Un confessore disse a un penitente: “Se lei continua con gli stessi peccati, io non le darò più l’assoluzione”. Tempo dopo, il penitente, veramente pentito, ritornò con gli stessi peccati e si sentì dire dal confessore: “mi dispiace, ma questa volta non le darò l’assoluzione”:
Il Crocifisso allora parlò: “Sacerdote, io ho dato la mia vita per questo mio figlio, perciò se tu non lo assolvi, lo assolverò io”.Il Crocifisso staccò dal chiodo il braccio destro e pronunciò la formula dell’assoluzione: “Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
Esempio storico che veramente ci commuove. Quando andiamo a confessarci, certamente dobbiamo avere il pentimento dei nostri peccati, il proposito di non commetterli più, ma allo stesso tempo dobbiamo avere la certezza del perdono e della misericordia del Signore. Siamo poveri peccatori, siamo deboli, possiamo cadere nonostante la nostra buona volontà, però non dobbiamo mai e poi mai dimenticare che il Signore ci vuole bene, che ci prende così come siamo e che ci perdona sempre.Lui vuole solamente da noi la nostra buona volontà, la nostra disponibilità, il desiderio di essere migliori e così non ci lascerà mai mancare la sua grazia, la sua misericordia, il suo perdono.
“Signore, abbi pietà di me che sono un povero peccatore”.
Così come il pubblicano del Vangelo. Il Padre accolse il figliuol prodigo con le braccia aperte, fece festa, gli diede l’abbraccio del perdono e tutta la casa ricevette con gioia e allegria il figlio che era ritornato alla casa paterna. Così il Signore fa con noi. Anche se i nostri peccati fossero grandi e grossi, non dobbiamo mai dubitare del suo amore, della sua bontà e della sua misericordia.
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