venerdì 27 marzo 2015

Padre, Figlio e Spirito Santo. Omelia di papa Francesco ai bambini della Prima Comunione

Cari fratelli e sorelle,

il Parroco, nelle sue parole, mi ha fatto ricordare una cosa bella della Madonna. Quando la Madonna, appena ricevuto l’annunzio che sarebbe stata madre di Gesù, e anche l’annunzio che sua cugina Elisabetta era incinta - dice il Vangelo - se ne andò in fretta; non aspettò. Non ha detto: "Ma adesso io sono incinta, devo curare la mia salute. Mia cugina avrà delle amiche che forse l’aiuteranno". Lei ha sentito qualcosa e "se ne andò in fretta". E’ bello pensare questo della Madonna, della nostra Madre, che va in fretta, perché ha questo dentro: aiutare.
Va per aiutare, non va per vantarsi e dire alla cugina: "Ma senti, adesso comando io, perché sono la Mamma di Dio!" No, Non ha fatto quello. E’ andata ad aiutare! E la Madonna è sempre così.
E’ la nostra Madre, che sempre viene in fretta quando noi abbiamo bisogno. Sarebbe bello aggiungere alle Litanie della Madonna una che dica così: "Signora che vai in fretta, prega per noi!". E’ bello questo, vero? Perché Lei va sempre in fretta, Lei non si dimentica dei suoi figli. E quando i suoi figli sono nelle difficoltà, hanno un bisogno e la invocano, Lei in fretta va. E questo ci dà una sicurezza, una sicurezza di avere la Mamma accanto, al nostro fianco sempre. Si va, si cammina meglio nella vita quando abbiamo la mamma vicina. Pensiamo a questa grazia della Madonna, questa grazia che ci dà: di essere vicina a noi, ma senza farci aspettare. Sempre! Lei è - abbiamo fiducia in questo - per aiutarci. La Madonna che sempre va in fretta, per noi.

La Madonna ci aiuta anche a capire bene Dio, Gesù, a capire bene la vita di Gesù, la vita di Dio, a capire bene che cosa è il Signore, com’è il Signore, chi è Dio. A voi bambini, domando: "Chi sa chi è Dio?". Alzi la mano. Dimmi? Ecco! Creatore della Terra. E quanti Dio ci sono? Uno? Ma a me hanno detto che ce ne sono tre: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo! Come si spiega questo?
Ce n’è uno o ce ne sono tre? Uno? Uno? E come si spiega che uno sia il Padre, l’altro il Figlio e l’altro lo Spirito Santo? Forte, forte! Va bene quella. Sono tre in uno, tre persone in uno. E che cosa fa il Padre? Il Padre è il principio, il Padre, che ha creato tutto, ha creato noi. Che cosa fa il Figlio? Che cosa fa Gesù? Chi sa dire che cosa fa Gesù? Ci ama? E poi? Porta la Parola di Dio! Gesù viene ad insegnarci la Parola di Dio. Benissimo questo! E poi? Che cosa ha fatto Gesù nella terra? Ci ha salvati! E Gesù è venuto per dare la sua vita per noi. Il Padre crea il mondo; Gesù ci salva. E lo Spirito Santo che fa? Ci ama! Ti dà l’amore! Tutti i bambini insieme: il Padre crea tutti, crea il mondo; Gesù ci salva; e lo Spirito Santo?
Ci ama! E questa è la vita cristiana: parlare con il Padre, parlare con il Figlio e parlare con lo Spirito Santo. Gesù ci ha salvato, ma anche cammina con noi nella vita. E’ vero questo? E come cammina? Che cosa fa quando cammina con noi nella vita? Questo è difficile. Chi la fa vince il derby! Che cosa fa Gesù quando cammina con noi? Forte! Primo: ci aiuta. Ci guida! Benissimo! Cammina con noi, ci aiuta, ci guida e ci insegna ad andare avanti. E Gesù ci dà anche la forza per camminare. E’ vero? Ci sostiene! Bene! Nelle difficoltà, vero? Ed anche nei compiti della scuola! Ci sostiene, ci aiuta, ci guida, ci sostiene. Ecco! Gesù va sempre con noi. Va bene. Ma senti, Gesù ci dà la forza. Come ci dà la forza Gesù? Voi questo lo sapete come ci dà forza! Forte, non sento! Nella Comunione ci dà la forza, proprio ci aiuta con la forza. Lui viene a noi. Ma quando voi dite "ci dà la Comunione", un pezzo di pane ti dà tanta forza? Non è pane quello? E’ pane? Questo è pane, ma quello sull’altare è pane o non è pane? Sembra pane! Non è proprio pane.
Che cosa è? E’ il Corpo di Gesù. Gesù viene nel nostro cuore. Ecco, pensiamo a questo, tutti: il Padre ci ha dato la vita; Gesù ci ha dato la salvezza, ci accompagna, ci guida, ci sostiene, ci insegna; e lo Spirito Santo? Che cosa ci dà lo Spirito Santo? Ci ama! Ci dà l’amore. pensiamo a Dio così e chiediamo alla Madonna, la Madonna nostra Madre, in fretta sempre per aiutarci, che ci insegni a capire bene com’è Dio: com’è il Padre, com’è il Figlio e com’è lo Spirito Santo. Così sia.

