sabato 18 giugno 2011

31 maggio 2011 cerimonia di Affidamento dell'Italia alla Madonna

      Il Papa e i vescovi nel pomeriggio del 26 maggio nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, dopo aver recitato il rosario hanno compiuto l’atto dell’affidamento dell’Italia alla Madonna, in occasione dei 150 anni dell’unità del Paese.
      In un sussidio liturgico diffuso dalla Cei a tutte le diocesi per la celebrazione del rosario, l’appellativo con cui ci si è rivolti alla Madonna è quello di «Mater Unitatis ».
      «Fratelli e sorelle, - si legge nel sussidio della Conferenza episcopale italiana - in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, la Chiesa desidera affidare a Maria, che invochiamo con il titolo di Mater Unitatis, tutto il popolo italiano. In comunione con le altre comunità cristiane, celebreremo i misteri della luce».
      Il rosario del giorno 26 maggio si è richiamato alla messa per l’unità celebrata lo scorso 17 marzo in Santa Maria degli Angeli dal presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco.

     Nella nostra parrocchia la cerimonia è avvenuta il 31 maggio alle 21.00, a chiusura del mese di maggio dedicato a Maria.
     Presenti i sacerdoti e i diaconi, le navate centrali e laterali piene di fedeli, si è recitato il Santo Rosario con riflessioni sui Misteri della Luce alternati a canti mariani. Al termine dell’omelia la recita della preghiera di affidamento dell’Italia a Maria.
      La cerimonia è proseguita con la deposizione sull’altare di un omaggio floreale (un bel cesto di fiori); il parroco ha incensato l’icona di Maria mentre l’assemblea cantava il Magnificat.
      Al termine il canto “Madonna nera” e la benedizione solenne.  

Qui sotto, cliccando sul link, trovate la “Preghiera di Affidamento dell’Italia alla Madonna”

Preghiera di affidamento dell’Italia alla Madonna

O Maria, Madre Tuttasanta,
che hai dato alla luce il Re dell’ eterna gloria
e, dopo averlo seguito fedelmente fino al Calvario,
hai atteso intrepida la sua risurrezione,
rivolgi il tuo sguardo alla nostra amata Italia,
che porta in sé la grande eredità dei santi Apostoli, dei Martiri,
dei Pastori, delle beate Vergini e di tanti generosi discepoli del tuo Figlio.
A te, o Maria, affidiamo la nostra Nazione,
che ti riconosce e ti invoca come Madre.

R/. Maria, piena di grazia, intercedi per noi

Guarda con benevolenza il popolo italiano:
a te sono noti i suoi peccati e le sue virtù,
le sue ricchezze e le sue miserie,
le sue debolezze e i suoi gesti di bontà.
Veglia sulle case e sulle famiglie,
sui quartieri e sulle comunità,
sulle scuole e gli ospedali,
le industrie, gli uffici, i cantieri
e tutte le molteplici espressioni
dell’operosità quotidiana.
Assisti i giovani, i disoccupati,
i poveri, gli emarginati,
che cercano uno spazio di vita
e un soffio di speranza.

R/. Maria, piena di grazia, intercedi per noi.

Fa’ che non si estingua nelle nuove generazioni
la fede trasmessa dai Padri;
resti vivo e coerente
il senso dell’onestà e della generosità,
la concordia operosa,
l’attenzione ai piccoli, agli anziani e agli ammalati,
la premurosa apertura verso tutta l’umanità,
che in ogni parte del mondo soffre e lotta,
e spera verso un avvenire di giustizia e di pace.
Intercedi per noi, o Vergine Maria, Madre dell’unità,
insieme ai santi Patroni d’Italia:
Francesco e Caterina da Siena,
i santi della nostra Chiesa particolare
e tutti i testimoni del Vangelo,
i cui nomi sono nel libro della vita.

R/. Maria, piena di grazia, intercedi per noi.

