mercoledì 22 febbraio 2012

La mia speranza … speranza per gli altri – papa Benedetto XVI


“Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro,
mediante molteplici interazioni sono concatenate una con l’altra.
Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo.
Nessuno viene salvato da solo.
Continuamente entra nella mia vita quella degli altri:
in ciò che penso, dico, faccio, opero.
E viceversa, la mia vita entra in quella degli altri:
nel male come nel bene. Così
la mia intercessione per l’altro
non è affatto una cosa a lui estranea,
una cosa esterna, neppure dopo la morte.
Nell’intreccio dell’essere, il mio ringraziamento a lui,
la mia preghiera per lui può significare
una piccola tappa della sua purificazione.
E con ciò non c’è bisogno di convertire
il tempo terreno nel tempo di Dio:
nella comunione delle anime
viene superato il semplice tempo terreno.
Non è mai troppo tardi per toccare il cuore dell’altro
né è mai inutile.
Così si chiarisce ulteriormente un elemento importante
del concetto cristiano di speranza.
La nostra speranza è sempre essenzialmente
anche speranza per gli altri;
solo così essa è veramente speranza anche per me.
Da cristiani
non dovremmo mai domandarci solamente:
come posso salvare me stesso?
Dovremmo domandarci anche:
che cosa posso fare perché altri vengano salvati
e sorga anche per altri la stella della speranza?
Allora avrò fatto il massimo anche per la mia salvezza personale”

(papa Benedetto XVI)
Fonte: dall’Enciclica “Spe Salvi”,  n. 48)

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