Tutti noi abbiamo bisogno di pentimento ma il pentimento non è soltanto andare
da un sacerdote a confessarsi. Dobbiamo innanzitutto liberarci dall'ossessione
dei pensieri. Durante la nostra vita sicuramente cadremo in fallo molte volte e
per questo è assolutamente necessario rivelare tutto [in Confessione] a un
sacerdote che diventerà così testimone del nostro pentimento.
Il pentimento è il rinnovamento della vita: significa che
dobbiamo liberarci di tutti i nostri tratti negativi e orientarci verso il bene
assoluto poiché nessun peccato è imperdonabile tranne quello di impenitenza.
Si versano lacrime per rabbia, per un'offesa subita, per la
perdita di una persona cara. E si piange anche quando la coscienza ci ricorda
di aver commesso dei peccati.
Quando un uomo si rende conto di vivere nel peccato allora
egli piange. Questo pianto è un atto di grazia, un dono offerto da Dio a
un'anima pentita affinché essa possa ritrovar sollievo, quasi come se quelle
lacrime in qualche modo "lavassero via" le macchie e la polvere dei
peccati commessi. Quando una persona realizza di aver mancato, gradualmente si
libera dalle preoccupazioni di questo mondo e dal proprio egoismo riponendo
tutte le sue inquietudini nelle mani del Signore. E proprio nel momento in cui
l'anima è umiliata si entra in uno stato di grazia.
La preghiera richiede una vita priva di pensieri e, come
dicono i Santi Padri, anche la minima apprensione sconvolge la nostra supplica.
Come il più piccolo granello di polvere può offuscare la nostra visione così
anche una minima preoccupazione può farci pregare male: solamente quando siamo
uniti con il Signore la nostra anima è in pace e la grazia discende su di noi.
Una persona in stato di grazia è pronta a piangere per
chiunque: essa geme quando vede la sofferenza di un suo simile così come di un
animale o di una pianta.
Questo è un dono del Signore, un individuo così è
sempre pronto a versare lacrime per il mondo intero e il solo motivo di un tal
modo di essere è la presenza in lui della grazia di Dio. Le sue sono lacrime di
salvezza e portano l'anima alla perfezione. Quest'ultima però non è
raggiungibile preoccupandosi delle cose di questo mondo. Il Signore ha detto di
non farci carico delle preoccupazioni mondane: sovente uomini che non avevano mai
conosciuto Dio hanno trovato una fede molto più forte di quelli che sostenevano
di essere stati devoti per tutta la vita. Chi non ha mai incontrato Dio,
infatti, nel momento in cui ritorna in sé e comincia a pregare il Signore non
finge che il proprio passato non sia mai esistito e parimenti prende
consapevolezza dell'esistenza di Chi lo ha aiutato a trovare la luce alla fine
del tunnel.
Tutti noi continuamente pecchiamo, scivoliamo e cadiamo
poiché in realtà siamo vittime delle trappole tese dai demoni. I Santi e i
Padri ci dicono sempre: "È importante alzarsi subito dopo una caduta e
continuare a camminare verso Dio". Non importa se incespichiamo anche
molte volte al giorno: dobbiamo sempre e comunque rialzarci e procedere verso
il Nostro Signore senza guardare indietro. Ciò che è stato è stato e fa ormai
parte del passato: quel che conta è andare sempre avanti e sempre continuare a
chiedere aiuto a Dio.
Il ricordo di un peccato precedentemente commesso non deve
indurci a considerarlo come non rimesso: esso è soltanto un avvertimento che ci
viene dato per non diventare orgogliosi e nel contempo un monito a non peccare
nuovamente. Dio perdona, sempre! Spesso siamo noi, a causa del nostro orgoglio,
a non saperci perdonare...
Un segno evidente della remissione di un peccato è
il fatto che esso non venga più ripetuto. E questo ci dona pace.
È anche
importante il modo in cui si trascorrono gli ultimi anni della nostra
esistenza: una vita gradita a Dio nella vecchiaia cancella le macchie e i
peccati della gioventù.
Tadej di Vitovnica (1914-2003).
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