Risplenda sempre il volto del Padre
sulla nostra Nazione, sulle nostre città,
sui nostri paesi;
la tua materna protezione, o Maria,
ci accompagni ogni giorno, nel cammino del tempo,
verso l’incontro finale con Cristo,
nella Patria futura.
Egli, risorto dai morti e asceso al cielo,
nostro avvocato e mediatore,
vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

martedì 14 giugno 2011

Diario, sentimenti, impressioni del pellegrinaggio Fatima-Santiago de Compostela, maggio 2011

Fra le molteplici attività del Centro Culturale Arbor, quella di maggiore impegno e di più rilevante impatto realizzata quest'anno è certamente il pellegrinaggio a Fatima e Santiago de Compostela nella settimana dal 15 al 21 maggio scorso.
Eravamo cinquantadue partecipanti, compresi l'infaticabile organizzatrice Loredana e Don Giovanni; ci siamo trovati domenica 15 maggio, dopo avere adempiuto il nostro dovere elettorale, in via Lattanzio per raggiungere l'aeroporto e volare fino a Lisbona.
All'arrivo abbiamo conosciuto Armilda, l'accompagnatrice locale che ci ha assistito per tutto il viaggio e Pedro l'autista del pullman che ci ha portato confortevolmente a spasso; abbiamo fatto un rapido giro panoramico della città con una doverosa sosta prima alla cattedrale e poi alla casa di Sant'Antonio che, pur essendo diventato famoso a Padova, città della quale è Patrono, è tuttavia nativo di Lisbona (e originariamente di chiamava Fernando).
Ancora un'oretta di pullman e siamo arrivati a Fatima, andando direttamente al luogo delle apparizioni, dove in una piccola cappella presso il Santuario, Don Giovanni ha celebrato la Santa Messa; abbiamo poi attraversato il grande piazzale e a piedi siamo arrivati al nostro albergo, poco distante.

Dopo la sistemazione nelle rispettive stanze e la cena, in serata ormai tarda, qualche gruppetto ha fatto una passeggiata fino al Santuario; le celebrazioni serali (Santo Rosario e processione con fiaccolata) erano già terminate, ma l'estemporanea visita notturna è stata comunque suggestiva.

Il giorno dopo abbiamo visitato le case dove sono nati e vissuti i tre pastorelli, Francisco, Jacinta e Lucia, che nel 1917 hanno avuto le visioni della Madonna, eventi dai quali è nato questo luogo di culto che ogni giorno attira migliaia di pellegrini; abbiamo poi proseguito per una Via Crucis molto coinvolgente; su una vasta area verde, in mezzo agli ulivi, sono state edificate le cappellette di colore bianco che ospitano le stazioni della passione del Signore; la lunga passeggiata non è agevole, il sentiero è sassoso e il sole di mezzodì è forte, ma le preghiere che abbiamo recitato e le parole di Don Giovanni che ha guidato la liturgia ci hanno molto confortato.

Nel pomeriggio abbiamo visitato la nuova chiesa recentemente costruita all'inizio della spianata, di fronte al santuario; si tratta di una costruzione modernissima e avveniristica, dove i migliori architetti hanno dato vita a una struttura capace di ospitare fino a ventimila persone, con un altare dominato da un gigantesco Crocifisso in bronzo, estremamente realistico, che sembra sospeso nell'aria e un fondale dorato che ricorda i mosaici bizantini delle chiese di Ravenna.

Alla sera un forte temporale ci ha costretto a restare nella hall e nel bar dell'albergo; alcuni di noi, però, appena spiovuto si sono avventurati verso la spianata e hanno avuto la gradita sorpresa di trovare un buon numero di pellegrini riuniti presso la “capelinha” che ospita la prima statua della Madonna; gli organizzatori hanno pertanto deciso di portare la statua in processione con la rituale fiaccolata, nonostante l'annunciata cancellazione del programma a causa del maltempo. Meglio così.

