Il Consiglio Pastorale si è riunito lo scorso 18 novembre. Nel corso della seduta il parroco ha annunziato che anche nella nostra parrocchia si è iniziato l'uso del nuovo Lezionario Ambrosiano. C'è stato un primo incontro con Mons. Manganini lo scorso 21 ottobre che ne ha fatto conoscere l'iter di preparazione e le caratteristiche. Venerdì 14 novembre è stato presentato a tutte le voci guida e lettori di San Pio V. Decisamente positiva è stata l'esperienza della Messa per gruppi celebrata alle ore 21.00 del primo venerdì del mese, seguita da un semplice rinfresco. La prossima celebrazione avverrà venerdì 12 dicembre e sarà preparata dal gruppo liturgico. Il consiglio approva all'unanimità il progetto ZeroSix. Progetto partito l'anno scorso, su indicazione della lettera pastorale del Cardinale Tettamanzi. Si rivolge a tutte le famiglie con bimbi da zero a sei anni che hanno ricevuto il battesimo, intendendo per famiglie anche le mamme e i papà soli o separati. Il gruppo accoglie anche coppie di genitori non ancora sposate, desiderose di conoscere la fede e di percorrere il cammino cristiano. Il progetto consiste in incontri suddivisi indicativamente in due parti. Una prima parte in cui un esperto o alcuni genitori del gruppo propongono l'argomento del giorno in una forma accattivante, stimolante e all'occasione anche provocatoria, fornendo spunti per la discussione; nella seconda parte i genitori presenti possono condividere le esperienze e gli spunti di riflessione e dialogare tra loro agevolati da un mediatore. Tutti gli incontri sono vissuti alla luce Vangelo. Il prossimo incontro è fissato per l'11 gennaio 2009 e avrà come tema "Lasciate che i bambini vengano a me". Il progetto ZeroSix entra a far parte integrante della pastorale familiare di San Pio V. Il Consiglio prende atto del buon avvio e del gradimento dei parrocchiani nei confronti del progetto Ludoteca, "Pomeriggi in compagnia", ogni pomeriggio dalle 16 alle 18 la saletta Zerosix, è aperta alle mamme, ai papà, ai nonni con i loro bambini da zero a sei anni che possono giocare e stare insieme, utilizzzando i giochi e gli spazi dedicati, seguendo semplici regole di buona educazione che invitano al rispetto dei giochi e degli ambienti. Si prende atto che in alcune giornate, soprattutto quelle di pioggia, la saletta risulta un pò piccola e sarebbe necesario poter disporre di un altro locale soprattutto per i bambini più piccoli. Il Consiglio prende atto che nel progetto Ludoteca in collaborazione con l'associazione A.G.P.D. Onlus (Associazione Genitori e Persone con Sindrome di Down Onlus) sono proposti, ogni lunedì mattina presso la saletta ZeroSix, laboratori ludico-esperienziali per bambini con sindrome di down, insieme a quelli del gruppo ZeroSix, guidati dalla psicomotricista Daniela Jann. Per ultimo il Consiglio ascolta l'esperienza di coppie del Gruppo battesimi. Si tratta di coppie che, da quattro anni, incontrano i genitori dei bambini che chiedono il battesimo. Si tratta di tre incontri, in orari concordati. Si prende atto che nella nostra parrocchia si effettuano circa 80/90 battesimi all'anno, numero che risulta numericamente inferiore rispetto ad altre parrocchie. Si rileva che occorre ampliare il numero di coppie volontarie e che occorre organizzare corsi di formazione per la preprazione agli incontri che avvengono per la maggior parte con coppie non sposate in chiesa che chiedono il battesimo come scelta. La Commissione famiglia si riunirà insieme al Gruppo battesimi per dare vita ad un progetto dettagliato che sarà poi presentato al Consiglio pastorale. In modo che, anche gli incontri pre-battesimo,entrino a far parte della Pastorale Familiare di San Pio V.
mercoledì 19 novembre 2008
giovedì 30 ottobre 2008
FIORI NELLA POLVERE
Come mi ero ripromesso tre anni fa (vedi il libro “ Il volo dell’Ippogrifo”) sono ritornato nelle Filippine, in compagnia della famiglia che frequento nella nostra parrocchia, per ritrovare i loro parenti e gli amici conosciuti nel precedente soggiorno.