- Papa Francesco - 



giovedì 26 marzo 2015

CYCLVS REDEMPTIONIS PRÆPARATIO IMMEDIATA: TEMPVS PASSIONIS FERIA TERTIA PASSIONIS

Statio ad Sanctum Cyriacum (hodie ad Sanctam Mariam in Via Lata).

† Sequentia sancti Euangelii secundum Ioannem (VII, 1-13). In illo tempore: Ambulabat Iesus in Galilæam, non enim uolebat in Iudæam ambulare, quia quærebant eum Iudæi interficere. Erat autem in proximo dies festus Iudæorum, Scenopegia. Dixerunt autem ad eum fratres eius: Transi hinc, et uade in Iudæam, ut et discipuli tui uideant opera tua, quæ facis. Nemo quippe in occulto quid facit, et quærit ipse in palam esse: si hæc facis, manifesta teipsum mundo. Neque enim fratres eius credebant in eum. Dicit ergo eis Iesus: Tempus meum nondum aduenit: tempus autem uestrum semper est paratum. Non potest mundus odisse vos: me autem odit: quia ego testimonium perhibeo de illo, quod opera eius mala sunt. Vos ascendite ad diem festum hunc, ego autem non ascendo ad diem festum istum: quia meum tempus nondum impletum est. Hæc cum dixisset, ipse mansit in Galilæa. Vt autem ascenderunt fratres eius, tunc et ipse ascendit ad diem festum non manifeste, sed quasi in occulto. Iudæi ergo quærebant eum in die festo, et dicebant: Vbi est ille? Et murmur multum erat in turba de eo. Quidam enim dicebant: Quia bonus est. Alii autem dicebant: Non, sed seducit turbas. Nemo tamen palam loquebatur de illo, propter metum Iudæorum.



SANTA MARIA IN VIA LATA, RIONE IX PIGNA

Questa celebre ed antica chiesa di s. Maria in Via Lata fu diaconia cardinalizia, prese e ritiene il nome dalla celebre via su cui venne eretta. Difatti, con questo nome si trova nel libro pontificale di Benedetto III, in Leone III ed in Niccolò I; dove anzi si dice che le acque del fiume si sparsero per la via Lata ed entrarono nella basilica della Vergine che è quivi "quae ibidem est." Cencio Camerario dice che aveva sedici denari di presbiterio. L' Anonimo ed il Signorili la pongono accanto a s. Lorenzo della Pigna.