La mattina successiva, dopo la Santa Messa alla “capelinha”, alla celebrazione della quale ha partecipato anche Don Giovanni, siamo partiti in pullman per Batalha, dove abbiamo visitato il grande monastero di Santa Maria da Vitoria, per poi proseguire per Nazaré, un delizioso paesino costruito su uno sperone di roccia a picco sull'oceano, dove abbiamo pranzato in un bellissimo ristorante in riva al mare.

Nel pomeriggio abbiamo visitato il magnifico monastero cistercense di Alcobaça e siamo poi ritornati a Fatima dove, in una serata finalmente non piovosa, abbiamo potuto partecipare al rituale Rosario e alla processione con fiaccolata.

Mercoledì mattina abbiamo visitato l'esposizione “Fatima Luce e Pace”, una raccolta di oggetti preziosi che negli anni sono stati donati al Santuario da pellegrini di tutto il mondo, nonché da associazioni, governi e capi di stato che hanno reso visita a questo luogo di devozione; fra tutti gli “ex-voto”, i gioielli e le preziose testimonianze di fede, spicca la corona della Madonna che reca incastonato il proiettile sparato da Alì Agça, che colpì Papa Giovanni Paolo II il 13.5.1981. Nel pomeriggio siamo stati portati a Coimbra per un rapido giro della città, prima capitale del Portogallo e sede di una prestigiosa università, oltre che del Convento del Carmelo, dove ha vissuto in clausura Suor Lucia, l'ultima sopravvissuta dei tre pastorelli; nella splendida chiesa del monastero Don Giovanni ha celebrato la Santa Messa.

Giovedì ci siamo trasferiti a Porto, finalmente in una limpida giornata di sole; una visita panoramica dal pullman ci ha rivelato una città molto vivace e gradevole, adagiata alla foce del fiume Tago che sfocia nell'Atlantico; siamo poi saliti su una grande barca che ci ha portato dal centro della città fin quasi al mare aperto, passando sotto i cinque ponti che congiungono le due rive. Alla sera siamo arrivati al secondo luogo di pellegrinaggio, l'antica cattedrale di Santiago de Compostela, che dal medioevo custodisce i resti mortali dell'apostolo Giacomo.

Il giorno successivo, una guida locale (qui siamo in Spagna e la nostra guida portoghese Armilda non ha giurisdizione) di nome Jesus ci ha condotto lungo tutto il centro storico a visitare i palazzi e i monumenti più significativi per poi portarci all'interno della cattedrale per la Messa del Pellegrino che si celebra tutti i giorni a mezzogiorno in punto. In una chiesa gremita ci siamo sparsi cercando un posto a sedere e abbiamo assistito alla concelebrazione di Don Giovanni; purtroppo non è entrato in funzione il famoso “butafumero” un incensiere gigantesco, del peso di oltre mezzo quintale, che viene fatto oscillare attraverso l'intero transetto ad opera di almeno otto uomini robusti; pare che il costo decisamente elevato dell'operazione venga affrontato solo in occasioni particolari.

Nel pomeriggio un discreto numero di pellegrini ha percorso l'ultimo tratto del Cammino di Santiago, circa cinque chilometri, che porta alla cattedrale.

L'ultimo giorno, sulla strada del ritorno, ci siamo fermati a Braga dove, in un'atmosfera autunnale, abbiamo visitato il Santuario di Bom Jesus do Monte, caratterizzato da una splendida scalinata e circondato da giardini meravigliosi; la nebbia non ci ha permesso di godere appieno lo spettacolo, ma la nebbia ha comunque conferito una nota suggestiva e originale alla visita.

Dopo la celebrazione della Santa Messa da parte di Don Giovanni, abbiamo proseguito per Porto, dove abbiamo salutato la nostra guida Armilla e l'autista Pedro per prendere il volo per Lisbona e successivamente per Milano.