È un’esperienza forte visitare un paese straniero, soprattutto quando si prende contatto con i residenti, si soggiorna nelle loro case, condividendo la vita di semplici contadini che vivono circondati dalla foresta equatoriale, lontani da quella che noi definiamo la civiltà moderna delle grandi metropoli.
Mi soffermo a descrivere brevemente qualche quadretto della mia permanenza di un mese nel paesino di Brooke’s Point nel sud dell’isola di Palawan.
Lo spettacolo della cordigliera montuosa tutta rivestita di vegetazione che attraversa per il lungo tutta l’isola è semplicemente affascinante, come lo sono i verdi campi di riso e le piantagioni di palma da cocco. Ma ad animare il paesaggio che mi si offre dalla terrazza della casa nella quale sono ospite sono varie casupole, sparse lungo la strada sterrata che si inoltra nella foresta verso le montagne, sulle cui pendici vivono famiglie di contadini, nelle loro piccole abitazioni fatte di bambù e di foglie di banano intrecciate.
Il suono di fondo è prodotto dagli animali da cortile: galli, galline, capre, mucche e anatre, ma ciò che vivacizza maggiormente l’atmosfera è il vociare dei bambini che, quando sono liberi dalla scuola, si cimentano nei giochi più fantasiosi, come rincorrere un vecchio copertone d’auto o un pallone mezzo sgonfio.
Un famoso film del 1941, interpretato dall’attrice Green Garson, ricostruisce la vicenda di una donna di nome Edna Gardney che dedicò la sua vita, dopo la morte del marito, ad accogliere in un istituto da lei fondato i poveri orfani, che lei chiamava fiori nella polvere e tale è il titolo del film.
È appunto di uno di questi “ fiori nella polvere “ che vi voglio parlare.
Si tratta di un orfano, adottato dai parenti della famiglia di cui sono ospite e che abitano nella casa vicina.
Il suo nome è Balong, un ragazzino undici anni, magro come tutti i bimbi che vivono nella foresta anche se non emaciato, col suo caschetto di capelli neri e due occhioni, ugualmente neri che si aprono in un viso contratto a metà tra tristezza e preoccupazione.
L’ho avvicinato per medicargli una piccola abrasione sulla guancia quando mi sono accorto che sul petto, all’altezza dell’avambraccio aveva un’ampia ustione di 3° grado, col tessuto connettivale esposto attraverso il quale si intravedevano le fibre del muscolo pettorale. Il tutto era parzialmente coperto da una maglietta sporca e mezza straccia.
Non potendolo portare ad un pronto soccorso l’ho medicato con la cassetta di medicazione che avevo con me. Ed ecco ripetersi il racconto evangelico del “ buon samaritano “, riportato nel capitolo X° di Luca, che si china a medicare le ferite del viandante percosso.
I miei occhi si incontrano con lo sguardo penetrante del ragazzo, che, abituato alle prove ed alle sofferenze, non piange e non si lamenta neanche quando gli lavo la ferita con l’alcool isopropilico e la cospargo di aureomicina. Nei giorni successivi ho continuato regolarmente a medicarlo con apposite garze ed antibiotici fornitimi dal locale presidio ospedaliero. Ogni volta faticavo a vedermi calato nei panni del buon samaritano, come fossi un attore alle prime armi che fatica ad interpretare un personaggio; dall’altra parte c’era quel ragazzo che forse si chiedeva ch’io veramente fossi.
Forse un giorno quando sentirà nella chiesa cattolica proclamare quella pagina di Vangelo penserà a me, mentr’io continuerò sempre a sentirmi inferiore ed inadeguato rispetto non solo a quel Samaritano, ma tanto più ai santi sociali che la Chiesa eleva agli onori degli altari.
Sono certo però che in quei momenti Gesù era presente, come lo è durante l’Eucaristia che si celebra ogni giorno nelle chiese e che si rende presente nelle strade e nelle case della nostra Milano quando qualcuno di noi, cari fratelli e sorelle in Cristo, sappiamo fermare la nostra attenzione sulle povertà e sui bisogni del nostro prossimo, bianco o nero di carnagione, cristiano o no, ma comunque figlio di Dio.