Il Bruzio osi riepiloga la storia della chiesa:

"Sotto Alessandro VII fu quasi del tutto rovinata, si crede che qui s. Pietro facesse un piccolo oratorio (sic) dove celebrava i ss. misteri, dove pure s. Paolo habitò due ani continui. Dicono anche fosse edificata l' anno 706 da Teolatto marito di Teodora sorella d' Alberico senatore di Roma, altri la dicono eretta da Sergio I. Sembra certo essere stata un' antica stazione apostolica dove poi l' anno 700 il papa Sergio volle edificare una memoria alla b. Vergine riponendo sotto l' altare il corpo di s. Agapito martire costituendola diaconia. Quest' oratorio fu anche detto dei ss. Paolo e Luca. L' anno 1408, raffreddata la divozion, apparve la s. Vergine ad un cappellano e fece molti miracoli.

"Leone X l' arricchì di molte reliquie che furono trovate in tempo d' Innocenzo VIII, allorchè fu distrutta la prima fabbrica ove si ritrovò nell' urna dell' altar maggiore una schedola in cui si diceva che Leone IX avea riportato quelle reliquie l' anno 1049 in tempo di Enrico VI. Eugenio IV unì al clero secolare che l' ufficiava sotto la giurisdizione d' un priore il vicino monastero delle monache di s. Ciriaco l' anno 1433 con tutte le rendite, con bolla dei 19 marzo, che si cv nell' archivio capitolare della chiesa. Nicola V successore d' Eugenio trasferì altrove le monache restate del detto monastero e consolidando le loro entrate e di un' altra vicina chiesa di s. Nicola in s. Maria in via Lata istituì nove canonicati ed un priorato; come testifica Callisto III successore d detto Nicolò. L' anno 1491 la chiesa fu di nuovo fabbricata d' ordine d' Innocenzo VIII; havea 700 anime nei limiti della sua parrocchia."


(notizia tratta dalla pregevolissima opera “Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX” di Mariano Armellini, pubblicata dalla Tipografia Vaticana nel 1891).




giovedì 5 marzo 2015

Il pentimento

Tutti noi abbiamo bisogno di pentimento ma il pentimento non è soltanto andare da un sacerdote a confessarsi. Dobbiamo innanzitutto liberarci dall'ossessione dei pensieri. Durante la nostra vita sicuramente cadremo in fallo molte volte e per questo è assolutamente necessario rivelare tutto [in Confessione] a un sacerdote che diventerà così testimone del nostro pentimento.

Il pentimento è il rinnovamento della vita: significa che dobbiamo liberarci di tutti i nostri tratti negativi e orientarci verso il bene assoluto poiché nessun peccato è imperdonabile tranne quello di impenitenza.
Si versano lacrime per rabbia, per un'offesa subita, per la perdita di una persona cara. E si piange anche quando la coscienza ci ricorda di aver commesso dei peccati.

Quando un uomo si rende conto di vivere nel peccato allora egli piange. Questo pianto è un atto di grazia, un dono offerto da Dio a un'anima pentita affinché essa possa ritrovar sollievo, quasi come se quelle lacrime in qualche modo "lavassero via" le macchie e la polvere dei peccati commessi. Quando una persona realizza di aver mancato, gradualmente si libera dalle preoccupazioni di questo mondo e dal proprio egoismo riponendo tutte le sue inquietudini nelle mani del Signore. E proprio nel momento in cui l'anima è umiliata si entra in uno stato di grazia.

La preghiera richiede una vita priva di pensieri e, come dicono i Santi Padri, anche la minima apprensione sconvolge la nostra supplica. Come il più piccolo granello di polvere può offuscare la nostra visione così anche una minima preoccupazione può farci pregare male: solamente quando siamo uniti con il Signore la nostra anima è in pace e la grazia discende su di noi.
Una persona in stato di grazia è pronta a piangere per chiunque: essa geme quando vede la sofferenza di un suo simile così come di un animale o di una pianta. 

Questo è un dono del Signore, un individuo così è sempre pronto a versare lacrime per il mondo intero e il solo motivo di un tal modo di essere è la presenza in lui della grazia di Dio. Le sue sono lacrime di salvezza e portano l'anima alla perfezione. Quest'ultima però non è raggiungibile preoccupandosi delle cose di questo mondo. Il Signore ha detto di non farci carico delle preoccupazioni mondane: sovente uomini che non avevano mai conosciuto Dio hanno trovato una fede molto più forte di quelli che sostenevano di essere stati devoti per tutta la vita. Chi non ha mai incontrato Dio, infatti, nel momento in cui ritorna in sé e comincia a pregare il Signore non finge che il proprio passato non sia mai esistito e parimenti prende consapevolezza dell'esistenza di Chi lo ha aiutato a trovare la luce alla fine del tunnel.