L'intenso programma è stato vissuto da tutto il gruppo con spirito estremamente gioioso; l'impeccabile organizzazione di Loredana e la travolgente allegria di Don Giovanni hanno fatto il resto; ai doverosi momenti di sentita devozione hanno fatto compagnia situazioni di vero divertimento; abbiamo visitato luoghi stupendi e solo le centinaia di fotografie che abbiamo scattato ci permetteranno di fare un po' d'ordine nella confusione che alla fine del viaggio regnava sovrana nella nostra mente, quando, a tarda sera, ci siamo salutati davanti alla Parrocchia di San Pio V dandoci appuntamento per una nuova piacevole avventura organizzata dal Centro Culturale Arbor.


mercoledì 8 giugno 2011

Il Gruppo Quadrifoglio a Grazzano Visconti, città d'arte

La scorsa settimana, mercoledì, con il gruppo delle signore della "Formica" e del "Quadrifoglio", siamo andate con il pullman, prendendo l'autostrada del sole, a visitare un grazioso paese che si chiama "Grazzano Visconti, città d'arte" in provincia di Piacenza.
La prima impressione che ho avuto entrando nel piccolo borgo è stata di un paese deserto, nessun passante in giro per le strade coperte di piccoli sassi bianchi e rotondi.
Dopo una sosta al bar, abbiamo assisitito alla santa messa celebrata per noi nella chiesa parrocchiale dedicata a Cosma e Damiano che vanta alcune tracce di vecchie mura antiche.
Dopo aver pranzato con cibi piacentini siamo stati liberi di visitare il paese.
Agli inizi del 1900, Giuseppe Visconti ideò e realizzò l'intero villaggio e ne fece un borgo del passato.
Ma un centro abitato da contadini esisteva già nel 300.
Quando il conte Giuseppe fece costruire il borgo e vi riportò il Biscione, anche il vecchio castello ebbe i suoi rifacimenti: le torri e le logge si completarono di merlature e anche il grande parco, che gli fa da cornice, fu arricchito con alberi secolari, statue e viali.
Mentre all'esterno il borgo con le sue case dipinte, le fontanelle, i balconi e le finestre, i portichetti, le colonnine, gli stemmi, le iscrizioni e le lampade, fanno del luogo un vero gioiello.
Ogni casa ha una bottega: sono oggetti in legno, in ferro battuto, prodotti dolciari, confetterie, saponerie, ninnoli.
I 150 abitanti sono quasi tutti artigiani, così come li volle a suo tempo il Visconti.
Mi è molto piaciuta la "Vecchia corte" con la sua grande aia e tanti portici dove prima c'eran le stalle e dove c'è un'interessante mostra di attrezzi antichi come tini, trattori e calessi e un canale con tante ninfee.
Mi è dispiaciuto non poter visitare il castello che pare racchiuda il fantasma di Eloisa, una bella Principessa che aspetta il suo Principe da più di 100 anni.

Chiara
con la collaborazione
di Ornella e Annamaria


"Per una Chiesa scalza", Ernesto Olivero - Basilica di Sant'Ambrogio a Milano




                                                   Milano, maggio 2011


Cari amici,
con grande emozione Vi invitiamo a partecipare alla presentazione del libro Per una Chiesa scalza” di Ernesto Olivero, fondatore e animatore del Sermig (Servizio Missionario Giovani).
L’incontro si terrà:

                        mercoledì 15 giugno alle 20.45
                    Basilica di Sant’Ambrogio a Milano