Auguro a ciascuno di voi di fare personalmente o nell’ambito dei gruppi di cui si compone la Caritas parrocchiale questa essenziale esperienza di vita; infatti il futuro nostro e dell’intera umanità non dipende dal vocabolo sicurezza, ma dalla solidarietà cristiana.
Walter Covini
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Covini
venerdì 10 ottobre 2008
Canzo
Sabato 13 settembre il parroco, Don Simone, Don Giovanni, il diacono Francesco, diverse suore e parte dei parrocchiani si sono trasferiti in treno a Canzo e poi la salita a piedi sino alla chiesetta di San Miro al Monte. Mentre gli alberi si flettevano per il vigore della pioggia e del vento sferzanti, la salita al monte è stata accompagnata dalla recita del Santo Rosario. Nonostante gli ombrelli, le mantelle, i cappellini, non si è salvato nulla di asciutto. Alcuni volontari, con le auto, hanno fatto la spola accompagnando le persone più anziane sino al Santuario.
Il pranzo, in grande allegria, è stato comunitario, nella canonica. Ci aspettava una pastasciutta, buona e calda, pane e salame con formaggio, alla fine uva. Nel pomeriggio, in Chiesa, abbiamo ascoltato le riflessioni di don Giovanni che avevano per tema: “Le condizioni necessarie perché una comunità sia cristiana, secondo gli insegnamenti del Vangelo di Matteo”. Un’occasione per meditare sul nostro cammino di Chiesa. L’esperienza è stata, unica, forte e coinvolgente. Bello vedere che il tempo inclemente non ha spinto nessuno a desistere. Un’esperienza sicuramente da riproporre per il prossimo anno, e sarebbe ancor più bello fare una grande festa di inizio anno pastorale tutti insieme nessuno escluso!
Stefania Paraluppi
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Stefania
sabato 4 ottobre 2008
Associazione ex-alcolisti
Venerdì 3 ottobre i pazienti, i medici, gli animatori del “Laboratorio provvisoriamente maggengo” del servizio di alcologia dell’Azienda ospedaliera di Crema Ospedale Santa Marta – Rivolta d’Adda e l’associazione “L’Approdo” hanno presentato lo spettacolo “Compro e vendo bugie”.
Questo progetto creativo che ha visto al centro dell’attenzione “la bugia”, “ la menzogna”, piccola o grande che sia in molte delle sue possibili identità. Si tratta di racconti spesso autobiografici in cui emergono sempre valori intensi e sinceri, dove la sincerità si esprime proprio attraverso l’analisi di episodi e di ricordi conditi con dosi significative di ipocrisia e falsità.
Nel trasporto delle emozioni consapevolmente recuperate nei ricordi di “momenti di vita bugiarda”, il pubblico prova a confrontarsi con il famoso detto che “le bugie hanno le gambe corte” per scoprire che esistono sempre occasioni per migliorare la credibilità con se stessi e con gli altri.
Questo progetto creativo che ha visto al centro dell’attenzione “la bugia”, “ la menzogna”, piccola o grande che sia in molte delle sue possibili identità. Si tratta di racconti spesso autobiografici in cui emergono sempre valori intensi e sinceri, dove la sincerità si esprime proprio attraverso l’analisi di episodi e di ricordi conditi con dosi significative di ipocrisia e falsità.
Nel trasporto delle emozioni consapevolmente recuperate nei ricordi di “momenti di vita bugiarda”, il pubblico prova a confrontarsi con il famoso detto che “le bugie hanno le gambe corte” per scoprire che esistono sempre occasioni per migliorare la credibilità con se stessi e con gli altri.
