Perché Gesù dice: “Non sia
turbato il vostro cuore”. I discepoli sono turbati perché Gesù ha appena
annunciato:”Figlioli
ancora per poco sono con voi, voi mi cercherete ma… dove vado io voi non potete venire”. E Pietro, il
solito Pietro: impulsivo, passionale, determinato nel bene e nel male gli dice:
“ Signore dove vai?”gli rispose Gesù
dove vado io, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”.
Davanti al comprensibile turbamento
dei discepoli Gesù, consola: “non sia turbato il vostro cuore abbiate fede in
Dio e abbiate fede anche in
me”.
La tenerezza e
l’attenzione del Signore nei confronti delle paure dei suoi discepoli mi fa venire in
mente l’attenzione e la tenerezza del Signore nei confronti delle paure e dell’angosce di ognuno di
noi.
Mai come in questo tempo,
la paura ci è compagna di viaggio. La violenza dei fondamentalismi,
l’ingiustizia della condizione di milioni di uomini, l’ansia delle migrazioni
che coinvolgono il nostro paese, fomentate
spesso da ideologie e visioni politiche anti evangeliche.
La crisi e l’insicurezza economica che ci avvolge e
che fa traballare la nostra convinzione di essere al sicuro nei paesi ricchi
del mondo. La fragilità delle
relazioni sociali e famigliari, dove un errore o un fallimento, fanno crollare
relazioni consolidate e benedette
dalla grazia del sacramento.
L’instabilità addirittura
della nostra stessa identità come cittadini e membri di
una società e di una cultura quella occidentale che non si sa rinnovare e che perde le sue radici
cristiane in nome di un mal interpretato senso della libertà. La stessa
identità individuale che viene messa in
discussione dalle teorie del “Gender” che con malcelata indifferenza difende i
progressi e lo sviluppo dei diritti
della persona, negandone l’essenza stessa che sta nella sua originalità e non
nella sua omologazione.
Tutto questo ci turba e ci
sentiamo dire da Gesù: “non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e
abbiate fede anche in me”.
E bello pensare che tutte
queste nostre paure e incertezze possono essere
messe in Dio, depositate in lui e lui ci
può dare la forza per affrontarle con serenità e caparbietà, di
chi non si arrende alla vittoria del qualunquismo o del male, ma combatte se necessario fino alla fine,
per il bene e per la speranza. Proprio perché il Signore e compagno del nostro viaggio e proprio perché
non ci lascia soli ma e sempre con noi fino alla fine dei tempi, noi sappiamo
che il bene vincerà sul male e la
storia che stiamo vivendo e che l’umanità vive da sempre è una storia salvata e redenta dalla Pasqua di
Cristo.
Qualcuno potrebbe dire si vero, bello! ma
nella concretezza della vita quotidiana come possiamo far
risuonare questo annuncio
di speranza? La risposta la troviamo ancora nel Vangelo di oggi: “Gli disse
Tommaso: “Signore non
sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?” : Io sono la via la verità
e la vita”.
Affrontare il nostro difficile quotidiano,
significa affermare ogni giorno ogni momento in ogni situazione difficile della vita
questa certezza: Gesù è la nostra via, la nostra verità, la nostra vita. Ma
questa fede non basta proclamarla a
parole, siamo chiamati a farla diventare vita vissuta, a farla diventare il
fondamento delle nostre certezze, a
farla diventare: l’una certezza della nostra esistenza. Gesù è il Signore e noi
siamo chiamati a fare come
Tommaso, la nostra professione di fede:
“Mio Signore e mio Dio” . Il primato di Gesù nella nostra vita
presuppone che, niente è sopra di lui. Nemmeno le nostre regole nella legge,
nessun altra via è più importante di
lui e questo per noi è davvero difficile. Dare il primato a Dio a scapito delle
nostre sicurezze e certezze, dei
nostri pensieri e ragionamenti, delle nostre presunzioni e dei nostri
pregiudizi.
Fidarsi solo di lui e del
suo vangelo. Questa fede che nasce dalla
Pasqua è dono del risorto, a ognuno di noi spetta di accettarla,
rifiutarla o tradurla in vita vissuta, senza chiedere a Dio nessuna prova o
nessun segno.
“Disse Filippo: Mostraci
il Padre e ci basta” gli rispose Gesù da tanto tempo sono con voi e non mi
avete ancora conosciuto,
Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre”. Gesù è l’unica prova che ci è data
e in lui c’è tutto ciò di cui abbiamo
bisogno.
Aiutaci Signore Gesù
ad ascoltare la tua parola,
A percepire la tua presenza,
a dire nella fede
tu Signore sei:
la nostra via,
la nostra verità,
la nostra vita.
Amen.
Don Antonio Berera