domenica 28 marzo 2010

Conferenza Famiglia e Lavoro - Commissione Famiglia Decanale

La Commissione Famiglia Decanale ha organizzato una conferenza su “FAMIGLIA e LAVORO” presso la Parrocchia S.Pio X il giorno 8 febbraio.
I due relatori, Don Giulio Viganò e Silvana Migliorati, hanno presentato sotto diversa luce la realtà del lavoro in relazione alla famiglia.
Don Giulio Viganò, responsabile della Pastorale del Lavoro per la Zona pastorale di Milano, ha inquadrato in maniera generale il tema, sottolineando la interdipendenza tra le due realtà. Partendo dalla Laborem Exercens (il lavoro permette di formare una famiglia e la famiglia è la prima palestra di lavoro), passando per la Costituzione (Italia Repubblica fondata sul lavoro) ha messo in evidenza che sia il lavoro, sia la famiglia non sono realtà individuali: il primo permette di creare benessere per tutti e ad aiutare a costruire la nostra società; la seconda crea progetti di vita, che strutturano a loro volta le altre forme societarie, compreso la Parrocchia.
Concretamente si osserva che la famiglia in questo momento ha spesso la necessità di un lavoro per entrambi i coniugi, con l’effetto più evidente della necessità di aiuti per l’assistenza ai figli, in primis, quando possono, i nonni. I ritmi di lavoro, a volte con turni molto vari, e la distanza della sede del lavoro da casa, possono avere pesanti ripercussioni nelle famiglie. D’altro canto la famiglia rappresenta il più valido ammortizzatore sociale, davanti a difficoltà lavorative, di malattia, ecc. Ora più che in passato questa sua importante risorsa deve essere tenuta in conto, per aiutarla a superare le difficoltà che la crisi economica comporta. Per questo, guardando la realtà con l’occhio della comunità ecclesiale, la pastorale parrocchiale, che ha le famiglie come referente privilegiato, deve tornare a parlare sia di lavoro, sia di stili di vita.
Silvana Migliorati, del Servizio SILOE, ha presentato i servizi che la diocesi svolge nei confronti del disagio. Mentre la “Caritas Ambrosiana” affronta i casi di povertà estrema, il servizio SILOE si confronta con il rischio della povertà in maniera polivalente: disagio di rapporto familiare, disagio di lavoro, disagio economico. La povertà sta cambiando volto: molte famiglie in crisi sono famiglie “normali” che, perdendo l’unica o principale fonte di reddito, devono ridimensionare il proprio tenore di vita. Il Servizio in primo luogo aiuta le persone a riscoprire le proprie risorse e a metterle in gioco, ma anche ad integrarle con altre conoscenze che le valorizzino, per poter trovare nuovi percorsi lavorativi. “Povero è chi non conosce le proprie potenzialità e non è in grado di acquisire conoscenze trasversali”; per restare nel concreto un esempio: non basta solo essere capaci operai specializzati o buoni artigiani, bisogna anche essere preparati a relazioni con il cliente, a gestire gli aspetti amministrativi ed economici, a utilizzare in maniera semplice i supporti informatici.
A fianco al Servizio Siloe esistono altre realtà che sostengono nelle difficoltà economiche e lavorative. La Fondazione san Bernardino si è specializzata nei casi di sovra-indebitamento, che richiedono non solo una risposta economica immediata, ma anche aiuto alle famiglie per gestire le proprie entrate, per evitare di ritrovarsi ben presto di nuovo in situazioni di bisogno. La Fondazione S. Carlo, tra le sue varie attività, sperimenta e sviluppa a progetto percorsi di tirocinio e inserimento lavorativo, borse lavoro, percorsi di tutoring e mediazione del lavoro in generale.
Quanto ascoltato ha permesso ai presenti di riscoprire che l’attenzione alla realtà sociale è un elemento forte della pastorale diocesana.
Importante è conoscere quanto viene compiuto da chi lavora per le emergenze, ma anche riscoprire che ognuno di noi può aiutare i propri “vicini”.
Per questo è in atto un progetto di “Famiglie tutor”, per preparare famiglie ad aiutare con disponibilità e affetto, ma anche con competenza, altre famiglie in difficoltà.

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