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Claudio,
L'Approdo,
Laboratorio provvisoriamente maggengo
martedì 16 settembre 2008
Concerto al Teatro Oscar
Lunedì 15 settembre serata di eccezione, con il gruppo musicale israeliano “Israeli Plectrum Orchestra” formato da ben 32 giovani mandolinisti che si sono esibiti al Teatro Oscar quasi al completo nell’unica data milanese della loro tournèe. Come mai il mandolino? Si tratta di uno strumento musicale che caratterizza una delle grandi tradizioni italiane: molte famiglie posseggono infatti, magari in un angolo nascosto un vecchio mandolino, ricordo della ricca attività musicale tipica di tutta Italia. Fino a tempi non molto lontani, infatti, la musica del mandolino era una dei protagonisti delle feste e il suo studio era una costante dei momenti liberi, per distrarsi, dopo magari una giornata di lavoro. Nel tempo, questa tradizione si è purtroppo dispersa, incalzata da ritmi di vita e nuove abitudini, ma non per questo, il suo fascino è minore. Il mandolino, infatti rimane sempre un compagno fedele per chi lo sa apprezzare: versatile, istintivo da imparare e in grado di creare un'atmosfera magica, con il suo suono semplice ma dalle infinite sfumature espressive. Ecco perché il mandolino è uno strumento di famiglia, quasi un parente che si è un po' allontanato ma che merita di essere riscoperto.
Il concerto emozionante, con musiche di Purcell, Stamiz, Corelli e Marcello. Canti, arrangiamenti, danze, yemenite, italiane e rumene. Ai concertisti sono stati chiesti con il battimani diversi bis e per ultimo una vera e propria “chicca” arrangiamenti vari suonati direttamente dal direttore d’ orchestra con il suo violino, : uno Stradivari!
Il concerto emozionante, con musiche di Purcell, Stamiz, Corelli e Marcello. Canti, arrangiamenti, danze, yemenite, italiane e rumene. Ai concertisti sono stati chiesti con il battimani diversi bis e per ultimo una vera e propria “chicca” arrangiamenti vari suonati direttamente dal direttore d’ orchestra con il suo violino, : uno Stradivari!
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Teatro Oscar
martedì 2 settembre 2008
Ultime dal Gruppo Quadrifoglio…….e finalmente abbiamo traslocato!.....
Eccoci nella nuova sede, ufficialmente da lunedì 31 marzo, giorno in cui Don Giovanni ha benedetto il locale, nel corso di una breve e suggestiva cerimonia.
La nuova sede è stata molto apprezzata anche dai nostri ragazzi che frequentano il gruppo alla domenica. Infatti, dopo alcuni traslochi della sede, negli anni, all’interno della parrocchia, per motivi più che giustificati, i nostri ragazzi si trovano ora in una sede molto centrale in oratorio, dove possono essere ben visibili e quindi avvicinati da chi vuole conoscerli e incontrarli; nello stesso tempo possono vivere l’oratorio e sentirlo più loro. Senza sottovalutare la posizione strategica della sede, attigua al bar…..che merende!
Vogliamo quindi ringraziare i nostri sacerdoti per averci affidato questo spazio prezioso, privo di barriere architettoniche e con servizi adeguati, con la promessa di usufruirne al meglio. Un ringraziamento particolare al gruppo “La Pineta” per l’ospitalità di questi anni.
E ora al lavoro, ragazzi…31 marzo 2008, lunedì, un giorno che resterà sempre nei nostri ricordi.
Sono le 15.30, quando, chiusi a chiave i locali della Pineta, ci avviamo verso l’oratorio. E’ là che ci aspetta la nostra sede. Ci siamo tutti, proprio tutti, volontari e ragazzi. Davanti alla porta ci fermiamo un po’ esitanti, quasi increduli che davvero sia giunto il grande momento.
Ma quando la signora Rizzo, rappresentante del Quadrifoglio, apre la porta, entriamo decisi a prendere possesso nella “nostra casa”.
Tutto in perfetto ordine,ma ciò che attira la nostra attenzione è il tavolo, il lungo tavolo coperto da quaranta quadrifogli verdi, tanti quanti sono i ragazzi diversamente abili che frequentano ed hanno frequentato il Gruppo.
Su ogni quadrifoglio una mano gentile ha scritto il nome di ognuno di loro.
Ora siamo in attesa di don Giovanni, il sacerdote responsabile dei gruppi Caritas che verrà ad inaugurare la nuova sede con una solenne benedizione. Alle 16.00 precise arriva. Sulla tonaca nera indossa una stola bianchissima, delicatamente ricamata. La cerimonia è toccante.
