano tratto dal Libro dei Profeti. La Torà è divisa in 54 Parashot (parti o porzioni), una per ogni settimana dell'anno.

Per segnare la fine dello Shabbat, sabato sera, si fa la Havdalà: la cerimonia di separazione. Questa si fa recitando un’apposita formula chiamata Attà Cholantanu e con quattro berachot (benedizioni). Occorrono un bicchiere di vino, dei rami profumati (o un profumo) ed una candela accesa.


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