«Siamo uomini del terzo millennio, siamo uomini sofisticati. Pensiamo di avere capito tutto della vita e della morte, pensiamo di poter mettere le mani sul nostro patrimonio genetico e che attraverso gli studi delle neuroscienze si possa sondare e comprendere il nostro io più profondo. Eppure siamo qui, in questa Chiesa. Come mai ci siamo mossi così numerosi dopo una giornata di lavoro e studio? Come mai abbiamo risposto all'appello di Gesù? Come riesce a catturare ancora il nostro interesse?».
Ad ascoltarlo nelle prime file c'erano gli adolescenti del folto gruppo degli scout, e dall'altro lato i bambini delle scuole elementari educati dalle suore. Segno di una comunità parrocchiale vitale, ricca, che è accorsa ad abbracciare nella preghiera il suo Cardinale. «Abbiamo bisogno di sentirci annunciare ancora che Gesù è vivo – ha infatti detto il parroco don Giorgio Gritti – la nostra è una comunità molto numerosa, facciamo tantissime attività, dall'educazione dei ragazzi, nel gioco e nella catechesi, alla liturgia e alla solidarietà. Il rischio anche per noi è che ci si faccia assorbire dalla stanchezza, e invece dobbiamo sempre ricordarci che Gesù è presente, è con noi». Accanto a don Giorgio c'erano anche don Giovanni Pauciullo, don Marco, don Gianni Camporelli. «Questa vitalità – ha risposto il Cardinale - è l'espressione più potente del fatto che noi, senza Gesù, non possiamo vivere».
Il Cardinale ha poi ripreso una riflessione del Papa Benedetto XVI, dicendo che se in Europa e in Italia c'è la crisi è certamente dovuto alla mancanza di lavoro, senza il quale l'uomo perde la sua consistenza, ma anche alla crisi della Fede. Ecco perché ha ricordato che il 2012 sarà proprio l'anno dedicato a questo grande tema. E poi l'ultimo grande appello, quello alla gratuità intesa come «dare senza pretendere di ricevere». «Siete al termine del vostro terzo giorno di esercizio spirituale – ha detto – e avete riflettuto sulla gratuità. Oggi si pensa sempre che dare debba corrispondere a un ricevere, ma io vi chiedo di superare questo concetto. Vi chiedo di dare il vostro tempo agli altri. E vi dico questo: la gratuità è la capacità di fare ciò che ogni giorno ci è chiesto di fare, e di farlo in tutta la sua bellezza, in ogni minima parte, proprio come il falegname che cura anche la parte della sedia che non si vede».
Una chiesa gremita di fedeli ha accolto giovedì 22 marzo alle 21 il Cardinale Angelo Scola che ha presieduto la Santa Messa nella parrocchia di San Pio V in via Lattanzio a Milano. Una delle parrocchie più popolose di Milano, con più di 20mila fedeli e tantissimi che, in questi tre giorni, hanno seguito gli esercizi spirituali in preparazione alla Quaresima tenuti dal giovane padre Alessandro Zottarel, dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali.
«La risposta è questa – ha continuato l'Arcivescovo – Gesù riesce a portarci tutti qui perché è in mezzo a noi, perché incredibilmente il Vangelo parla di noi, parla delle nostre vite quotidiane, ed è troppo evidente che questo Dio ha a che fare con la nostra vita di ogni giorno, con l'intimo del nostro quotidiano. Io penso allora che la risposta a tutte le domande di noi uomini post moderni stia qui: il nostro convenire in questa chiesa si collega anello dopo anello ad una tradizione lunghissima, attraverso cui potremmo risalire alla narrazione straordinaria del libro della Genesi».Ad ascoltarlo nelle prime file c'erano gli adolescenti del folto gruppo degli scout, e dall'altro lato i bambini delle scuole elementari educati dalle suore. Segno di una comunità parrocchiale vitale, ricca, che è accorsa ad abbracciare nella preghiera il suo Cardinale. «Abbiamo bisogno di sentirci annunciare ancora che Gesù è vivo – ha infatti detto il parroco don Giorgio Gritti – la nostra è una comunità molto numerosa, facciamo tantissime attività, dall'educazione dei ragazzi, nel gioco e nella catechesi, alla liturgia e alla solidarietà. Il rischio anche per noi è che ci si faccia assorbire dalla stanchezza, e invece dobbiamo sempre ricordarci che Gesù è presente, è con noi». Accanto a don Giorgio c'erano anche don Giovanni Pauciullo, don Marco, don Gianni Camporelli. «Questa vitalità – ha risposto il Cardinale - è l'espressione più potente del fatto che noi, senza Gesù, non possiamo vivere».
Il Cardinale ha poi ripreso una riflessione del Papa Benedetto XVI, dicendo che se in Europa e in Italia c'è la crisi è certamente dovuto alla mancanza di lavoro, senza il quale l'uomo perde la sua consistenza, ma anche alla crisi della Fede. Ecco perché ha ricordato che il 2012 sarà proprio l'anno dedicato a questo grande tema. E poi l'ultimo grande appello, quello alla gratuità intesa come «dare senza pretendere di ricevere». «Siete al termine del vostro terzo giorno di esercizio spirituale – ha detto – e avete riflettuto sulla gratuità. Oggi si pensa sempre che dare debba corrispondere a un ricevere, ma io vi chiedo di superare questo concetto. Vi chiedo di dare il vostro tempo agli altri. E vi dico questo: la gratuità è la capacità di fare ciò che ogni giorno ci è chiesto di fare, e di farlo in tutta la sua bellezza, in ogni minima parte, proprio come il falegname che cura anche la parte della sedia che non si vede».
Infine l'ultimo importante invito: «Mi farebbe piacere, con tutto il cuore, avervi con me a celebrare la veglia di Pasqua in Duomo – ha detto – l'Arcivescovo vi vuole bene e vi chiede di sostenerlo nella preghiera, come lui vi sorreggerà nella vostra».
23.03.2012
(Stefania CULURGIONI)
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