Tutti noi continuamente pecchiamo, scivoliamo e cadiamo poiché in realtà siamo vittime delle trappole tese dai demoni. I Santi e i Padri ci dicono sempre: "È importante alzarsi subito dopo una caduta e continuare a camminare verso Dio". Non importa se incespichiamo anche molte volte al giorno: dobbiamo sempre e comunque rialzarci e procedere verso il Nostro Signore senza guardare indietro. Ciò che è stato è stato e fa ormai parte del passato: quel che conta è andare sempre avanti e sempre continuare a chiedere aiuto a Dio.

Il ricordo di un peccato precedentemente commesso non deve indurci a considerarlo come non rimesso: esso è soltanto un avvertimento che ci viene dato per non diventare orgogliosi e nel contempo un monito a non peccare nuovamente. Dio perdona, sempre! Spesso siamo noi, a causa del nostro orgoglio, a non saperci perdonare... 

Un segno evidente della remissione di un peccato è il fatto che esso non venga più ripetuto. E questo ci dona pace. 

È anche importante il modo in cui si trascorrono gli ultimi anni della nostra esistenza: una vita gradita a Dio nella vecchiaia cancella le macchie e i peccati della gioventù.

Tadej di Vitovnica (1914-2003).



mercoledì 4 marzo 2015

PRIMA MENSIS FERIA QVARTA IN HONOREM CASTISSIMI CORDIS SANCTI IOSEPH

Cor Ioseph Castissimum, familiam meam contra malum et periculum omnem protege atque defende. Gratias et virtutes eiusdem Castissimi tui Cordis super humanum generem effunde. Ô sancte Ioseph, sincere ego tibi me committo. Animam meam et corpus meum tibi devoveo, atque cor meum et totam vitam meam. Ô sancte Ioseph, devotionem erga Sacratissimum Cor Iesu et Immaculatum Cor Mariæ tuere. Castissimi tui Cor gratiis Satanæ consilia confringe. Sanctam benedic totam Ecclesiam et Romanum Pontificem, antistites quoque et sacerdotes totius orbis terrarum. Peramanter et fiducialiter nosmetipsos, nunc et semper Castissimo tuo Cordi commitimus. Noli precem hanc nostran despicere sed propitius exaudi. Amen.





martedì 3 marzo 2015

Sette passi per il digiuno - Padre Armando Favero

Non partiremo a razzo nella strada verso il digiuno a pane ed acqua, che la Regina della Pace ci chiede dal 26 Giugno 1981. Il digiuno indicatoci dalla Regina della Pace non è un sassolino da scavalcare con un semplice passo, ma è un masso che ha bisogno di una scala graduata. Dobbiamo prima di tutto mettere la scala su questo masso e pian piano raggiungeremo sulla cima.

