giovedì 12 gennaio 2012

La famiglia migrante protagonista della nuova evangelizzazione - Card. Angelo Scola

Arcidiocesi di Milano
Solennità dell’Epifania del Signore

 La famiglia migrante
protagonista della Nuova evangelizzazione

Giuseppe si alzò, nella notte, prese il Bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto” (Mt 2,14)


Duomo di Milano, 6 gennaio 2012
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola,
Arcivescovo di Milano
  

1. «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (Prima Lettura, Is 60,1). La Prima Lettura, tratta dal cosiddetto Terzo Isaia, ci offre una fondamentale chiave per comprendere il mistero della Chiesa, chiamata ad accogliere la luce del Suo Signore per poi rifletterla a beneficio di tutta la variegata famiglia umana. La ragione dell’esistere della Chiesa sta quindi nel lasciar trasparire sul suo volto Cristo, Luce delle genti.

«I Magi, entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono» (Vangelo, Mt 2,11). I Magi rappresentano i diversi popoli della terra, le genti citate dal profeta Isaia che «cammineranno alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere» (Prima Lettura, Is 60,3).

2. L’odierna liturgia eucaristica nella Festa dei Popoli è una felice conferma che la profezia di Isaia si è avverata. È un’occasione di intensa gioia per tutta la Chiesa ambrosiana e per il suo Arcivescovo il convenire in questo amato Duomo di migliaia di fedeli provenienti da Paesi appartenenti alle più svariate etnie. Ringrazio di cuore i cappellani che vi seguono con cura, coordinati dall’Ufficio di Pastorale dei Migranti.

La Santa Messa che stiamo celebrando ci indica con naturalezza le due direzioni del cammino di fede, che ogni comunità cristiana etnica deve perseguire con vigore e fedeltà. Anzitutto le diverse lingue, i diversi segni e i diversi gesti in cui si realizza la partecipazione attiva alla Santa Messa che stiamo celebrando ben esprimono l’impegno di valorizzare la tradizione e la cultura di ogni popolo qui rappresentato. Questa varietà di tradizioni è un’indubbia ricchezza che la Chiesa ambrosiana intende mettere a frutto. Nello stesso tempo l’azione eucaristica che stiamo celebrando mostra come i diversi elementi propri delle vostre tradizioni liturgiche si fondano nell’unica sinfonia di lode e di grazie per il sacrificio eucaristico di Gesù unico Signore e Salvatore.
Emerge in tal modo, come importante direzione di cammino, la necessità che tutti i membri delle varie comunità etniche, con equilibrio ma con decisione, si impegnino ad inserirsi nella pastorale ordinaria della Chiesa ambrosiana. Ciò è decisivo per le seconde e terze generazioni. Invito pertanto le parrocchie, le comunità religiose e le aggregazioni di fedeli ad adoperarsi in questo senso.
È evidente che la strada di una comunione sempre più effettiva tra fratelli cristiani di ogni lingua e nazione sta dando e darà un prezioso contributo a quell’integrazione che, se fatta con magnanimità ed equilibrio, contribuisce a formare la nuova, decisiva fisionomia di Milano e delle nostre terre.

L’interculturalità che si esprime in questa Santa Messa poggia su due imprescindibili pilastri: anzitutto una tradizione viva che non intende perdere nulla della sostanza e che, in secondo luogo, non teme di lasciarsi fecondare dal nuovo. La fede cattolica è il fattore che favorisce questa comunione rispettosa di ogni tradizione e apportatrice di novità. Ce lo domanda esplicitamente la festa di oggi. Epifania significa manifestazione. E tale manifestazione è universale, come ci ha ricordato san Paolo nell’Epistola: «È apparsa infatti la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini» (Epistola, Tt 2,11).

Ci insegna in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica (830-831): «La parola «cattolica» significa «universale» nel senso di «secondo la totalità» o «secondo l’integralità». La Chiesa è cattolica in un duplice senso. È cattolica perché […] in essa sussiste la pienezza del corpo di Cristo unito al suo Capo [… ]. Essa è cattolica perché è inviata in missione da Cristo alla totalità del genere umano».

 3. Per il cristiano ogni uomo dovrebbe divenire un’occasione di Epifania, perché egli è chiamato a riconoscere la presenza di Dio in ogni singolo uomo. Per quelli che Dio ama, infatti, il mondo intero diventa degno di essere amato.

«Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone» (Epistola, Tt 2,14). Noi che Gli apparteniamo siamo chiamati a lasciarci continuamente educare da questa preziosa comunione ecclesiale ad uno stile di vita sobrio, giusto, positivamente timorato di Dio («ci insegna a vivere con sobrietà, con giustizia e con pietà», Tt 2,12).

4. «Giuseppe si alzò, nella notte, prese il Bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto» (Mt 2,14). In questo versetto di Matteo, immediatamente successivo al brano del Vangelo di oggi si vede che Gesù, venuto per condividere in tutto la nostra condizione umana, non solo ha voluto nascere e crescere nell’alveo di una famiglia, come ogni uomo; ma ha scelto di passare anche dalla difficile situazione del rifugiato e del migrante, come tutti voi. La Chiesa di Milano ed il suo Arcivescovo vogliono esprimervi vicinanza e sostegno nelle non poche prove che vi angustiano soprattutto in questo difficile momento di travaglio per la nostra società.

Molto opportunamente il tema del Messaggio del Papa per l’ormai imminente Giornata del Migrante e del Rifugiato è: «La famiglia migrante, protagonista della nuova evangelizzazione». Sono certo che questa Giornata spalancherà tutti i nostri fratelli e sorelle delle diverse etnie che vivono a Milano e Diocesi a prendere parte all’importante evento del VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012. Anzi, il vostro apporto potrà favorire l’armonia e la bellezza dell’evento. Voi che già vivete con noi, potrete rendere più facile e intensa l’accoglienza che vogliamo riservare a fratelli e sorelle che giungeranno a Milano da ogni dove.

5. Auguro a me e a tutti voi la disponibilità a lasciarci “scomodare”, come fecero i Magi, dal Bambino Gesù per poter, con l’aiuto della Madonnina che dall’alto di questo Duomo non cessa di proteggerci, nascere di nuovo, come Egli promise a Nicodemo. Amen

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