Lo ha ricordato il Papa ai partecipanti alla diciottesima assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, ricevuti in udienza sabato mattina, 25 febbraio, nella Sala Clementina. Esprimendo incoraggiamento per il lavoro svolto durante l'incontro - incentrato sul tema "Diagnosi e terapia dell'infertilità" - il Pontefice ha sottolineato la necessità di "considerare attentamente la dimensione morale" della questione, per rispondere al "desiderio non solo di donare un figlio alla coppia, ma di restituire agli sposi la loro fertilità e tutta la dignità di essere responsabili delle proprie scelte procreative".
In ogni caso, per Benedetto XVI va salvaguardata "l'umanità integrale dei soggetti coinvolti": l'unione di un uomo e una donna "in quella comunità di amore e di vita che è il matrimonio - ha puntualizzato al riguardo - costituisce l'unico "luogo" degno per la chiamata all'esistenza di un nuovo essere umano". Anche se l'infertilità non significa frustrazione della vocazione matrimoniale, le aspirazioni genitoriali di una coppia infertile sono da considerarsi certamente "legittime". E "devono pertanto trovare, con l'aiuto della scienza, una risposta che rispetti pienamente la loro dignità di persone e di sposi". Da qui il monito del Papa contro "lo "scientismo e la logica del profitto" che "sembrano oggi dominare il campo dell'infertilità e della procreazione umana, giungendo a limitare anche molte altre aree di ricerca".
La strada indicata dal Pontefice è quella di "una scienza intellettualmente onesta", consapevole dei propri limiti ma "affascinata dalla ricerca continua del bene dell'uomo". Una scienza che non ceda alla tentazione "di trattare il bene delle persone riducendolo a un mero problema tecnico": l'indifferenza nei confronti del vero e del bene, secondo il Papa, rappresenta infatti "una pericolosa minaccia per un autentico progresso scientifico".
Fonte:(©L'Osservatore Romano 26 febbraio 2012)
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