mercoledì 20 marzo 2013

L'INDULGENZA PLENARIA CONCESSA DA PAPA FRANCESCO: COS'È E COME FUNZIONA...


Oltre alla benedizione, il nuovo Papa ha concesso anche l'indulgenza:

Nell’entusiasmo e nella sorpresa per l’elezione di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, è passato in secondo piano un aspetto della sua prima apparizione molto significativo, e importantissimo per i cattolici:

oltre a dare la benedizione Urbi ed Orbi, come da tradizione, il Pontefice ha voluto concedere anche l’indulgenza plenaria. Un fatto straordinario ma quasi ignorato, tanto è vero che non se ne trova quasi traccia nei resoconti, e persino nel briefing in sala stampa vaticana (dove si parla di tutto, anche dei componenti chimici usati per fare la fumata) non è praticamente stata citata.

L’indulgenza plenaria è una dottrina della Chiesa cattolica che prevede la possibilità di cancellare la pena temporale di un peccato, ovvero di quelle pene che si dovrebbe scontare in Terra con preghiere e penitenze o, nell’Aldilà, con il Purgatorio.
Il peccato ha infatti due conseguenze, la pena eterna – che si cancella con la confessione – e appunto la pena temporale. L’indulgenza plenaria (come quella parziale, che si riferisce solo a una parte delle pene temporali) permette a chi ne beneficia di estinguere le conseguenze del peccato non purificate dalla confessione.

L’indulgenza è parziale o plenaria a seconda che liberi in parte, o in tutto, dalla pena temporale dovuta ai peccati

L’indulgenza plenaria è quindi un evento eccezionale solitamente riservato agli anni giubilari, e infatti l’ultima volta era stata concessa da Giovanni Paolo II per il Giubileo del 2000. La particolarità di quella di ieri sera è che l’indulgenza è stata garantita non solo ai presenti in Piazza San Pietro ma anche a tutti coloro che stavano assistendo tramite qualsiasi canale tecnologico.

Ma come funziona l’indulgenza plenaria? 
Per cominciare bisogna essere cattolici battezzati e non essere in peccato mortale: per ottenere l’indulgenza (anche dai peccati precedentemente confessati) bisogna confessarsi e prendere la Comunione entro 7 giorni dalla concessione dell’indulgenza, ma va bene anche se la confessione e la Comunione è avvenuta nei 7 giorni precedenti.
Solo a questo punto l’indulgenza plenaria è effettivamente valida per il fedele.

SETTIMANA SANTA: le sante Indulgenze nel Triduo pasquale:

Durante la Settimana Santa possiamo lucrare per noi o per i defunti il dono della Indulgenza Plenaria (ovvero la remissione totale delle pene dovute per le colpe commesse) se realizziamo alcune delle seguenti opere stabilite dalla Santa Sede.

Le opere per le quali possiamo lucrare il dono dell'Indulgenza Plenaria nella Settimana Santa:

Giovedì Santo


1. Se durante la solenne esposizione del Santissimo Sacramento, che segue alla Missa in Coena Domini, preghiamo o cantiamo l'inno eucaristico del “Tantum Ergo”.

2. Se visitiamo per almeno una mezz'ora il Santissimo Sacramento esposto nell'ostensiorio.

Venerdì Santo

1. Se assistiamo con pietà cristiana alla Adorazione della Croce nella solenne celebrazione della Passione del Signore.

Sabato Santo

1. Se preghiamo in comunità la preghiera del Santo Rosario.

Vigilia di Pasqua

1. Se assistiamo alla celebrazione della Veglia Pasquale (Sabato Santo notte) e in essa rinnoviamo le promesse del nostro Santo Battesimo.

Condizioni:

Per lucrare l'Indulgenza Plenaria oltre a realizzare le opere richieste è necessario il compimento delle seguenti condizioni:

a. esclusione da qualsiasi affetto al peccato, anche veniale.

b. Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Queste tre condizioni possono compiersi un giorno prima o dopo delle opere richieste per l'Indulgenza Plenaria; però conviene che la comunione e la preghiera per le intenzioni del Papa si realizzino lo stesso giorno.

E' opportuno segnalare che con una sola Confessione sacramentale si possono lucrare diverse indulgenze. 
E' opportuno inoltre, con le dovute disposizioni, ricevere frequentemente il sacramento della Confessione, per crescere nella conversione e nella purezza del cuore.

La condizione di pregare per le intenzioni del Sommo Pontefice si compie se si prega per questo un solo Padre Nostro e una Ave Maria; però si concede ad ogni fedele cristiano la facoltà di pregare con qualunque altra formula, secondo la sua pietà e devozione.

La Confessione ha una grande potenza e dona una grande forza all'anima e alla Preghiera... La Grazia di Dio è fondamentale...


martedì 19 marzo 2013

Coroncina a San Giuseppe


A TE, O BEATO GIUSEPPE

(Preghiera composta da Leone XIII e pubblicata al termine della sua Enciclica «Quamquam pluries», 1889) 

A te, o beato Giuseppe, 
stretti dalla tribolazione ricorriamo 
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio
dopo quello della tua Santissima Sposa.