Preghiamo tenendoci per mano e cantiamo accompagnando le parole con i gesti delle mani e della braccia e il nostro “Alleluia” è veramente spontaneo e sentito. Alla fine il sacerdote ci benedice uno ad uno con l’acqua santa.
E’ con noi anche Claudio, il segretario della Caritas, che ci dona un antico crocefisso in ottone. Ora non ci resta che incominciare le nostre attività in mezzo a tutti gli altri che frequentano l’oratorio, dove saremo ben visibili e dove, speriamo, sarà più facile coinvolgere qualche adolescente ma anche i più piccoli e i più grandi all’attenzione verso chi è meno fortunato di loro, regalandogli anche solo un sorriso, o qualche ora di compagnia.
Già ci pare di vedere Federico, Ornella, Chiara, Davide, Daniela, Annamaria e tutti gli altri in mezzo a loro nel cortile, oppure seduti in cerchio attorno a qualcuno che li intrattiene col suono della chitarra.
Illusione? No, noi ci speriamo.
Per tutto questo diciamo grazie al Parroco, a don Giovanni, a don Stefano e a don Gianni, che spesso ci segnala qualche ragazzo che ha bisogno della nostra accoglienza.
Grazie, grazie di cuore.
Gruppo Quadrifoglio
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Claudio,
don Giorgio Gritti,
don Giovanni Pauciullo,
Gruppo Quadrifoglio
domenica 31 agosto 2008
Suore Figlie dell'Oratorio-Un dono alla nostra comunità che sempre si rinnova
Domenica 31 agosto è stata dedicata alle Suore Figlie dell'Oratorio che da decenni prestano il loro servizio nella nostra comunità sia per i bimbi della Scuola materna, sia per i ragazzi dell'Oratorio, sia nella vicinanza alle famiglie e ai malati. Cambiano i loro volti, cambiano i nomi, ma è sempre il medesimo lo spirito di servizio e identica la testimonianza di generosità e di fede. Nelle scorse settimane abbiamo salutato Suor Santina Pappaterra trasferita a Grottaglie (Taranto) e Suor Katia Vecchini trasferita a Brolo (Messina). Oggi vogliamo ringraziare la Superiora Suor Lucia Zelioli, trasferita a Codogno; Suor Lucia è stata in San Pio V per quattro anni e lascia in tutti un grato ricordo per la sua bontà, la sua dolcezza e la sua generosità. L'accompagna la nostra rinoscoscenza e la nostra preghiera. Nuova superiora è Suor Gianpiera Arturi che è già tra noi da qualche anno come Direttrice della Scuola Materna: a Lei la nostra gratitudine per aver accettato la nuova responsabilità in questo incarico così prezioso per la nostra Parrocchia. In questi giorni sono arrivate due nuove Suore: Suor Cristina Maietti proveniente da Lodi e suor Rosetta Pernigo proveniente da Cologno. Ambedue collaboreranno sia nella Scuola Materna che nell'Oratorio. A tutte due le Suore l'abbraccio riconoscente della nostra parrocchia.
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Suore Figlie dell'Oratorio
venerdì 8 agosto 2008
Professione perpetua di Suor Federica Tassi
Sabato 6 settembre, alle 10.30, presso la Cappella della Casa Madre a Lodi, Suor Federica Tassi ha emesso la sua professione perpetua. Suor Federica è stata per diversi anni a servizio delle ragazze e dei ragazzi del nostro Oratorio, per questo la parrocchia ha voluto esserle vicino in un momento così importante della sua vita organizzando il trasporto con diverse auto che sono partite dalla scuola materna di via Ennio alla volta di Lodi.
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domenica 15 giugno 2008
Cena dell'Amicizia - 15 giugno 2008
Cena dell'Amicizia - 15 giugno 2008 on PhotoPeach
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cena dell'amicizia,
Claudio
sabato 10 maggio 2008
Una bella esperienza al servizio dei fidanzati
Quando tre anni fa ci è stato proposto di mettere la nostra esperienza di vita di coppia al servizio dei corsi in preparazione al matrimonio, da un lato desideravamo renderci utili, ma dall’altro ci siamo subito chiesti: “Cosa possiamo raccontare a questi giovani ?
Come può la nostra esperienza essere utile a loro?”
