"Quando, il 19 aprile di
quasi otto anni fa, ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto
ferma questa certezza che mi ha sempre accompagnato.
In quel momento, come ho
già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state:
Signore, che cosa mi chiedi?
E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle,
ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai. E il Signore mi ha veramente
guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua
presenza.
E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di
gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro
con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti
giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante;
vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento
contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire.
Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che
la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e non la lascia
affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha
scelto, perché così ha voluto.
Questa è stata ed è una certezza, che nulla può
offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a
Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la Chiesa e anche a me la sua
consolazione, la sua luce, il suo amore".
(papa
Benedetto XVI, Ultima udienza del 27 febbraio 2013)
"Da quel 19 aprile 2005, giorno della mia elezione,
ho capito di essere impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi
assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy.
Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la
Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione
privata. Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno
riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho
detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san
Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle,
figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della
vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e
tutti appartengono a lui.
Il sempre è anche un per
sempre - non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare
all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita
privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera.
Non abbandono la croce, ma
resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà
dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera
resto, per così dire, nel recinto di san Pietro".
(Benedetto XVI, Ultima udienza del 27 febbraio 2013)
(Benedetto XVI, Ultima udienza del 27 febbraio 2013)
"In un mondo in cui la
menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza. Chi vuole schivare la
sofferenza, tenerla lontana da sé, tiene lontana la vita stessa e la sua
grandezza; non può essere servitore della verità e così servitore della fede.
Non c’è amore senza sofferenza, senza la sofferenza della rinuncia a se stessi,
della trasformazione e purificazione dell’io per la vera libertà. Là dove non
c’è niente che valga che per esso si soffra, anche la stessa vita perde il suo
valore."
Papa Benedetto XVI
TVB
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