Primo passo
Il primo passo consiste nel trovare delle motivazioni forti per farlo. Non faremo il digiuno per nutrire il nostro orgoglio (“Guardate: riusciamo a fare il digiuno che chiede la Madonna!”), ma sarà un’offerta per qualcuno che ha bisogno di ottenere delle grazie importanti. Il problema è prima di tutto nella nostra testa e nelle nostre convinzioni. Se ci sono motivazioni forti, se la nostra salute è buona e normale, non ci saranno problemi quando ci decideremo a digiunare: non girerà la testa, non ci sentiremo strani…
Il primo passo è dunque decidersi di scalare questa montagna con delle motivazioni adeguate!…Mettere la scala sull’ostacolo da superare!...
Tre sguardi ci possono perciò aiutare.
Il primo sguardo è verso il Signore che mettiamo al primo posto nella nostra vita. E’ uno sguardo che ci porta fuori di noi, ma che ci fa tornare in noi stessi pieni di stupore e di gioia, nel constatare l’Amore di Dio per noi! Per questo decidiamo di rispondere al Suo Amore (Pensiamo al Beato Francesco di Fatima: che cosa lo ha determinato a fare penitenze e sacrifici? Il dolore di Maria e la visione dell’Inferno).
Il secondo sguardo è verso gli altri che amiamo, che hanno bisogno di noi, che implorano il nostro aiuto, ai quali abbiamo promesso aiuto, persone che si trovano in situazioni davvero difficili e che, come nel Buon Samaritano, suscitano compassione. Per questo decidiamo di non dire a loro solo belle parole (“poveretto, poveretta…”), ma di fare qualcosa di concreto per loro, mostrando un amore vero e concreto.
Il terzo sguardo lo rivolgiamo infine verso di noi. Quando dobbiamo fare una qualche rinuncia, abbiamo l’impressione di “perdere” (ci manca qualcosa e ne siamo infastiditi). In realtà con le rinunce andiamo verso una più grande libertà, verso la conquista di un qualcosa di nuovo, verso una più piena realizzazione.
Cerchiamo di lavorare in questo primo passo su motivazioni valide per il digiuno e di verificare le nostre convinzioni (fino a che punto amiamo Dio, gli altri, noi stessi?). Quando in seguito troveremo difficile digiunare dobbiamo tornare a verificare il punto di partenza di questo cammino, e riprendere il filo che tesse la tela.
A te si volge il nostro sguardo, o Signore, per trarre ispirazioni nuove per la nostra vita.
Secondo passo
Se vogliamo davvero “fare il bene” dobbiamo aprirci all’amore di Dio attraverso Gesù, lasciarci amare da Lui, fare l’esperienza forte dell’Amore di Dio per ciascuno di noi. Allora anche il nostro digiuno scaturirà come dono dell’Amore di Dio, e da Lui impareremo a donare con gratuità.
Il nostro secondo passaggio continua dunque con lo sguardo rivolto a Gesù, che ci rivela l’Amore del Padre e si svilupperà in una risposta di amore e di gratuità.
Concretamente in questo secondo passo contempleremo l’Amore di Gesù e ci eserciteremo nell’offrire ogni giorno qualcosa di buono e di positivo, ma facendolo per gratuità.
Ad esempio diremo: “Oggi offro al Signore il caffè”, oppure: “Oggi offro la frutta…il dolce…il vino o altre bibite…” Ma cominceremo già a cogliere la gioia che nasce non da una rinuncia, ma da un dono, da una offerta d’amore gratuito. E’ molto bello ricordare la parabola del mercante che trova la perla più preziosa, per avere la quale dà tutte le altre pietre (non dunque sassolini o cose che non gli servono più… o di cui vuole disfarsi!). Sarà un bell’esercizio, ma cominceremo concretamente a “liberare” il cuore e a muovere i primi passi sulla strada del “digiuno”.
Questo è dunque un passaggio facile, ma decisivo e fondamentale per tutta la nostra vita spirituale.
Rompiamo il ghiaccio! Impariamo la gratuità del dono, la gratuità dell’amore!
Da Gesù impariamo a fare della nostra vita un dono!
Ci nutriamo di Lui, perché Lui viva e operi in noi!
A Lui offriamo la nostra vita, per ritrovarla centuplicata!
Con Cristo, per Cristo e in Cristo!…
Terzo passo