“Per una Chiesa scalza” è un libro nato dalle esperienze vissute da Ernesto e dalla fraternità che ha fondato - la Fraternità della Speranza - cercando di vivere la fedeltà, l’abbandono a Dio e la vicinanza agli ultimi e ai giovani del nostro tempo.
Questo sogno ha portato a trasformare un arsenale militare in Arsenale di Pace nel cuore di Torino, a realizzare 2800 progetti di sviluppo in 89 nazioni del mondo, a rispondere ai bisogni di milioni di persone grazie all’aiuto di tanti che hanno condiviso qualcosa di sé.
Noi giovani amici del Sermig di Milano riconosciamo in questo scritto e nella storia del Sermig una ricchezza per tutti gli uomini e per i giovani in maniera speciale, capace di dare calore e far rinascere la speranza e la pace nel cuore. Desideriamo che anche nella nostra città e alla nostra Diocesi sia portata la testimonianza di vita cristiana della fraternità del Sermig, perché crediamo che anche quella milanese sia una terra capace di accogliere questi semi e far nascere numerosi frutti.
Proponiamo a tutti di partecipare all’incontro del 15 giugno, senza distinzione di convinzioni o confessioni religiose: chi crede, chi non crede, chi crede di credere, chi crede di non credere. Ciò che ci accomuna è l’amore per il mondo in cui viviamo e la voglia di renderlo il luogo dove ognuno, nessuno escluso, possa sentirsi a casa.

                                                           Gli Amici del Sermig di Milano

www.sermig.org - www.amicisermigmilano.org
Elena 339 5753986 - Giacomo 333 6003780 - milano@amicisermigmilano.org


"Per una Chiesa Scalza"- programma dell'incontro con Ernesto Olivero

lunedì 6 giugno 2011

Finché c’è fatica c’è speranza – Don Giovanni Pauciullo


"Finché c'è fatica, c'è speranza"...ripeteva proprio così don Lorenzo Milani ai suoi ragazzi di Barbiana. Se vedi uno far fatica, stanne certo, hai di fronte una  persona che ha dentro un motivo, un desiderio, un progetto per il domani. Se vedi qualcuno che s'impegna, che si dà da fare, ci sono dietro sogni e speranze.
Così il nuovo sito della nostra associazione, appare come un fulmine a ciel sereno.  Una nuova fatica, un nuovo  traguardo per non "rimanere seduti" sui risultati ottenuti. Quasi una memoria, per non dimenticare che ogni giorno è quello giusto per migliorare, per crescere, per non abbandonare il desiderio di comunicare bene.
Per la Dalet quest'anno è risultato pieno di iniziative e opportunità. Tutti si sono dati da fare, è stato bello vedere i volontari andare avanti con impegno, ciascuno nel proprio settore di servizio, uniti da un sogno: aiutare i bambini della Moldavia. Gesti concreti  per  generare la nostra parte di solidarietà, perché nessuno si senta paralizzato dall'indifferenza che ci circonda!
Nella vita di ogni associazione avviene sempre un miracolo, frutto di un'alchimia meravigliosa e sempre un pò complicata: il singolo gesto di carità e di bene, diventa un compito comune, che ha  come obiettivo quello di costruire un modo più bello e più felice di vivere. Insieme, con la forza delle nostre idee. Con il coraggio delle nostre convinzioni, uniti, coesi, pronti a prendere a calci ogni tentazione d'individualismo esasperato ed ogni spasmo di protagonismo. Pronti ad allontanare ogni voglia di mettersi in mostra da soli, a scapito dell' insieme.
Credo che il sito in un modo più  chiaro risulti un invito accattivante a partecipare meglio. Del resto, la forza del volontariato è la partecipazione, la condivisione, la scommessa  a non rimanere ai margini della storia, ma a buttarti anche tu , con gli altri, col tuo volto e con la tua voce che fa sintesi con la voce di tutti gli altri. Per riscrivere insieme il lessico della solidarietà e inaugurare una nuova stagione d'impegno civile! Insieme alle molte iniziative  che ci hanno contraddistinto, ora all'orizzonte intravvedo la sfida più ardua, la più difficile e decisiva: costruire una comunità di volontari, un noi maggiormente coeso e consapevole.
Lo so, adesso esagero, mi direte voi, chiedo troppo come al solito, però come diceva Eraclito di Efeso: "Se uno non si aspetta l'impossibile, non lo raggiungerà mai"...
Grazie di cuore a chi ha affrontato la fatica del nuovo sito per regalarci uno strumento duttile per sentirci insieme più Dalet! 

 (don Giovanni Pauciullo)