Siamo una coppia normale, sposati da 16 anni, con 3 figlie; conduciamo una vita tranquilla, certo con tante gioie e tante preoccupazioni, una vita come tanti.
E dunque cosa potevamo dire loro?
Avevamo molti dubbi, ma non siamo stati capaci di dire di no a quella proposta.
E oggi dopo tre anni possiamo davvero dire che quel “no” non detto, è stata nuova linfa vitale per la nostra coppia; non ci sembrava di averne bisogno, ma ora che l’abbiamo provato è bello poterlo testimoniare.
Prepararci a questo corso, sotto la guida assidua ed esperta di don Luciano, ha voluto dire ricavare del tempo per parlarci, per confrontarci, per discutere di nuovo di problemi, che non avevamo mai risolto fino in fondo, ma che avevamo solo chiuso come “scheletri nell’armadio”, pronti a ritirarli fuori nei momenti di crisi tra noi.
Questo tempo che ci siamo dedicati ha fatto sì che anche su quelle situazioni accantonate ma mai chiuse e definite, potessimo mettere la parola fine e riporre il tutto nel “museo coniugale”, in quel luogo dal quale non le tireremo mai più fuori, perché definitivamente risolte e archiviate.
Ai futuri sposi raccontiamo la nostra esperienza concreta, fatta spesso anche di episodi banali, ma vissuti nella”gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia” come ci siamo promessi in quel giorno fatidico (per noi il 7 novembre 1992).
Le coppie di fidanzati ci ascoltano con molto interesse durante i corsi; possono riflettere sul fatto, abbastanza comune, che un matrimonio potrebbe arrivare ad un momento di grave crisi, non per un avvenimento eclatante, bensì per tanti piccoli episodi o gesti, ai quali non si presta la dovuta attenzione, proprio perché banali.
L’insidia è spesso grave perché piccola in sé e ai nostri occhi non degna di attenzione.
Custodire la coppia nella quotidianità, giorno dopo giorno, è il segreto di un matrimonio felice.
Se la nostra testimonianza sarà utile per la loro vita futura non lo sappiamo, ma senza dubbio alcuno è stato molto utile per noi due, per la crescita delle nostre figlie, per la nostra famiglia.
Laura e Giorgio
Come può la nostra esperienza essere utile a loro?”
Siamo una coppia normale, sposati da 16 anni, con 3 figlie; conduciamo una vita tranquilla, certo con tante gioie e tante preoccupazioni, una vita come tanti.
E dunque cosa potevamo dire loro?
Avevamo molti dubbi, ma non siamo stati capaci di dire di no a quella proposta.
E oggi dopo tre anni possiamo davvero dire che quel “no” non detto, è stata nuova linfa vitale per la nostra coppia; non ci sembrava di averne bisogno, ma ora che l’abbiamo provato è bello poterlo testimoniare.
Prepararci a questo corso, sotto la guida assidua ed esperta di don Luciano, ha voluto dire ricavare del tempo per parlarci, per confrontarci, per discutere di nuovo di problemi, che non avevamo mai risolto fino in fondo, ma che avevamo solo chiuso come “scheletri nell’armadio”, pronti a ritirarli fuori nei momenti di crisi tra noi.
Questo tempo che ci siamo dedicati ha fatto sì che anche su quelle situazioni accantonate ma mai chiuse e definite, potessimo mettere la parola fine e riporre il tutto nel “museo coniugale”, in quel luogo dal quale non le tireremo mai più fuori, perché definitivamente risolte e archiviate.
Ai futuri sposi raccontiamo la nostra esperienza concreta, fatta spesso anche di episodi banali, ma vissuti nella”gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia” come ci siamo promessi in quel giorno fatidico (per noi il 7 novembre 1992).
Le coppie di fidanzati ci ascoltano con molto interesse durante i corsi; possono riflettere sul fatto, abbastanza comune, che un matrimonio potrebbe arrivare ad un momento di grave crisi, non per un avvenimento eclatante, bensì per tanti piccoli episodi o gesti, ai quali non si presta la dovuta attenzione, proprio perché banali.
L’insidia è spesso grave perché piccola in sé e ai nostri occhi non degna di attenzione.
Custodire la coppia nella quotidianità, giorno dopo giorno, è il segreto di un matrimonio felice.
