domenica 1 aprile 2007

Quaresima di fraternità 2007-Un ospedale nella Savana

Il mandato missionario che il Signore risorto ha affidato agli apostoli», si legge nel Sinodo (Cost. 277) «è rivolto a tutte le Chiese e quindi alla Chiesa ambrosiana.
Essa, perciò, si sente corresponsabile con tutte le Chiese nella evangelizzazione dei popoli: ne vede la gravità e l’urgenza e considera come costitutivo della sua azione pastorale il dovere di annunciare il Vangelo a tutte le nazioni, in luoghi e ambiti culturali e religiosi diversi». «La Chiesa che è in Milano», si legge inoltre (Cost. 279) «ritiene che la cooperazione tra le chiese sia oggi, per lei, la forma pastorale più appropriata per rispondere al mandato missionario».
“nel tempo della Quaresima
 dobbiamo ripensare all’amore di Dio
 per noi e riversare questo amore sul prossimo”


(dal messaggio quaresimale 2007 del Santo Padre Benedetto XVI)

Come ogni anno del “tempo forte” della Quaresima, la nostra Diocesi Ambrosiana da mandato all’Ufficio della Pastorale Missionarie e alla Caritas Diocesana di promuovere una campagna di aiuti concreti verso le popolazioni in difficoltà nei vari paesi del mondo.
Le otto comunità parrocchiali del nostro decanato Romana- Vittoria hanno deciso di partecipare, con le rinunce quaresimali del fedeli, all’iniziativa:




UN OSPEDALE NELLA SAVANA

Attrezzature per il laboratorio di analisi a TSHIMBULU, Kasai occidentale, Repubblica Democratica del Congo.
IL PROGETTO: Attrezzature per il laboratorio di analisi
LUOGO: Tshimbulu, regione del Kasai Occidentale (centro sud della Rep. Dem. Congo)
DESTINATARI: Popolazione in generale
OBIETTIVI GENERALI: Allestire un laboratorio di analisi nell’ospedale costruito dalla Diocesi di Tshimbulu e dalla ong COE (Centro Orientamento Educativo) di Barzio.
CONTESTO: La Repubblica Democratica del Congo è un grande paese ricco di risorse, ma impoverito da decenni di guerra civile che ha paralizzato la vita economica e sociale.È oggi al 142esimo posto su 162 della classifica dei paesi più poveri. L’assistenza sanitaria, soprattutto nelle regioni più remote del paese, è carente. Per questo motivo nel 2000 la Diocesi di Tshimbulu ha chiesto alla ong COE di costruire un ospedale che servirà una popolazione di circa 60.000 persone. In questi anni la costruzione dell’ospedale è proseguita con lentezza per le difficoltà incontrate a causa della guerra civile. Oggi l’ospedale è pronto e sono in procinto di entrare in funzione i padiglioni adibiti ad ambulatori, la maternità con 16 posti letto, il blocco operatorio, il reparto degenza con 20 posti letto e gli uffici.
INTERVENTI: L’ospedale di Tshimbulu ha bisogno anche di un laboratorio di analisi per poter effettuare correttamente le diagnosi. Sono necessari microscopi, bilance, reagenti, frigorifero,analizzatore e altre attrezzature.
IMPORTO DEL PROGETTO: Euro 30.000
Si prega di sostenere questa importante iniziativa di amore concreto e diffonderla nei vostri gruppi.
Un grazie a tutti.
             Gruppo di animazione missionaria
Suor Katia, Sr. Emma, Egidia Perini, Giovanni Pezzaglia

