Secondo il medesimo Documento del Magistero si possono individuare in particolare tre diverse forme di magia:
a. «magia imitativa», secondo cui il simile produce il simile, ad esempio: il
trafiggere gli occhi di un pupazzo accecherà la persona da esso rappresentata;
b. «magia contagiosa», si basa sul principio del contatto fisico: per influire su una persona, il mago ha bisogno di qualcosa che le appartiene (peli, capelli, unghie, vestiti);
c. «magia incantatrice», che attribuisce un potere particolare a formule e azioni simboliche.
Inoltre, tradizionalmente si è soliti distinguere la magia in due grossi filoni:
1. «magia bianca», riguarda due campi diversi, il primo si riferisce a effetti strabilianti ottenuti con metodi naturali, come giochi di prestigio, illusionismo.... La Nota della CET ricorda che se i mezzi usati sono leciti e il fine è solo di stupire, non c’è nulla di male. Diversa valutazione per un secondo settore, dove i fini da raggiungere sono buoni (soluzione dei problemi economici, d’amore, malattie), ma perseguiti con mezzi discutibili che portano al mondo della superstizione e della truffa (talismani, filtri, amuleti....).
2. «magia nera», ricorre a evocazioni di forze demoniache, sotto i cui influssi pensa di operare. E’ indirizzata a scopi malefici: procurare malattie, disgrazie, morte, oppure pretende di piegare gli eventi a proprio vantaggio per conseguire onori e ricchezze. Il fine ultimo di questa forma di magia è quello di trasformare gli adepti in «servi di Satana». Rientrano in questo ambito i riti a sfondo satanico culminanti nelle «messe nere».
La distinzione, peraltro, non è priva di ambiguità: per molti maghi la loro magia è sempre «bianca» e quella dei concorrenti sempre «nera»...
In molte zone d’Italia, è diffusa l’idea della «fattura», eseguita a danno di qualcuno. Essa viene intesa generalmente come una maledizione in grado di arrecare del male a coloro contro cui è rivolta. In questo atto non si pensa necessariamente ad un’azione di tipo demoniaco. Nonostante la forte ingenuità che la contraddistingue, è comunque da ritenersi inaccettabile dal punto di vista cristiano.
Ben più grave è il "maleficio", che ha l’intenzione di consegnare oggetti, animali, ma soprattutto persone, al potere o comunque all’influsso del demonio. Esso assume le forme della «magia nera» ed è – ce lo ricorda ancora la Nota della CET – gravemente peccaminoso a causa dell’intenzione malvagia che lo origina e quindi al di là dei reali effetti. Per ciò che concerne la fattura e il maleficio, occorre nella valutazione un estremo equilibrio, non attribuendo sistematicamente o in maniera superstiziosa tutti i mali che possono capitare nella vita all’intenzione malvagia di qualcuno. Non si può comunque escludere in pratiche di questo genere qualche partecipazione demoniaca al gesto malefico; giova comunque ricordare che gli studi di vari specialisti, nonché vari Documenti del Magistero invitano alla prudenza per non cadere in facili e ingenue «demonizzazioni»
martedì 28 gennaio 2014
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