lunedì 14 aprile 2014

“L'agonia di Cristo perpetuata nel SS. Sacramento e il sonno delle nostre anime - don Dolindo Ruotolo

Gesù si avviò verso il Getsemani. 
D’un tratto la divinità si nascose 
ed Egli rimase solo, 
caricato dei peccati degli uomini 
di tutti i secoli passati e futuri, 
fino al termine del mondo;
si sentì caricato di tutte le prevaricazioni,
perché Egli le doveva tutte riparare 
con le sue pene...
Fu una pena ineffabile, 
alla quale s’aggiunsero gli assalti furenti di satana 
che tentava di vincerlo 
ed allontanarlo col terrore 
dal pensiero di riparare per i peccati degli uomini...
I peccati dei quali si sentiva caricato 
gli davano un dolore spasimante, 
ed avrebbe desiderato esserne liberato, 
ma l’amore, l’infinito suo amore 
gli faceva desiderare di non esserne liberato, 
poiché Egli solo poteva sopportare 
quel peso spaventevole...
Domandò di fare la volontà del Padre 
per compiere divinamente la grande espiazione, 
e cercò dei cuori che l’avessero aiutato 
a riparare e ad amare.
Andò dagli Apostoli 
ed, ahimé, li trovò addormentati! 
Addormentati profondamente, 
quando avrebbero dovuto pregare con Lui!
... Gesù Cristo sta ora nell’Orto della sua Chiesa 
e, nascosto nel suo Tabernacolo di amore, 
prega e si offre al Padre. 
LÀ EGLI CONTINUA LA SUA AGONIA MISTICAMENTE 
E LÀ VUOLE I SUOI FIGLI, 
PERCHÉ VEGLINO E PREGHINO CON LUI.
Quale dolore per Gesù 
vedere che i suoi figli dormono 
nella notte dei loro peccati 
e, sognando le chimere del mondo,
lo dimenticano!
... Dobbiamo vigilare e pregare 
per non cadere nella tentazione; 
potremmo sentirci scossi nella nostra fedeltà 
se non preghiamo, 
potremmo seguire lo spirito del mondo, 
o fuggire addirittura dal nostro adorabile Redentore 
ed unirci ai suoi persecutori.
... Che cosa più soave per noi 
quanto il vigilare innanzi a Te Sacramentato, o Gesù! 
Quanto peseranno nel giorno del giudizio
le ore che avremmo potuto passare con Te
e che abbiamo trascorse invece
nelle miserie di questa Terra!


Meditazione del Servo di Dio  don Dolindo Ruotolo (1882-1970)


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