Se vogliamo essere persone davvero libere, capaci di poter fare ciò che si vuole davvero, bisogna imparare a imbrigliare tutti quei pensieri, che “non sono secondo Dio”. Aiuta molto questo passaggio il relativizzare quello che Satana assolutizza nella nostra mente e nel nostro cuore, e mettere nel nostro cuore quei pensieri che “sono secondo Dio”. E’ infatti Lui che dobbiamo assolutizzare! Questo è dunque un passaggio molto impegnativo e molto vasto, come proprio Gesù ci ha detto esplicitamente!
Come l’uomo delle nuvole, dipingiamo nel nostro Cielo solo pensieri di bene, di bontà e di verità! Per questo sarà proprio necessario staccarsi dalla terra, con la lunga scala della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio!
Quarto passo
In questo passo torniamo e completiamo il secondo, quello che riguardava la “gratuità”.
Ma qui ci impegneremo ad assumere uno stile di vita interiore ed esteriore, che andremo ad attingere dal Signore e che diffonderemo attorno a noi senza stancarci.
Dobbiamo lasciarci rivestire di bontà, che è la natura stessa di Dio, ed essere come la “donna vestita di sole”, vestita del sole dell’amore di Dio, vestita di Dio stesso. In questo tempo diffonderemo la luce di questo “Sole Nuovo”, prima di tutto nelle nostre famiglie e poi, faremo come i pastori di Betlemme, la diffonderemo ovunque andremo. Le parole di Paolo apostolo possono illuminare e stimolare la nostra vita. “Vi siete rivestiti di Cristo” (Gal. 3,27; 2 Cor. 5,2). “Dovete rivestire l’uomo nuovo” (Ef. 4,24). “Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi, scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti…” (Col. 3, 12-17).
Questo passo è davvero impegnativo perché non riguarda solo il foro esterno, ma soprattutto il foro interno, cioè il nostro cuore. Qui si tratta davvero di “essere” altri Gesù e non solo di “apparire”!
Le feste e le ricorrenze sono un’ottima occasione per vivere l’Amore di Dio e per incarnarlo fino in fondo, senza chiuderci nei nostri egoismi. A volte può bastare fare anche solo una telefonata…
Qui facciamo davvero un salto di qualità. Non bastano più le nostre gambe e i nostri muscoli per superare certi ostacoli: occorre la Grazia di Dio, occorre lasciarci rivestire della forza di Dio, per mettere le ali ai piedi e fare quello che alla natura umana non è possibile. Per essere autentici discepoli di Cristo, per vivere certi Messaggi della Regina della Pace, in certi momenti della vita non è sufficiente ragionare e neppure fare cose ragionevoli, ma occorre proprio entrare nella dimensione soprannaturale della vita. Solo così potremo ricostruire in noi “l’immagine e la somiglianza di Dio”.
Quinto passo
Impariamo a controllare le nostre parole. Può essere facile parlare, trasmettere un messaggio.
E’ certamente più difficile tacere e vivere. Questo passaggio ci invita a curare la verità del nostro essere davanti a Dio. E’ proprio rimanendo con verità davanti a Dio che impariamo a stare con verità anche davanti agli uomini. Il 1° Agosto1985 ci suggeriva come pregare: “Per favorire il vostro raccoglimento interiore, ripetete spesso queste parole “La mia anima è piena di amore come il mare, il mio cuore è pieno di pace come il fiume. Non sono santo, ma sono invitato ad esserlo”. Se penseremo questo quando siamo davanti a Dio, penseremo la stessa cosa anche quando siamo davanti ai nostri fratelli.
Per parlare con la vita è importante saper tacere e saper ascoltare; è importante saper apprendere per poter trasmettere con fedeltà e autenticità il lieto messaggio di Dio.
Allora decidi prima di tutto di fermarti e di scegliere chi ascoltare. E poi di ascoltare bene per apprendere bene. E infine applicati ad imparare come far giungere al cuore un messaggio: con la vita. Allora, il silenzio non significa vuoto di pensiero o di parole, ma sintonia profonda con una Persona, che si ama e che perciò si ascolta. Poi non potremo trattenere per noi le belle cose udite che traspaiono dalla bocca e dalla vita. L’acqua del fiume di Dio, dopo aver toccato, irrigato, dissetato e saziato il nostro cuore, giungerà al cuore di quanti incontreremo nel nostro cammino.