Se la nostra testimonianza sarà utile per la loro vita futura non lo sappiamo, ma senza dubbio alcuno è stato molto utile per noi due, per la crescita delle nostre figlie, per la nostra famiglia.
Laura e Giorgio
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Gruppo Fidanzati,
Laura e Giorgio
venerdì 4 aprile 2008
La nostra sede
Quando entro nella sede nuova provo una sensazione bellissima, mi sembra proprio di entrare a casa mia insieme a tutti i miei amici.
La sala è accogliente, la parete di fondo, di un colore giallo, la illumina e mi fa pensare al sole.
I mobili bianchi e marroncino sono moderni e possono contenere tute le nostre cose permettendoci di essere più ordinati.
La posizione è molto bella perché è raggiungibile senza dover fare le scale e soprattutto perchè, essendo proprio nell’oratorio, ci fa sentire giovani in mezzo ai giovani.
Inoltre, essendo solo nostra, ci siamo ripresi il martedì e così frequentiamo quattro giorni la settimana dal lunedì al giovedì. I nostri pomeriggi iniziano con una breve preghiera, poi secondo il programma del giorno dipingiamo, facciamo catechismo, scriviamo brevi articoli su argomenti diversi. Dopo questi impegni facciamo tutti insieme la merenda e infine parliamo dei nostri problemi, delle nostre gioie e delle nostre preoccupazioni, perché sappiamo di essere ascoltati con affettuosa attenzione dalle signore che ci seguono. Se resta un po’ di tempo giochiamo a tombola oppure ad altri giochi. E così trascorriamo dei piacevoli pomeriggi al nostro amato “Quadrifoglio”. Ornella e i ragazzi del Quadrifoglio
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don Giorgio Gritti,
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Ornella
domenica 2 marzo 2008
Notizie dal Consiglio Pastorale Parrocchiale
Il Consigio si è riunito martedì 26 febbraio. Come primo punto all'ordine del giorno è stato presentato il bilancio della parrocchia per l'anno 2007 che secondo le norme diocesane è già stato approvato dal Consiglio per gli Affari Economici nella sessione del 12 febbraio scorso. Successivamente sono stati ascoltati gli interventi preparati dai giovani del consiglio pastorale aventi per tema "Come oggi la Chiesa può parlare ai giovani?" Sulla base degli interventi e sull'affermazione di Papa Ratzinger che i giovani devono sentirsi amati dalla Chiesa e che essi in questi tempo corrono il pericolo di essere agitati dalle onde di qualsiasi dottrina "hanno dunque bisogno di essere aiutati a cescere e a maturare nella fede: è questo il primo servizio che essi devono ricevere dalla Chiesa e specialmente dai Vescovi e dai sacerdoti", si è formata la "commissione giovani" che avrà come obiettivo principale quello di studiare "come la comunità può incontrare i giovani del territorio?"
I consiglieri sono stati informati dei lavori della commissione famiglia in merito al progetto sulla pastorale familiare 0-6 anni "Gruppo Osix". Ci sono stati tre incontri con le famiglie che hanno battezzato i bambini nella nostra parrocchia negli ultimi anni. Gli incontri hanno visto una bella partecipazioone di coppie con i loro piccoli. Il tema "Ascoltiamoci in famiglia" è stato al centro dell'ultimo incontro avvenuto domenica 24 febbraio; dopo un primo momento di accoglienza i bambini sono stati affidati ad alcuni giovani e a coppie di volontari del "Gruppo Battesimi" al fine di garantire un clima di maggiore serenità ai genitori stessi. Il prossimo appuntamento è per domenica 20 aprile: il tema sarà l'ascolto partendo da ciò che propone la Scrittura.
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martedì 15 gennaio 2008
Gruppo Presepi - Natale 2007
Anche quest'anno il Gruppo Presepi, guidato dal Maestro Galasso, hanno creato un magnifico presepe.
Gesù che nasce, che trova riparo all'interno di un albero. Fuori, i magnifici templi, in disfacimento, costruiti dall'uomo. Il ringraziamento di tutta la comunità per il lavoro svolto dal gruppo. Per costruire questo presepe il gruppo di volontari si è riunito praticamente tutte le sere per due mesi.
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