Per quel sacro vincolo di carità 
che ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, 
Madre di Dio,
e per l’amore paterno 
che portasti al fanciullo Gesù,
guarda, te ne preghiamo, 
con occhio benigno,
la cara eredità che Gesù Cristo 
acquistò col suo Sangue
e col tuo potere ed aiuto 
soccorri i nostri bisogni!

Proteggi, o provvido Custode 
della divina Famiglia,
l’eletta prole di Gesù Cristo;
allontana da noi, o Padre amantissimo,
la peste di errori e di vizi 
che ammorba il mondo;
assistici propizio dal Cielo
in questa lotta contro il potere delle tenebre,
o nostro fortissimo Protettore;
e come un tempo scampasti dalla morte
la minacciata vita del Bambino Gesù,
così ora difendi la Santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità;
e stendi sopra ciascuno di noi
il tuo continuo patrocinio,
affinché col tuo esempio 
e mediante il tuo soccorso, 
possiamo virtuosamente vivere, 
piamente morire 
e conseguire l’eterna beatitudine in Cielo!
Amen.



Nelle angustie di questa valle di pianto a chi ricorreremo se non a te, o amabile San Giuseppe, al quale la tua amatissima sposa Maria consegnò tutti i suoi ricchi tesori, per­ché li serbassi a nostro vantaggio? «Andate dal mio sposo Giuseppe - sembra che ci dica Maria - ed Egli vi consolerà e sollevandovi dal male che vi opprime vi renderà felici e contenti». Pietà, dunque, Giuseppe, pietà di noi per l'amore che nutri­sti verso una così degna e amabile sposa. Pater, Ave, Gloria. San Giuseppe, prega per noi. 

Ricordiamo di aver certamente irritato la divina Giustizia con i nostri peccati e di meritare i castighi più severi. Quale sarà il nostro rifugio? In quale porto potremo metter­ci in salvo? «Andate da Giuseppe, - sembra che ci dica Gesù -andate da Giuseppe che Io amai come si ama un padre. A Lui come a padre Io ho comunicato ogni potere perché egli se ne serva per il vostro bene». Pietà, dunque, Giuseppe, pietà di noi, per il tuo amore per il Figlio così rispettabile e caro. Pater, Ave, Gloria. San Giuseppe, prega per noi.

Purtroppo le colpe da noi commesse, lo confessiamo, pro­vocano sul nostro capo pesanti flagelli. In quale arca ci rifuge­remo per salvarci? Quale sarà l'iride benefica che in tanto affanno ci conforterà? «Andate da Giuseppe - sembra che ci dica l'Eterno Padre - da lui che sulla terra fece le mie veci verso mio Figlio divenuto creatura umana. Io gli affidai mio Figlio, fonte perenne di grazia, ogni grazia perciò è nelle sue mani». Pietà dunque, Giuseppe, pietà di noi per tutto l'amore che dimostrasti verso il Signore Dio così generoso verso di te. Pater, Ave, Gloria. San Giuseppe, prega per noi. 

Ricordati, o purissimo Sposo di Maria Vergine, o mio dolce protettore San Giuseppe, che mai si è udito che qualcuno abbia invocato la tua protezione e chiesto il tuo aiuto senza essere stato consolato. Con questa fiducia a te mi rivolgo e fervorosa­mente mi raccomando. O padre putativo del Redentore, non disprezzare la mia preghiera, ma accoglila benevolmente ed esaudiscila. Amen.


lunedì 18 marzo 2013

«QUI C'E' L'INVIDIA DEL DEMONIO» - Jorge Mario Bergoglio, S.J.

Lettera del cardinale Bergoglio ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires in occasione del voto al Senato della Repubblica Argentina sulla proposta di legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali (approvata il 15 luglio 2010).

Buenos Aires, 22 giugno 2010

Care sorelle,
Scrivo queste poche righe a ciascuna di voi che siete nei quattro monasteri di Buenos Aires. Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia.
Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.

Ricordo una frase di Santa Teresina quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra.

Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità.

Oggi la Patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che porti la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore. Ha bisogno di questo Avvocato per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i costi di giustificare questo disegno di legge, e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà.
Per questo mi rivolgo a Voi e chiedo preghiere e sacrificio, le due armi invincibili di santa Teresina. Invocate il Signore affinché mandi il suo Spirito sui senatori che saranno impegnati a votare. Che non lo facciano mossi dall’errore o da situazioni contingenti, ma secondo ciò che la legge naturale e la legge di Dio indicano loro. Pregate per loro e per le loro famiglie che il Signore li visiti, li rafforzi e li consoli. Pregate affinché i senatori facciano un gran bene alla Patria.

Il disegno di legge sarà discusso in Senato dopo il 13 luglio. Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.
Grazie per quanto farete in questa lotta per la Patria. E per favore vi chiedo anche di pregare per me. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi conservi.
Con affetto

Jorge Mario Bergoglio, S.J.
Arcivescovo di Buenos Aires

Traduzione di Massimo Introvigne. Titolo redazionale.