La sua origine più
remota dovette essere la dedicazione della basilica di Santa Maria Antica nel
Foro Romano, dedicazione che ebbe luogo il 1° gennaio.
La festa però si trova anche nell’ambito dei riti bizantino e siriaco; risale agli ultimi anni del secolo IV, ma è celebrata a un’altra data: il 26 dicembre.
La festa però si trova anche nell’ambito dei riti bizantino e siriaco; risale agli ultimi anni del secolo IV, ma è celebrata a un’altra data: il 26 dicembre.
Il rito romano
celebrava, il 1° gennaio, l’ottava del Natale, commemorando la circoncisione di
Gesù bambino (cfr. Lc 2,21). L’antica festa mariana scomparve fino a che, nel
1931, Pio XI, in occasione del XV centenario del Concilio di Efeso, istituì la
festa della Divina Maternità di Maria, fissata per il giorno 11 ottobre. La riforma
liturgica la trasferì al 1° gennaio, e, in questo modo, ricuperò l’antichissima
celebrazione della santa Madre di Dio.
Di questa rinnovata festività Paolo VI dice nella ‘Marialis cultus’ che “è destinata a celebrare la parte avuta da Maria nel mistero della salvezza e a esaltare la singolare dignità che deriva per la Madre santa per mezzo della quale abbiamo l’autore della vita” (n. 5).»
Di questa rinnovata festività Paolo VI dice nella ‘Marialis cultus’ che “è destinata a celebrare la parte avuta da Maria nel mistero della salvezza e a esaltare la singolare dignità che deriva per la Madre santa per mezzo della quale abbiamo l’autore della vita” (n. 5).»
(Julián López Martín, l’anno liturgico, 225-226)
Ave Maria, Regina della Pace
Diversi sono i motivi che ci spingono in questo primo giorno dell'anno a
riflettere e ad unirci nel rendere grazie al Signore. Il primo dell'anno ci
induce a pensare alla brevità della nostra vita.
Ma questa stessa precarietà ci
spinge a santificare il tempo che ci viene concesso come dono, vivendo nella
vigilanza tanto raccomandata dalla Parola di Dio. E' la giornata della Pace. E
la famiglia, è la custode della pace. «Lavorare per la famiglia, significa
lavorare per la pace», affermava il beato Papa Giovanni Paolo II.
Ci chiediamo
forse perché la nostra preghiera per la pace non viene esaudita...
Non possiamo
pretendere che vi sia la pace nella "famiglia delle nazioni" se prima
non costruiamo la pace dentro di noi, nelle nostre famiglie e tra i parenti,
nelle nostre aggregazioni ecclesiali, nei gruppi parrocchiali. Riusciremo a
togliere dal nostro cuore tanta ipocrisia, tante segrete gelosie, tante
invidie... i tanti mai palesati egoismi?
La pace del mondo è la somma della
pace tra i singoli come il mare è la somma di gocce di acqua della terra. Gesù,
figlio di Dio e di Maria, è venuto a portare la pace. Lei, la Regina della
Pace, ci offre il suo Gesù. Principe della pace perché noi tutti impariamo a
vivere nella pace con noi stessi, con il prossimo e con il Signore.
Paolo ci
ricorda che siamo figli di Dio e quindi come Lui portatori di pace: Quale
responsabilità! I pastori che si recano al presepio, una volta contemplato il
Bambino, si sentono invasi da un meraviglioso stupore che ammorbidisce i loro
caratteri. Ritornano al loro gregge lodando Dio per tutto quello che hanno
visto. Maria conserva tutte queste cose meditandole nel suo animo. E Gesù viene
circonciso nell'obbedienza alla Legge. Sembrano cose tanto naturali eppure
richiedono una padronanza di se stessi per accettare, con serenità, quanto alla
ragione sembra strano...
Omelia a cura dei Monaci Benedettini Silvestrini
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