LE OFFERTE SI RACCOLGONO NELLA CASSETTA DAVANTI
ALLA CROCE QUARESIMALE SULL’ALTARE

Accesso alle cure: meno di un paziente su due ha accesso a servizi di base.
Secondo il rapporto di MSF, durante il periodo di osservazione, tra il 45% e il 67% delle persone intervistate non ha avuto accesso ad alcun tipo di assistenza medica di base.
I costi per i servizi sanitari esistenti rimangono essenzialmente sulle spalle dei pazienti. Poiché la maggior parte dei congolesi sopravvive con 30 cent di dollaro al giorno, i costi dell’assistenza sanitaria di base sono ben al di sopra dello scarno budget di una famiglia tipo congolese.
Di conseguenza, le persone cercano assistenza medica quando è ormai troppo tardi.
Di fronte a questi dati è totalmente inaccettabile pensare che una popolazione così indigente possa sostenere un contributo anche simbolico per avere accesso alle cure.
“In Congo persino un ticket estremamente basso costituisce una barriera insormontabile per molte persone” – aggiunge Meinie Nicolai.I costi non rappresentano però l’unico ostacolo. L’intero sistema sanitario è stato completamente abbandonato a se stesso e non può sperare di coprire i bisogni sanitari delle popolazioni congolesi. Il personale medico locale, dimenticato quanto i pazienti di cui dovrebbe prendersi cura, è costretto a lavorare in condizioni indecenti. Inoltre a causa delle enormi distanze e della mancanza delle infrastrutture, per i pazienti è un’impresa ardua persino riuscire a raggiungere un centro di salute. Se e quando riescono ad arrivarci, spesso si trovano di fronte l’amara sorpresa di scoprire che le medicine non sono disponibili.La situazione sanitaria catastrofica per il popolo congolese continua e dovrebbe essere considerata come una questione di estrema urgenza.
PER INFORMAZIONI E DOCUMENTAZIONE
Caritas Ambrosiana – Area Internazionale
Via S. Bernardino, 4 – 20122 Milano
Tel.: 02.76037.271/324
Internazionale.ambrosiana@caritas.it
http://www.caritas.it/
Ufficio per la Pastorale Missionaria
Piazza Fontana 2 – 20122 Milano
Tel.: 02.8556.393
Mmailto:Missionario@diocesi.milano.it
www.chiesadimilano.it/missionario



Approfondimenti

Repubblica Democratica del Congo, Una situazione sanitaria catastrofica Kinshasa/Nairobi/Roma
15 Novembre 2005
Drammatici indici di mortalità, assenza di cure mediche, impossibilità di accesso per la maggior parte dei pazienti dove esistono strutture sanitarie: nonostante la pace sia stata ristabilita in gran parte della Repubblica Democratica del Congo (RDC), la situazione sanitaria per la popolazione rimane allarmante. In diverse regioni del paese gli indicatori sanitari invece di migliorare sono peggiorati. È questo il grido di allarme che Medici Senza Frontiere (MSF) lancia in occasione della pubblicazione del suo ultimo rapporto dal titolo:
"Accesso alle cure, mortalità e violenza in RDC". Nel 2001, quando la guerra infuriava in Repubblica Democratica del Congo, MSF aveva fatto appello alla comunità internazionale affinché rispondesse alla catastrofica situazione sanitaria. All’epoca MSF aveva realizzato una serie di indagini in cinque zone, attraverso quattro province della RDC, che avevano rivelato quanto fosse drammatica allora la situazione. Nel 2005 i risultati di cinque nuove inchieste, condotte in tempo di pace, mostrano chiaramente un quadro ancora più nero di quello emerso quattro anni fa. Tasso di mortalità catastrofico.I risultati delle indagini sono allarmanti: il tasso di mortalità rilevato indica una situazione di emergenza continua in quattro delle cinque zone studiate. Ancora più preoccupante è il fatto che gli indicatori per tre delle cinque zone indicano una crisi sanitaria catastrofica, anche in regioni non colpite dal conflitto e dalla violenza. "Gli elevati tassi di mortalità in RDC non sono confinati esclusivamente nelle aree in cui ilconflitto è tuttora in corso" - afferma Meinie Nicolai, Direttrice di MSF per le operazioni nei Grandi Laghi. "Miseria e povertà uccidono altrettante persone". La maggioranza delle vittime soffrono e muoiono a causa di malattie infettive come malaria, infezioni respiratorie o diarree: tutte patologie evitabili.