In questo quinto passo ricorda questi cinque verbi:
fa’ silenzio, ascolta, apprendi, applica nella tua vita e trasmetti l’Amore di Dio.
Ascolta con attenzione: per poter trasmettere con fedeltà!
Ascolta con il sorriso: così fa chi sente una bella notizia e vuole trasmetterla!
Ascolta come un figlio: è tuo Padre, è tua Madre che ti parlano.
Sesto passo
Per iniziare il Digiuno in concreto…
Dopo aver compiuto i precedenti passaggi, iniziamo oggi a prendere il largo o ad alzarci in volo.
Ci decidiamo e cerchiamo di avere buone motivazioni. Poi inizieremo così: cominceremo a mangiare pane e acqua solo al pranzo del Venerdì, poi passeremo anche al pranzo del Mercoledì. Lungo il resto della giornata non prenderemo null’altro se non acqua e pane. Ma, a colazione e a cena, mangeremo senza abbuffarci! Cominceremo anche a fare lo stesso la sera di un Venerdì. Cercheremo di masticare molto e lentamente. Dovremo imparare a sentire le reazioni del nostro corpo e a controllarle. (…) Condisci il tempo con tanta preghiera…
Settimo passo
Eccoci giunti alla méta del nostro cammino verso il digiuno a pane ed acqua, che ci chiede la Regina della Pace di Medjugorje!
Si tratta di mangiare solo pane e acqua per tutta la giornata. La Regina della Pace non specifica la quantità, ma la qualità del nostro nutrimento, per cui possiamo mangiare al bisogno, ma solo pane e acqua per tutto il giorno! Certo, il pane può essere sostituito con grissini, fette biscottate, crakers non lavorati, pane integrale, pane di segala…, ma sempre pane! Anche l’acqua al mattino, o di giorno, soprattutto in certi periodi dell’anno può essere sostituita con l’acqua calda o appena tiepida, o fresca, oppure con una tisana senza limone e senza zucchero. Per arrivare a fare l’intera giornata a pane e acqua, bisogna avere una motivazione molto forte, direi “da disperati”, e il digiuno sarà più facile se, almeno all’inizio, è fatto in comunione con altre persone (del gruppo, con persone che condividono la spiritualità e anche la motivazione). Non bisogna però insistere a oltranza, col rischio di arrivare al rifiuto fisiologico del digiuno. E’, per questo, necessario “sentire” il proprio corpo, ed è necessario a volte anche sospendere per un po’ il digiuno, per rafforzare magari le motivazioni o altro, come se si dovesse fare un po’ di convalescenza dopo un ricovero in ospedale per accertamenti impegnativi. In tal caso si fanno i digiuni sostituitivi di cui ci ha parlato la Regina della Pace: il digiuno dal peccato senza dubbio, ma anche il digiuno della televisione, dell’alcool, del fumo, delle chiacchiere inutili, dei pensieri inutili, delle spese inutili.
Diceva San Giovanni Bosco che “un’ora di pazienza vale quanto un giorno di digiuno!” Come digiuno alternativo va bene, purché non sia la scusa per non fare più quello a pane e acqua! Dopo la pausa riprenderemo il digiuno. Il digiuno del Lunedì, chiesto dalla Regina della Pace, è fatto in onore dello Spirito Santo, quello del Mercoledì per riparare al tradimento di Giuda e anche ai nostri tradimenti, quello del Venerdì per onorare la Passione e Morte di Gesù, e la Santa Croce.
La Regina della Pace ci indica infine che nelle Solennità Liturgiche il digiuno è sospeso, per cui o non si fa proprio, oppure può essere anticipato o posticipato di un giorno. Ad esempio tutta la Settimana da Pasqua alla Domenica in Albis è Solennità, come tutta la Settimana dopo Natale. Infine, vi suggerisco un bellissimo libro sul digiuno: “Digiunate col cuore”, libro postumo di P. Slavko Barbaric OFM, libro che si può avere solo dalla ed. Mir di Medjugorje. A questo punto non mi resta altro che augurarvi “Buon Digiuno!” come ci chiede la Regina della Pace! Non dimentichiamo che col digiuno e la preghiera possiamo fermare anche le guerre, possiamo ottenere tutto: ce l’ha detto Lei!… Auguri!
Il digiuno ci rende liberi dalle dipendenze e da ogni vincolo!…